
In questo Giro d’Italia il migliore degli italiani è stato Damiano Caruso. Il siciliano della Bahrein-Victorious nella corsa rosa, con i suoi 37 anni è stato uno dei corridori più anziani, ma l’età e anche esperienza uniti alle sue doti sportive, gli hanno permesso di chiudere al quinto posto nella classifica generale.
«Sono soddisfatto, per me alla fine è stato un bel Giro, non ho rimpianti e ho corso come volevo - ha detto il siciliano a Roma – Non ero venuto qui alla ricerca di un risultato e l’ho sempre detto. Correre in questo modo, per me vuol dire farlo senza essere messo sotto pressione e io voglio correre in questo modo». Il ragusano classe 1987, non ha ottenuto tantissime vittorie da professionista, ma tutti ricordano il suo secondo posto in classifica generale al Giro, quando nel 2021 chiuse dietro a Egan Bernal e davanti a Simon Yates.
«Avevo detto che sarei stato contento di chiudere in una top 10, ma alla fine sono arrivato quinto e questo risultato è il regalo che mi sono fatto a fine carriera».
Il 2025 doveva essere l’ultimo anno di corse per il siciliano, poi visti i risultati ottenuti, ha deciso di prolungare per un altro anno e così nel 2026 lo vedremo ancora con la maglia della Bahrain-Victorious. Caruso è il corridore generoso, sempre al servizio dei suoi compagni, ma alcune volte, partito con il ruolo da gregario, si è ritrovato a indossare i gradi di capitano e a finire un grande giro, come il migliore degli italiani in gara.
«Visti i miei risultati, spesso mi è stato chiesto se come corridore mi fossi sottovalutato. Con serenità posso dire che non mi sottovaluto, a me piace vivere sereno. C'è chi è fatto per assumersi la responsabilità da capitano, io nella mia carriera l'ho fatto solo quando sono stato costretto dalle circostanze del caso, ma per scelta ho preferito vivere senza quella pressione e correre in modo sereno».
Caruso doveva correre al fianco di Tiberi, che per la Bahrein-Victorious doveva essere l’uomo di classifica. Purtroppo come spesso accade nei grandi giri, questo non è successo e Antonio Tiberi, a causa di una caduta, non ha più trovato quella condizione che gli permettesse di correre davanti con i migliori. «Non cambierei nulla del mio Giro, sono più che soddisfatto. Cambierei solo per Antonio, vorrei evitargli la caduta che purtroppo gli ha compromesso il risultato. Per questo dettaglio, solo questo dettaglio, vorrei cambiare qualcosa, per il resto lascerei tutto così».
Caruso non voleva essere un maestro per il giovane Tiberi, ma voleva solo aiutarlo a crescere, offrendo quei consigli, che può dare solo un corridore come Damiano Caruso, che ha partecipato a 21 grandi giri, tra Tour, Vuelta e Giro.
«Non mi sento assolutamente un maestro, volevo offrire ad Antonio dei consigli basati sulla mia esperienza personale, che arrivano dalla mia lunga carriera. Chiaramente dovrà essere lui a trovare la sua strada, ma io non sono un maestro, sono solo una persona che gli può dare un consiglio e basta».