STORIE DEL GIRO. SAPPADA E IL CASO CARRERA: ROCHE vs VISENTINI

STORIA | 24/05/2024 | 08:20
di Alessandro Brambilla

Il Giro d’Italia torna a Sappada 37 anni dopo la guerra tra Stephen Roche e Roberto Visentini, compagni di squadra alla Carrera. Il ciclismo è sport individuale o di squadra? Se lo chiesero in molti il 6 giugno 1987 dopo la Lido di Jesolo-Sappada del Giro d’Italia. Allora Sappada era nella Regione Veneto, mentre ora fa parte del Friuli, e la tappa (era la quindicesima delle 22 complessive) di 224 chilometri con scorpacciata di salite la vinse il bravissimo olandese Johan Van Der Velde della Gis.


Ma fu ciò che avvenne alla spalle di Johan a suscitare enorme scalpore. E’ la tappa in cui l’irlandese Roche conquistò la maglia rosa strappandola al coequipier Visentini, bresciano do Gardone Riviera. Il corridore nato nel 1959 a Dublino mantenne il simbolo del primato fino al termine di quel Giro. L’edizione 1987 della corsa rosa terminò il 13 giugno con una cronometro Aosta-Saint Vincent di 32 chilometri.


Quell’ anno la Carrera del manager bresciano Davide Boifava era la squadra più forte al mondo. Aveva uomini formidabili per tutte le grandi corse in linea e a tappe, oltre ad un Claudio Chiappucci ancora in rampa di lancio.  C’era Visentini trionfatore del Giro d’Italia 1986 e Roche, alla sua seconda annata in Carrera, pronto a lasciare il segno presumibilmente al Tour de France.

Il Giro ’87 cominciò con un cronoprologo a Sanremo dominato da Visentini. Nel giorno successivo ci furono due semitappe  ovvero quella in linea con epilogo a San Romolo vinta da Erik Breukink, nuova maglia rosa, e la cronodiscesa dal culmine del Poggio a Sanremo in cui il tempo migliore lo ottenne Roche. L’irlandese non indossò la maglia rosa (rimase a Breukink), si accontentò del successo di tappa. Nella quarta giornata la Carrera vinse la cronosquadre Lerici-Lido di Camaiore, 43 chilometri, e Roche balzò al comando della classifica.

In Casa Carrera tutto filò liscio fino alla cronometro da Rimini a San Marino, tredicesima tappa, con Roby Visentini in giornata super. Il bresciano figlio di un noto imprenditore nell’ “arte del ricordo” andò fortissimo sui pendii del Monte Titano conquistando il successo di tappa e spodestando Roche dal vertice della classifica. Quella di Stephen era stata una sconfitta, non una disfatta, e nel clan Carrera tutti erano comunque felici. Ci si augurava che a prevalere fosse la geopolitica, con l’italiano Visentini trionfatore per il secondo anno al Giro e Roche pronto a mostrare gli artigli al Tour de France. Ma non fu così.

Quarantotto ore dopo ci fu appunto la Lido di Jesolo-Sappada in cui l’irlandese andò all’attacco due volte, in netta contrapposizione con le strategie della vigilia. Roche s’involò una prima volta sulla discesa dalla Forcella di Monte Rest unitamente al trevigiano Salvador, però li riacciuffarono. Stephen diede la botta decisiva alla maglia rosa Visentini in seguito all’allungo dell’irlandese risposero in modo propositivo Lejarreta, Van Der Velde, Millar, Philip Anderson, Bernard. Tutta la Carrera si mise a tirare per riprendere Roche , “strano coequipier “. Tutti tranne Eddy Schepers, il gregario belga che con Roche era d’accordo.

“Io e Ghirotto – garantisce Claudio Chiappucci – abbiamo fatto l’andatura all’inseguimento di Roche. Io in particolare mi attenevo alle disposizioni di Boifava: ero il giovane della squadra, stavo dove mi mettevano. Boifava aveva detto a Ghirotto di farmi tirare”.   

