
Patrick Lefevere conosce bene il Tour de France e conosce alla perfezione anche la Soudal-Quick Step: lui immaginava che in corsa ci sarebbero stati dei problemi. «Sono preoccupato per i primi giorni del Tour – ha detto Lefevere nella sua rubrica Column -: la domanda non è se, ma quante vittime ci saranno».
Patrick Lefevere è stato profeta e la partenza del Tour a Lille ha creato problemi proprio alla sua Soudal Quick Step. Merlier non ha preso parte alla volta, Evenepoel ha perso secondi importanti e ci sono state diverse cadute. «Sono preoccupato per i primi giorni del Tour. I corridori della classifica generale vogliono essere in testa, tutte le squadre di velocisti sognano vittorie di tappa e la maglia gialla. E questo sulle strade francesi, dove forse c'è ancora più arredo urbano che da noi crea dei pericoli. La domanda non è se, ma quante vittime ci saranno nei primi giorni dove tutti saranno nervosi».
Le cadute e i ritiri non sono mancati e questo non aiuta a far avvicinare gli sponsor, che al contrario si allontanano, ritenendo il ciclismo uno sport troppo pericoloso.
«In questi giorni, ho avuto un incontro con Bakala nel mio ruolo ufficiale di consulente della squadra – ha continuato Lefevere riferendosi al proprietario del team - C'è stato un importante incontro con lui e i nostri sponsor, dove tutti hanno fatto luce sul futuro della squadra. La maggior parte di quanto è stato detto, è da intendersi come qualcosa ufficioso, ma quelli della Quick-Step hanno parlato di nuovo del problema della sicurezza nel ciclismo. Questo rende difficile sponsorizzare uno sport in cui le fratture sono quasi all'ordine del giorno e sono da considerarsi un rischio da accettare. Spero che l'UCI capisca che i problemi di sicurezza nel ciclismo sono spesso un argomento di discussione nei consigli di amministrazione dei principali sponsor».
Lefevere si trova bene nella sua vita da pensionato, ma il ciclismo fa ancora parte della sua giornata e non riesce a mettere da parte la sua passione. Nonostante il forte sentimento per il ciclismo, il belga è felice di non dover essere più obbligato ad andare alle corse, in particolare al Tour, dove lo stress è sempre molto alto.
«Da quando sono in pensione non tutti i giorni sono una festa, ma dopo cinquant'anni e più di corse è bello non avere lo stress in testa il giorno prima della partenza del Tour. Non mi mancherà tutta quella tensione. Sono certo che per le squadre e i responsabili che sono in corsa, lo stress inizierà a Lille e finirà solo a Parigi».