MAPEI: 85 ANNI CON LO SGUARDO SEMPRE RIVOLTO AL FUTURO

COMPLEANNO | 12/02/2022 | 08:10

Era il 1937 quando Rodolfo Squinzi, alla periferia di Milano fondava la sua impresa di materiali per l’edilizia con sette dipendenti e il supporto della moglie Elsa. Nasceva così Mapei – Materiali Ausiliari Per l’Edilizia e l’Industria –, iniziando il percorso che l’avrebbe portata a diventare una multinazionale, campione dell’eccellenza italiana in tutto il mondo.


Ottantacinque anni dopo, i numeri di Mapei ne raccontano l’evoluzione: tre generazioni di imprenditori, una presenza in 57 paesi, oltre 20 linee di prodotto per soddisfare tutte le esigenze dell’edilizia, 84 stabilimenti produttivi, 2,8 miliardi di fatturato e quasi undicimila dipendenti.


La lungimiranza e la passione di Giorgio Squinzi, alla guida dell’azienda dal 1984 al 2019, l’appoggio costante della sorella, l’Avvocato Laura Squinzi, e le intuizioni della moglie Adriana, responsabile della strategia di marketing e comunicazione, hanno tracciato la strada, mettendo le base di quelli che sono oggi i pilastri del Gruppo: Internazionalizzazione, Ricerca e Sviluppo, Specializzazione e Sostenibilità. Hanno anche instaurato, grazie al sostegno alla cultura e allo sport, quello stretto legame tra impresa, territorio e società che continua a caratterizzare il Gruppo in tutto il mondo.

Dal 2019 l’Avvocato Laura Squinzi è presidente del Consiglio di amministrazione, di cui fanno parte gli amministratori delegati Veronica e Marco Squinzi, e Simona Giorgetta.

“Viviamo questo importante traguardo più come un nastro di partenza. Siamo pronti ad affrontare le nuove sfide, sapendo che possiamo contare su una squadra di grande valore – dichiara Veronica Squinzi -.  Mapei è un’azienda con il cuore in Italia e lo sguardo sul mondo. Dal primo passo compiuto da nostro nonno nel 1974, con la realizzazione delle piste di atletica per le Olimpiadi di Montreal, non abbiamo mai smesso di investire in nuovi mercati. Oggi siamo presenti con 91 aziende consociate in 57 paesi e non abbiamo nessuna intenzione di fermarci. Recentemente abbiamo acquisito la francese Resipoly e in questo momento stiamo realizzando cinque nuovi stabilimenti dagli Stati Uniti alla Cina”.

Marco Squinzi aggiunge: “Anche il grande impegno nell’innovazione e nella ricerca rimane un punto saldo nella strategia dell’intero Gruppo. Siamo un’azienda chimica di prodotti per l’edilizia e l’obiettivo dei nostri 32 laboratori di Ricerca è trovare soluzioni all’avanguardia per contribuire a un’edilizia sempre più sostenibile, seguendo la strada della durevolezza e della qualità. Crediamo che allungare il ciclo di vita degli edifici esistenti sia la strategia vincente per consumare meno risorse e produrre meno rifiuti in discarica. Il nostro impegno è volto anche a utilizzare sempre più materie prime a basso impatto ambientale o materie prime seconde, in un’ottica di economia circolare, cercando di ridurre al minimo l’utilizzo di sostanze pericolose, per salvaguardare non solo l’ambiente, ma anche la salute degli operatori”.

Innumerevoli sono i progetti e le iniziative che hanno visto Mapei protagonista dello sviluppo delle comunità in tutto il mondo: dalla riqualificazione di edifici iconici come il museo Guggenheim di New York, il Teatro alla Scala di Milano e il Colosseo di Roma, alla realizzazione di grandi infrastrutture come il Canale di Panama, fino alla partecipazione a grandi progetti avveniristici come Arena del Futuro, innovativo progetto di green-mobility guidato dalla A35 Brebemi, in Italia, basato sulla ricarica elettrica a induzione dinamica.

Spegnendo ottantacinque candeline, Mapei ripercorre la propria storia ma, soprattutto, guarda al futuro, scegliendo di affrontare le nuove sfide con l’impegno, la passione e l’alta specializzazione e la professionalità che hanno sempre contraddistinto l’azienda e le sue persone.

Clicca qui per visitare la sezione dedicata alla storia MAPEI nel sito www.mapei.it

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COMMENTI
grande
12 febbraio 2022 09:48 frakie
Un grande, nella vita come nello sport. Mai avuto l'occasione di conoscerlo, ma sempre ammirato sia per quel che ha fatto nella vita ma soprattutto per come si approcciava al ciclismo. Mi ha sempre dato l'impressione di uomo retto e sincero. Ce ne fossero di più come lui.

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