Il guaio è che negli ultimi chilometri compresi quelli della cima Sappada andò in crisi Visentini che all’ arrivo accusò notevole distacco: 6’50” da Van Der Velde, 5’54” da Roche. Van Der Velde era il vincitore di un tappone ma venne travolto dall’onda di cronisti che cercavano Roche, Visentini e soprattutto Boifava che per forza di cose fece finta di fare il pompiere. Il toscano Waldemaro Bartolozzi manager della Gis era su tutte le furie: “Ho Van Der Velde che ha vinto una tappa storica però nessuno ne parlerà, tutti lo evitano. Vanno tutti da quelli della Carrera. Io vinco con un mio corridore la tappa più bella e sui giornali ci vado di striscio”. Nel caos post-tappa Boifava apparentemente finse contentezza diplomatica. “Ho Stephen Roche maglia rosa- esclamò Boifava-,  è della Carrera. L’importante è che la Carrera vinca il Giro, non importa con chi”. Visentini aveva la faccia di uno che ha sbattuto contro un tir: “Questa sera Roche va a casa !!”, urlò il figlio dell’impresario funebre. L’irlandese si difese così: “A me hanno sempre detto di aiutare Visentini al Giro e poi di andare al Tour per vincerlo. Ma Visentini al Tour a fare il gregario non ci vuole venire, dice che in luglio andrà al mare. Perché io dovrei sacrificarmi per lui ? ”. Chiappucci puntualizza: “E’ vero,   Visentini nei giorni precedenti manifestò l’intenzione di correre solo al Giro, niente Tour. Roche aveva anche più dialettica, era affabile coi compagni di squadra. Roberto Visentini era più chiuso”.

Sulle Dolomiti nel clan Carrera si stentò a gestire la pace armata tra i clan di Visentini e Roche negli ultimi giorni del Giro. Il 7 giugno ci fu la Sappada-Canazei, altro tappone dolomitico con Van Der Velde trionfatore e il fuoco di polemiche e attenzioni attorno a “Visenta” e all’irlandese. Ed inevitabile nuova arrabbiatura di Waldemaro Bartolozzi: “Una doppietta sulle Dolomiti non può passare in secondo piano !”. Logicamente i tifosi italiani si schierarono col bresciano di Gardone e nelle ultime tappe Roche venne colpito anche con pugni e sputi. La Carrera stentava a fornire aiuto a Roche nelle giornate finali e così l’irlandese di fede cattolica si fece aiutare dalla Panasonic di Millar e Philip Anderson. Visentini quel Giro non lo concluse; svuotato nel morale e dolorante ad un polso per una caduta nella tappa di Pila (Aosta) si ritirò. Roche si creò un pizzico di simpatia attorno grazie al successo nella cronometro conclusiva in Valle d’Aosta. “Peccato per Visentini, però Roche è forte, ha meritato la vittoria nel Giro”, dissero in molti.  

A quel punto le strade di Visentini e Roche dovevano separarsi. Roche andò al Tour de France scortato da una Carrera priva di Visentini. Stephen riuscì a vincere il Tour de France e poche settimane dopo anche il Mondiale in Austria, pur correndo la gara di Villach praticamente da solo contro Nazionali che erano autentiche corazzate, Italia compresa. Roche riuscì a trionfare quell’anno in Giro d’Italia, Tour de France, Campionato del Mondo: roba da Eddy Merckx.  

“Roche – continua Chiappucci, che nel 1987 non aveva ancora il soprannome di “Diablo” – mi propose di andare con lui e Schepers alla Fagor nel 1988. Benchè al Tour de France ’87 io non avevo partecipato. Rimasi comunque alla Carrera”.

Copyright © TBW
COMMENTI
Roche
24 maggio 2024 11:03 Arrivo1991
Era piu' forte e piu' scaltro. Vinse meritatamente. E poi a giro di breve Tour e Mondiale. Anno '87.

Visentini
24 maggio 2024 12:29 Anbronte
Un tradimento assurdo, arrivo 1991 dici che era il più forte? Hai visto il risultato della cronometro? Il fatto era che Visentini era bello e ricco ed era per questo antipatico a tutto , o quasi, il gruppo.

Visentini
24 maggio 2024 13:01 Golden Boy
Fu un tradimento organizzato da tempo,ben prima della crono di S.Marino e in più tutti in Carrera sapevano che Roberto non avrebbe mai fatto il Tour BEN PRIMA dell'inizio del giro perchè era negli accordi tra Roberto e lo staff Carrera! Roche attaccò non una ma due volte oltretutto !! vi consiglio di leggere l'intervista a Bontempi sul blog Sport poet society o quella a Visentini su Pez Cycling per capire chi era roche (minuscolo). Se un fatto del genere fosse capitato a Moser o Saronni (e ai rispettivi DS....ripeto DS non semplici autisti) la sera l'irlandese o era ritirato o era in ospedale

@ anbronte
24 maggio 2024 13:52 Arrivo1991
Non farmi come Vergogna o Finisseur, i due saccenti. Roche vinse perche' piu' forte e scaltro. Stop

Repetita iuvant
24 maggio 2024 15:55 pickett
Roche era stato riacciuffato,il suo attacco era fallito;aveva speso tantissimo,in teoria sulla salitella di Sappada sarebbe dovuto crollare lui.Invece crollò Visentini,come gli capitava spesso nelle corse a tappe.Non era regolare tutto,qui.Per i + giovani,a cui vengono raccontate un sacco di balle.Chiappucci e Cassani di Roche parlano benissimo.

