
E’ l’isola del tesoro, è il giardino degli angeli. E’ il posto delle fragole, è il treno dei desideri. Impossibile uscirne a mani vuote, impossibile uscirne con cuore indifferente. Sarà fantasia o nostalgia, sarà semplicità o curiosità, sarà il piacere del ciclismo o la malattia del consumismo, ma lì dentro c’è sempre almeno una cosa di cui ci s’innamora a prima vista.
Si chiama La Bottega. Si trova a Gaiole in Chianti, lungo la strada principale, via Bettino Ricasoli 88, è aperta da aprile a ottobre e poi prima e dopo Natale. Il popolo degli Eroici ne conosce l’atmosfera, ne respira l’anima, ne apprezza maglie e maglioni, polo e T-shirt, giubbotti e giubbetti, fra bici e caffettiere, radio e giradischi, bottiglie di vino e borse di cuoio. E una storia che non tutti conoscono.
E’ la storia di Emanuele Nepi: “Avevo una segheria, tagliavo tronchi di legno e li trasformavo in pallet per le fornaci, poi la crisi edilizia, le fatture non pagate, l’impossibilità a tirare avanti. Ero disperato. Prima di cercare una nuova attività, forse per la prima volta guardai dentro di me. Volevo solo – solo, si fa per dire - essere felice. Il 22 agosto 2013, il giorno del mio quarantesimo compleanno, decisi che era arrivata l’ora di cambiare la mia vita. Un mese dopo realizzai la prima T-shirt, aveva l’immagine di Luciano Berruti, l’Eroico per eccellenza, ricavata da una foto di Guido Rubino. Mi piaceva l’idea di far conoscere ai ragazzi più giovani il mondo dell’Eroica (l’Eroica è frequentata anche da moltissimi ragazzi meno giovani o non più giovani o diversamente giovani), speravo che con quella potessero andare in giro, in gita, a spasso, in discoteca, in bici. Nell’aprile 2014 decisi di fare un altro passo importante, e con materiale di scarto trovato da rottamai e in mercatini costruii La Bottega”.
Nepi si è appassionato alle due ruote: “Prima la Bulletta, poi Girobio, Ari e L’Eroica. Mi sono innamorato da subito di questo mondo, in particolare dell’Eroica, un evento dove vedevo persone felici e spensierate. E siccome tutti i marchi stranieri s’ispiravano a nomi italiani, mi piaceva l’idea opposta. E siccome non esisteva una traduzione corretta delle nostre strade bianche, l’ho tradotta a modo mio, perché le nostre strade sono diverse da quelle di tutto il mondo, ora anche in telecronaca su Eurosport in inglese non le traducono in ‘country roads’ o ‘dirt roads’, ma in ‘white roads’. Ed ecco il marchio White Roads”.
Da Jovanotti a Linus, da Elia Viviani a Elena Cecchini, da Erik Zabel a Daniele Bennati, da Andrea Vendrame a Sasha Modolo, da Arisa a Riccardo Magrini, da John Degenkolb a Ryder Hesjedal... Il posto delle fragole, il treno dei desideri... Qui a tutto si resiste, tranne che alle tentazioni.
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