
La passione sale in bici, pedala tra le colline, si insinua nel verde brillante dei vigneti e lo tinge di un’emozione che dura nel tempo. Un’ultima curva, un sospiro, e poi la strada diventa uno spettacolo verticale. Una pennellata di rosa in una domenica di sole pieno, dopo la pioggia dell’anno scorso.
Ecco il Muro di Ca’ del Poggio. Ecco lo strappo che unisce anziché dividere. Ecco il simbolo di una passione condivisa. Ecco l’entusiasmo di migliaia di appassionati che il Giro d’Italia ha richiamato ancora una volta, l’ottava dal 2009 ad oggi, in cima all’iconica salita delle colline del Prosecco. “Almeno ventimila, mai vista tanta gente”, sorridono gli organizzatori.
La quindicesima tappa del Giro d’Italia numero 108, i 219 chilometri da Fiume Veneto ad Asiago, arriva sul Muro poco prima delle 12.30, in leggero anticipo sulla tabella di marcia. Siamo al chilometro 44,7 della seconda frazione più lunga di questa edizione del Giro, quella che precede l’arrivo delle tappe di montagna. Dopo le schermaglie d’inizio giornata, il gruppo sale sul Muro in formazione compatta, con la maglia rosa Del Toro ben coperta.
La cornice di pubblico è impressionante, da record anche per una salita che da tempo si è ritagliata uno spazio nel cuore di tantissimi appassionati. I corridori spingono sui pedali, alzano gli occhi verso la striscia d’asfalto che si impenna e sembra quasi sovrastarli: la magia del Muro di Ca’ del Poggio li avvolge, scorre sotto le bici prima di proiettarli verso il Grappa e l’arrivo di Asiago. Il termometro del tifo, sotto il sole caldo di un’estate anticipata, sale a livelli di guardia: la febbre del Giro conquista davvero tutti.
Il Muro (1,1 km con pendenza media del 12,3% e punte del 19%), tra curve e controcurve, sale sino a quota 242: siamo in collina, ma la cornice che accoglie i corridori sembra quella di un tappone dolomitico. I tifosi, molti accampati sul Muro dal giorno prima, montano i gazebo, preparano i tavoli, accendono i fuochi. L’atmosfera è quella di una grande festa popolare. Non c’è albero, parete o vigneto che non abbia appeso uno striscione, una foto, un incitamento. La strada è un caleidoscopio di colori, disegni, slogan. Poggy, il leone rosa, mascotte di Ca’ del Poggio, compie un anno ed è tra i più fotografati anche quando abbraccia Corty, lo scoiattolo rosso simbolo della Fondazione Cortina. Un legame, quello tra le colline del Prosecco e le Dolomiti, nel segno dell’Unesco e dell’unicità del Veneto.
Il volume del tifo raggiunge punte altissime per la stella di casa, Andrea Vendrame. Il passaggio del trevigiano scatena il fan club appollaiato sul prato con striscioni e bandierine. Urla e applausi, foto e trombette, bici e casette colorate di rosa, bandierine tricolori e brindisi senza sosta. Sull’ultima curva prima della cima, come di consuetudine, c’è anche la vivace postazione del team Fortissimi. Maglietta rosa d’ordinanza. Rimarranno tra i vigneti per tutta la giornata: passione allo stato puro.
Per il Muro di Ca’ del Poggio si tratta del quarto passaggio del Giro d’Italia da quando - nel 2019 - le colline di Conegliano e Valdobbiadene hanno ricevuto il riconoscimento Unesco. L’evento diventa così la miglior sintesi di un territorio che, nella giornata più rosa dell’anno, esprime l’orgoglio di esserci, di mostrare la propria bellezza.
La Grande Festa Rosa, in cima al Muro, è anche una passerella per ospiti eccellenti: Luca Zaia trascorre a Ca’ del Poggio buona parte della mattinata, tra foto e strette di mano. “Uno spettacolo unico. Facile dire che il Muro è sempre il Muro, ma non c’è niente di scontato: quando la famiglia Stocco ha iniziato, qui non c’era niente”, ha commentato il Governatore, affiancato, tra gli altri, dal sindaco di Treviso, Mario Conte, e dal presidente della Provincia di Belluno, Roberto Padrin. Poi Zaia dà appuntamento al prossimo anno, perché “non c’è Giro senza Veneto e non c’è Veneto senza Giro”. Applauditissimo anche Francesco Moser, riconosciuto pure dal folto gruppo di tifosi belgi giunti sul Muro per sostenere Wout Van Aert.
Dopo il passaggio dei corridori, Zaia, insieme alla presidente dell’associazione per il Patrimonio delle Colline del Prosecco di Conegliano e Valdobbiadene, Marina Montedoro, premia con una targa la Latteria Soligo per “i 142 di attività a tutela di produttori e consumatori”. Mentre la generosità degli sponsor di Ca’ del Poggio permette di effettuare una donazione di 5 mila euro all’associazione A.I.Pro.Sa.B, fondata da Sammy Basso per sostenere la lotta alla progeria, malattia rara che causa un invecchiamento precoce. Un ricordo per un grande amico del Muro, con i genitori di Sammy, Laura e Amerigo, a ritirare il maxiassegno consegnato da Alberto e Marco Stocco, insieme ai quadri realizzati dagli artisti Paolo Socal e Roberto Bertazzon. Le opere saranno messe all’asta e il ricavato andrà ugualmente a sostenere l’associazione fondata dal piccolo, grande Sammy.
Un Muro di solidarietà anche per Collagene VI Italia Aps, rappresentata dalla presidente Giulia Da Re, che ha ricordato gli scopi dell’associazione nata nel 2017 per sostenere e rappresentare le persone affette da patologie legate al deficit del collagene sesto. Un insieme di emozioni e valori, ben sintetizzati anche dai tanti mattoncini che componevano il simbolico muro realizzato da Cartimballo e completato proprio nella giornata del passaggio del Giro.
Una domenica che resterà indimenticabile, insieme al record di presenze sul Muro. Un bel modo per festeggiare il dodicesimo transito di un grande giro su una salita che da anni contribuisce a scrivere la storia del grande ciclismo. Adesso arrivano le montagne, altre emozioni. Ma intanto il Giro, in Veneto, è più rosa che mai. Mentre a Ca’ del Poggio si pensa già al prossimo appuntamento, il Giro Women, che salirà sul Muro il 9 luglio.
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