Roche più forte?
24 maggio 2024 16:02 Buzz66
In termini assoluti lo era, ma in quel Giro…molti dubbi. Io me lo ricordo bene e Visentini, come sempre, al Giro volava letteralmente.
Poi…come sempre…dopo il Giro lo rivedevi l’anno successivo.
Fu un tradimento bello e buono, inutile girarci intorno

Il ciclismo ha una cosa bella: che vince chi ha più gambe. E testa
24 maggio 2024 17:04 AleC
Ridicola la pretesa di Visentini che Roche andasse a casa, tanto più ridicola pensando che quell'anno Roche vincerà anche Tour e Mondiale, mentre la carriera di Visentini finì di fatto quel giorno. Se avesse avuto gambe, non sarebbe crollato così; se avesse avuto testa, da quell'episodio avrebbe tratto la voglia di rifarsi.

Buzz66
24 maggio 2024 17:05 Albertone
Complimenti per non averci capito molto. Il giro lo vinse Roche,tutto il resto sono chiacchiere

Goldenboy la tua idea di ciclismo da bullo
24 maggio 2024 17:13 AleC
"era a casa o all'ospedale" da quando andare più forte sulla strada può meritare addirittura le botte?
Il ciclismo è pieno di storie di gregari che sulla strada si prendono il ruolo di capitano, vedi Cunego al Giro 2004.
Perfino un "orso" come Simoni si è riappacificato con Cunego, addirittura correndoci insieme l'ultimo anno di professionismo...solo Visentini da quasi 40 anni ce la mena con sta storia del "tradimento".
Che poi il DS "autista" era Boifava, non proprio uno che nel ciclismo sia stato di passaggio.

Goldenboy
24 maggio 2024 17:34 Carbonio67
Il tuo posto e' lo stadio. Mi sorprende che vengano pubblicati certi commenti.

Uomini
24 maggio 2024 17:39 Bullet
Il ciclismo come tutti gli sport è fatto di uomini e non macchine e vale per entrambi i protagonisti anche se oggi un'attaco di questo tipo non avrebbe molte interpretazioni.

Albertone
24 maggio 2024 17:45 Buzz66
Per fortuna che ha capito tutto lei.
Quanti anni ha? 14?
Vuole parlare con me di Visentini? O scrivere le baggianate di Pickett che sostiene gli capitasse spesso la giornata storta al Giro…io non sono certo un tifoso di Visentini, ma seguo e pratico il ciclismo da 50 anni ed ho ottima memoria. Il bresciano era un perfetto esempio di regolarista da Giro. Ottimo a crono e in discesa, molto buono in salita e fermo in volata. Purtroppo il ciclismo per lui era solo il Giro. Stop. Prima e dopo non lo vedevi mai. Ne avrebbe vinti tre con percorsi normali, ma in quegli anni le salite non piacevano molto ai due mammasantissima…

Albertone riguardati qualche classifica
24 maggio 2024 18:50 AleC
Il "regolarista" Visentini, se togli il Giro 1986 vinto e quello del 1983 secondo posto, per il resto trovi o ritiri o piazzamenti abbastanza lontani dal vincitore.
I regolaristi sono i Gibo Simoni o i Nibali che se non vincevano il Giro arrivavano 2°-3° o almeno top5 perchè non prendevano mai una vera cotta.

GoldenBoy .. ha ragione
24 maggio 2024 21:34 italia
GoldenBoy per me non ha ragione ma …… ha perfettamente ragione; sarebbe stato “ritirato” nel migliore dei casi o .. trasportato al pronto soccorso .. non certo in codice giallo.
Mi spiego meglio. L’episodio va “contestualizzato” al “modus vivendi” di quell’epoca di circa 40 ani fa. Era un mondo di gente che per poco si arrabbiava, di vocialoni, di contrapposizioni viscerali, di espressioni verbali rozze e becere, di ambienti fumosi, di gente sboccata, di chi andava in moto e se non faceva 100 decibel era un fesso, di invidie profonde … ; sono passati decenni, ma sembra che siano passati secoli; oggi è un’altro mondo, un’altra società tendente al rispetto del prossimo, delle diversità in tutti i suoi aspetti sessuali, razziali, sociali, che combatte il bullismo, la violenza sulle donne del woke, dell’ambiente, del rispetto degli animali; da cio deriva, ripeto, secondo il mio modesto parere, che non si può giudicare con i nostri odierni parametri un altro mondo.
Per quanto concerne Visentini per me è crollato piu di nervi che di gambe;per me cio è dovuto al suo retroterra sociale e culturale che ha dato origine si ad una vita serena, agiata dove le avversità sono ….. sconosciute; in sostanza non aveva gli anticorpi che si fanno giocando e vivendo sulla strada ( e come purtroppo succede alle generazioni odierne che sono le prime che non giocano all’aperto sulla strada .. ma che per fare movimento deve andare nelle palestre, nelle piscine sempre reggimentati e quando nella vita incontrano una avversità soffrono e …. molto); è il classico raffronto tra un ragazzo delicato e un ragazzo della strada, che non guarda in faccia a nessuno per raggiungere i suoi scopi. Comunque la prova del nove la piu dare Moser o Saronni: chiedete loro cosa avrebbero fatto al posto di Visentini
Questa è la mia opinione personale e non la verità assoluta.
Dopo aver fatto questo solito pistolotto sociale, culturale, sportivo saluto chi legge e … buonanotte

