
Ospite di Fuori dal Gruppo, podcast curato dal giornalista Filippo Guarnieri, dal corridore MBH Bank Ballan CSB Colpack Christian Bagatin e dal corridore U23 del Mendrisio (nonché preparatore) Aronne Antonetti, il due volte finalista della Zwift Academy, campione del mondo Granfondo e corridore dello Swatt Club Mattia Gaffuri ha naturalmente analizzato il clamoroso campionato italiano della sua squadra, con riflessioni anche sui differenti approcci, calendari e "reazioni in corsa" rispetto ai professionisti, ma nella seconda metà della puntata ha spaziato su alcune crepe del sistema ciclistico italiano messe in evidenza dalla vittoria di Conca e del suo club. Partendo dallo scarso valore generalmente attribuito dal mondo "mainstream" al movimento Swatt, Gaffuri ha innanzitutto stigmatizzato la dicotomia motore-acume tattico: «In Italia ragioniamo in modo un po' chiuso, tipo che o hai motore o sei bravo a correre. Ma sono cose su cui si può lavorare in parallelo...»
Dopodiché, il 5° piazzato di Gorizia (protagonista fino ai metri finali, splendido ultimo uomo per Filippo Conca) ha toccato il delicato tema legato a doping e passaporto biologico, sollevato da numerosi commentatori anche qui su Tuttobiciweb: «Conca è ancora sotto ADAMS perché quando esci dal professionismo devi ancora esservi sottoposto per un periodo, però riconosco che è una follia che io nella mia vita abbia fatto solo due controlli anti-doping, dopo due granfondo che avevo vinto, e che invece non ne abbia fatto nessuno dopo aver fatto podio in gare 2.2 in Austria e in Canada e 5° al campionato italiano. Trovo stupido usare così tanto budget della NADO per controllare gli amatori, quando tra gli Under 23 non vieni controllato neanche quando vinci: lì c'è gente che si gioca il proprio futuro professionale e qualche caso lì ogni tanto si sente... Quando poi vedo che, dopo l'italiano, controllano uno come Covi perché ha fatto 2° ma tanto sarà iper-controllato anche quando è a casa, e non controllano me che sono arrivato 5° da dilettante, penso sia la sconfitta dell'antidoping!»
Infine, il futuro. Quello personale: «Non posso dirvi nulla di preciso sulle mie possibilità o meno di passare professionista, ma qualche contatto per eventuali stage ce l'ho». E quello di squadra: «Già è difficile ad oggi riuscire a metter su una Continental, figuriamoci una Professional nel breve-medio termine. Piuttosto, sarebbe bello aumentare i corridori nell'attuale Swatt Club, perché penso siano molti gli Elite che non hanno sfondato ma vogliono ancora mettersi alla prova nel ciclismo continuando intanto a studiare o lavorare.»