
Se a livello di ranking triennale per team la situazione che tiene maggiormente banco è la lotta per la permanenza nel World Tour raggiungibile solamente concludendo nei primi 18 posti il periodo 2023/2025, a livello di classifica annuale UCI i movimenti da monitorare con più attenzione sono quelli tra le squadre impegnate a terminare la stagione in corso nelle prime 30 posizioni.
È questa, infatti, la condicio sine qua non per poter ricevere il prossimo anno una wild card dagli organizzatori di Giro, Tour e Vuelta, corse che chiaramente, per la visibilità, il prestigio e il montepremi che assicurano, per le formazioni ProTeam rappresentano una vetrina e, allo stesso tempo, un contesto competitivo impareggiabili.
Con la certezza di un invito per un Grande Giro una squadra non facente parte del World Tour può impostare un certo tipo di annata, essere molto più attrattiva per nuovi potenziali sponsor, garantirsi un ritorno di un certo tipo e godere di un pubblico quantomai internazionale. In sostanza, prender parte a una corsa a tappe di tre settimane può caratterizzare (e, in determinati casi, anche salvare) una stagione intera, ma essere eleggibili per assicurarsi tale privilegio quest’anno sarà parecchio più complicato.
In base alle regole UCI solo le prime 30 squadre del ranking 2025 (l’anno scorso erano le prime 40) potranno essere prese in considerazione per partecipare a Giro, Tour e Vuelta e ciò fa sì che, entrando con giugno nella seconda metà della stagione, tale questione andrà tenuta fortemente in considerazione da squadre e addetti ai lavori da qui in avanti.
IL MESE ROSA. Il Giro appena concluso in questo senso costituiva un primo momento particolarmente rilevante perché le italiane Polti-VisitMalta e VF Group-Bardiani CSF-Faizanè, rispettivamente 32ᵃ e 30ᵃ in classifica prima della Corsa Rosa, potevano sfruttare le tappe e la generale del Grand Tour nostrano per conquistare un buon gruzzolo di punti e migliorare così la propria situazione nei confronti delle rivali dirette.
Tale opportunità è stata colta dalle compagini azzurre visto che, anche grazie alle prestazioni rosa, con 614 e 583 punti le formazioni di Basso e Reverberi sono state le migliori nel periodo compreso tra il 6 maggio e il 3 giugno dietro solo alla spagnola Caja Rural (con 657 punti, di cui 253 nel Grand Prix du Morbihan, passata dal 26° a 25° posto).
Nonostante ciò, Polti e Bardiani (risalite in 30ᵃ e 27ᵃ posizione) non possono stare tranquille visto che, al 3 giugno, tra i 1500 punti di Fiorelli e compagni ai 1314,33 della terza squadra italiana (la Solution Tech-Vini Fantini, 31ᵃ) invischiata nella lotta per la top 30 ci sono 5 formazioni in appena 185,67 punti: Polti (1400 punti), Equipo Kern Pharma (28ᵃ con 1500 punti) e Burgos BH Burpellet, 29ᵃ con 1472 punti.
Quest’ultima, al pari della Caja Rural, potrà sfruttare alla Vuelta la stessa chance avuta al Giro dalle squadre azzurre e questo, a settembre e in un Grande Giro aperto alle fughe come quello spagnolo, potrebbe risultare un fattore determinante. Il condizionale chiaramente è d’obbligo non solo perché dipenderà molto dalla condizione degli uomini che le compagini iberiche schiereranno al via, ma anche dai punti che le squadre concorrenti, senza il “bonus” Grande Giro dalla loro, sapranno racimolare nel frattempo.
Solution Tech-Vini Fantini ed Equipo Kern Pharma, capaci rispettivamente di assommare 248 e 394 punti tra il 6 maggio e il 3 giugno, hanno già dimostrato in questi mesi di saper massimizzare la partecipazione in corse di categoria inferiore e lontano dall’Europa (vedi il Tour of Hainan che da solo è valso alla squadra di Serge Parsani 213 punti) restando così ampiamente in lizza per un posto nelle 30 a fine anno. Sempre ragionando in quest’ottica, è da segnalare invece come una squadra di tradizione come l’Euskaltel-Euskadi nell’ultimo mese abbia perso sensibilmente contatto dal 30° posto (la forbice è passata da 279 a 576 punti) e ora sarà obbligata a una seconda parte di stagione molto aggressiva per colmare il gap, mentre la Unibet Tietema Rockets (team che, con l’obiettivo di essere della partita al Tour 2026, è passato dall’avere 799 punti di margine sul 31° posto a difenderne 532) dovrà tornare a macinare risultati di rilievo come nella prima parte di 2025 per evitare di essere risucchiata nelle zone calde.
CONSIDERAZIONI. La bagarre, dunque, si appresta ad entrare sempre più nel vivo nelle prossime di settimane ma prima di assistervi e registrare quali saranno i verdetti finali urge fare due considerazioni su questo sistema che, per come è disciplinato oggi, presenta più di qualche incongruenza. È possibile, ad esempio, che un Giro come quello disputato, sempre all’attacco nel vivo della corsa, da Tarozzi e Tonelli valga ai due ragazzi lo stesso numero di punti (20) del 13° classificato nella generale della Boucles de la Mayenne? È questo il giusto premio e riconoscimento agli sforzi profusi per 21 giorni di corsa in una manifestazione prestigiosa ed esigente come la Corsa Rosa?
È evidente che, con un sistema così regolamentato, piegare gli istinti e le caratteristiche dei corridori di fronte al bisogno di punti a lungo andare non rappresenti più un’opzione ma diventi un’impellente necessità. Allo stesso modo, col tempo, diventa imprescindibile studiare il calendario e operare scelte dolorose privilegiando gare con meno storia e appeal in grado però di assicurare, se affrontate coi propri uomini migliori (privando quest’ultimi della possibilità d’inseguire magari altri e più congeniali obiettivi) un grosso bottino di punti.
Inutile dire (forse) che questo possa comportare anche un maggior numero di trasferte a lungo raggio con conseguente aumento dello stress fisico e mentale per atleti e personale, chiamati tutti a far leva su ogni singola stilla d’energia per fare bene i propri calcoli ed evitare di mancare quelle opportunità da cui potrebbero dipendere i destini e la programmazione a breve-medio termine di tutta la squadra.
Non resta dunque che attendere e vedere se, a riguardo, verranno presi da chi di dovere dei correttivi per venire davvero incontro alle squadre ProTeam, la parte chiaramente meno tutelata del sistema, e non obbligarle (come alcune faranno da qui all’autunno) a correre a destra e a manca per cercare di garantirsi un futuro migliore.