A chi ha poca memoria
25 maggio 2024 00:36 pickett
L'anno dopo,al Tour,stessa storia.Grande crono,forse in assoluto la migliore prestazione nella carriera di Visentini,e dopo 2 giorni il tracollo sul Glandon.In quell'occasione se la prese con Zimmerman,perché aveva attaccato da lontano,dando fuoco alle polveri.Visentini era così.Unica e sola eccezione,il Giro 86.

@buzz
25 maggio 2024 01:07 Albertone
Ne avrebbe. Infatti non ne ha vinti 3. Caro mio, 14 anni li avrai tu e la tua sapienza supposta. Gli albi d'oro non si fanno con i se e i ma. Menomale sei esperto...in chiacchiere

Hai dimenticato i tuoi dati, clicca qui.
Se non sei registrato clicca qui.
TBRADIO

00:00
00:00
Remco Evenepoel è senza dubbio l'uomo da battere nella crono olimpica, se non altro perché ha sulle spalle la maglia di campione del mondo della specialità. Certo, il suo primo Tour de France è stato davvero massacrante, il belga ha...


Prova percorso ieri per gli uomini del mountain bike sul percorso di Elancourt Hill, a sud ovest della capitale francese. Luca Braidot e Simone Avondetto sono tornati sul tracciato a distanza di 24 ore dalla prova di ieri, mentre Martina...


Tre anni fa a Tokyo nella prova a cronometro Stefan Küng mancò la medaglia olimpica per quattro decimi e ora vuole riscattarsi e a Parigi è arrivato con Supersonica SLR, la preziosissima bici Wilier Triestina del valore di 27.400 franchi....


È arrivato quel momento in cui, ogni 4 anni, il mondo si ferma e vive di sport, di qualunque disciplina, nessuna esclusa. In questi giorni sono cominciati ufficialmente i Giochi Olimpici di Parigi 2024 e DMT sa già per chi tifare, perché in Francia...


Sulla carta Ellen Van Dijk e Chloe Dygert sono le grandi favorite della crono che questo pomeriggio apre le Olimpiadi del ciclismo sulle strade di Parigi. Sulla carta, però, perché entrambe si portano dietro un grande punto di domanda. L'esperta...


Mancano 20 giorni alla Firenze-Viareggio in programma la mattina di Ferragosto organizzata dall’A.S. Aurora, storica associazione fiorentina, che ha presentato la classica per élite e under 23 presso la sede di Piazza T. Tasso nel quartiere di San Frediano. Tra...


Un traguardo importante quello che sta per tagliare Piero Pieroni, personaggio affermato e conosciuto, che ha lasciato un’impronta indelebile nello sport del pedale. Lunedì 29 luglio Pieroni compie 80 anni e l’anniversario sarà festeggiato a Lucca dal Club Cicli Poli...


Domenica in Veneto per la formazione Continental del Team Biesse Carrera, di scena alla Bassano-Monte Grappa per Under 23 dove lo scorso anno era salita sul podio con Francesco Galimberti (terzo). La squadra diretta da Dario Nicoletti vedrà in sella...


Non c’è gara, fra lui, Flavio Milan, e suo figlio, Jonathan Milan. Suo figlio vanta già un titolo olimpico, oltre a un titolo mondiale e tre europei. Lui, zero. Però lui detiene un primato al Giro d’Italia. A pari, si...


Si avvicina la 107esima edizione del Giro del Casentino, una delle gare più antiche d'Italia, anzi fra quelle che si disputano ancora fra gli élite e under 23, in questo momento è la più vecchia visto lo stop quest'anno...


TBRADIO

-

00:00
00:00
VIDEO





DIGITAL EDITION
Prima Pagina Edizioni s.r.l. - Via Inama 7 - 20133 Milano - P.I. 11980460155




Editoriale Rapporti & Relazioni Gatti & Misfatti I Dubbi Scripta Manent Fisco così per Sport L'Ora del Pasto Le Storie del Figio ZEROSBATTI Capitani Coraggiosi