
Continua il sogno rosa di Isaac Del Toro, che ieri nella tappa con arrivo a Castelnovo ne’ Monti, è riuscito ad arrivare secondo alle spalle di uno straordinario Richard Carapaz. Non c’è ombra di dubbio che il messicano sia il miglior giovane di questo Giro, ma bisognerà vedere cosa riuscirà a fare nell’ultima settimana, quando la stanchezza si farà sentire. «Non so come saranno i prossimi giorni, per me questa è la mia prima volta in maglia rosa – Ha detto Del Toro - Però per il momento voglio tenerla, poi magari cambierò l'idea».
I corridori sudamericani stanno andando fortissimi e Carapaz è uno dei migliori insieme a Bernal. L’ecuadoriano ora è al sesto posto, ma ci saranno altre tappe in cui lo vedremo attaccare.
«Sappiamo che Carapaz è molto forte, volevamo cercare di seguirlo, ma oggi è andato tutta. Quando Maika mi ha detto che non riusciva a stargli dietro, ho provato ad attaccare, ma quando mi sono guardato indietro ho visto che i miei compagni non erano con me e ho deciso di aspettarli».
La UAE di Del Toro si muove compatta, cercando di creare un blocco unico e grazie a questa strategia ci sono quattro corridori nella top ten.
«C'era del gap con gli altri corridori, ma era meglio andare su tutti insieme, perché pensiamo che stare insieme può portare maggiori vantaggi alla squadra». Del Toro è giovane e non è abituato a correre oltre i 200 chilometri e tra qualche giorno arriveranno tappe molto lunghe. «In allenamento la mia distanza più lunga è stata di 140-150 km, ma con gli amici ci siamo spinti fino a 200. In allenamenti veri la distanza più lunga che ho fatto è forse di 170 chilometri».
Isaac Del Toro si sente bene e la maglia rosa gli sta dando la giusta carica per rimanere combattivo.
«Ieri mi sentivo bene, anche se forse il mio body era un po' troppo stretto, ne prenderò un altro. Ho avuto una bella giornata con sensazioni buone. Ci sono state salite molto difficili, però quando mi vedo lì davanti penso di poter essere uno dei top anche io».
Il ventunenne messicano ha detto che ancora adesso non riesce a credere che sta correndo un grande giro con la maglia di leader e che alcune volte, mentre corre sorride riflettendo a quello che sta vivendo. «Sto cercando di imparare a correre in maglia rosa e non voglio essere arrogante, voglio imparare soprattutto come recuperare più velocemente. E' molto bello vedere la bici con i dettagli rosa, vestire questi colori, è qualcosa di incredibile. Magari non mi vedete sorridere troppo ma non perché sono arrabbiato, è perché sono incredulo. Ma quando sono assorto certe volte sorrido con me stesso. Dobbiamo imparare gestire meglio i momenti critici e vedere come si evolve la situazione e stare sempre attenti e non inseguire e basta». Anche se giovane, il messicano sta già imparando a muoversi da leader, ma ha ammesso che in squadra non ci sono gelosie e che il clima è sempre mite e collaborativo. «Nel team non ci sono problemi con nessuno, è bello guadagnare punti bonus, è una gara e chiaramente sono tanti i corridori di altre squadre che vogliono guadagnare. Se io guadagno dei secondi, non li sto togliendo per esempio ad Ayuso, ma sono comunque secondi che togliamo di altre squadre. Sono riuscito a finalizzare bene il lavoro del team, vogliamo vincere come team ed è quello che stiamo facendo. Nell'ultimo attacco di Carapaz, c'era del vento e non lo abbiamo seguito perché preferivo andare con gli altri della squadra. Non è una sorpresa vedere Carapaz vincere perché è un grande corridore».
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