LA DENUNCIA DI DANIELE DI BATTE: «ALLARME GIOVANISSIMI, OCCORRE MUOVERSI IN FRETTA»

GIOVANISSIMI | 02/12/2021 | 08:05
di Luca Galimberti

Il ciclismo giovanile chiede aiuto. Le grida d’allarme negli ultimi tempi si stanno moltiplicando e questa volta a colpirci è la testimonianza di Daniele di Batte. Livornese classe 1981, Daniele - figlio del grande artista Giò - il ciclismo lo ama e lo conosce bene: ha pedalato per anni, da dilettante è cresciuto alla corte di Olivano Locatelli e patron Villa nella Zoccorinese Vellutex e nella stagione 2006 ha gareggiato per un anno tra i Pro con l’Amore Vita McDonald’s di Ivano e Cristian Fanini.


«Ho sempre seguito il ciclismo ma mi sono riavvicinato particolarmente in questi ultimi anni – racconta il toscano a tuttobiciweb – grazie a Marley e Luna, i figli della mia compagna che si sono appassionati alla bici e hanno iniziato a praticare ciclismo».


Seguendo i due ragazzini di 8 e 9 anni che quest’anno sono stati tesserati per l’Associazione Sportiva Colognole, Di Batte ha avuto modo di valutare, riflettere e “misurare la febbre” al movimento giovanile, in particolare alla categoria Giovanissimi.

«Il ciclismo dei più piccoli non sta bene. Stiamo perdendo la base del movimento e non avvicinando bambini alla bicicletta fra qualche anno avremo grossi problemi anche nel professionismo», afferma.

L’analisi del 40enne toscano parte dalle biciclette e dai materiali: «Trovare un telaio nuovo con le misure da bambino è praticamente impossibile attualmente. Marley e Luna hanno biciclette di una decina di anni fa. Non è un problema riverniciare e sistemare dei telai, ci mancherebbe. Ma perché – si chiede Di Batte – i costruttori non investono sui più piccoli? Se ripenso ai miei tempi erano diversi i marchi che producevano telai per i bimbi, ora forse pensano che non ci sia mercato».

Il nostro ospite prende in esame un altro punto nodale sempre molto discusso, la sicurezza: «I ciclisti, soprattutto i più giovani, hanno bisogno di luoghi sicuri per andare in bici ma ce ne sono sempre meno. A Livorno ci sarebbe una pista ma purtroppo non è utilizzabile a causa della presenza di amianto. Ho scoperto che anche in alcuni parchi pubblici è fatto divieto ai bambini di girare in bici». Poi aggiunge una nota positiva: «Sul tema ho coinvolto il Sindaco di Livorno Luca Salvetti. Ha compreso l’importanza della questione ed insieme a lui stiamo cercando di trovare un posto adeguato ai bimbi, lo ringrazio per la sensibilità che ha dimostrato».

Preciso e puntuale Daniele Di Batte, che dopo la carriera sportiva ha intrapreso l’attività di DJ, ci dà la sua opinione anche sulla Federazione Ciclistica Italiana. Da una parte applaude al rinnovamento e al ringiovanimento nelle posizioni apicali, per contro non nasconde di sentirsi un po’ abbandonato dal Comitato Provinciale di Livorno: «Credo ci voglia un ricambio generazionale, vorrei che i dirigenti provinciali fossero più presenti, Sarebbe bello che lavorassero maggiormente per far avvicinare i bambini al nostro mondo», dice. Poi ci confida: «È da alcuni giorni che cerco di mettermi in contatto con il Comitato Provinciale per chiedere informazioni ma nessuno risponde al telefono».

La pandemia non ha facilitato le cose, l’ex pro toscano è cosciente di questo, ma sostiene con forza: «Lo sport e le corse sono riprese. Si parla tanto di ripartenza e di rinascita ma mi sembra che nelle mie zone il ciclismo sia in coma. Scattino e Lamentina (Daniele chiama così affettuosamente Marley e Luna, i piccoli di casa, ndr) sono gli unici bimbi della città di Livorno che fanno ciclismo, amano la bici e non vogliono stare senza. Purtroppo l’Associazione Sportiva Colognole nel 2022 non farà la squadra. La Società rimarrà comunque affiliata e cercherà di proporre un paio di eventi, forse Gimcana e Primi Sprint, nella speranza di coinvolgere diversi nuovi bimbi ed avere una dozzina di Giovanissimi dal 2023. Intanto ho deciso di tesserare i figli della mia compagna per la Parkpre».

Di Batte ha a cuore la situazione, lo si capisce ascoltando la sua voce. Chiede aiuto ma propone, riflette e invita tutti a farlo: «I ragazzini hanno bisogno di esempi – dice – Filippo Ganna mi sembra un ragazzo che sa comunicare l’amore per il ciclismo, e le sue imprese attirano i più piccoli». Applaude anche Cipollini e il comitato provinciale di Lucca: «Mario sta facendo grandi cose mettendosi al servizio dei giovani e i dirigenti lucchesi hanno capito che bisogna lavorare in quella direzione». Ricorda Walter Passuello: «Una grande persona, ha trascorso tanto tempo con i giovani nel suo negozio, si è dato da fare per trasmettere passione per la bicicletta. La sua mancanza si sente». E in chiusura si auspica che la sua “denuncia” serva a far smuovere qualcosa per il bene del nostro amato ciclismo.

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COMMENTI
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2 dicembre 2021 09:07 AleC
Non mi piace la piega che ha preso in generale il mercato delle biciclette: si spinge verso prodotti sempre più costosi per spennare pochi benestanti che possono permetterseli, i negozi di bici assomigliano sempre più a gioiellerie.
Ora scopro pure che non si fanno più telai per bambini...
Quanto alla ciclabilità, a 37 anni ho l'impressione che le strade siano sempre più pericolose, anche in campagna: la gente va fortissimo, le auto sono sempre più larghe.
E poi c'è proprio tanto traffico, forse colpa dell'urbanistica disgraziata che ci ritroviamo, con quartieri-dormitorio, villettopoli, zone artigianali sparse ovunque senza un disegno razionale...tutto ciò genera tanta domanda di trasporto su gomma e privato.

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2 dicembre 2021 11:50 bernacca
sono d'accordo con AleC, questo articolo mi ha impressionato negativamente.

Ma è solo questo il problema dei Giovanissimi?
2 dicembre 2021 12:50 geo
Cosa dire dei bambini "Giovanissimi" che fanno i rulli prima della partenza? Del bambino che vince il 90% delle gare che fa e degli altri che arrivano sempre dietro?
Il discorso "Giovanissimi" è complesso: si tratta di EDUCARE al ciclismo ed alla sportività nel senso più largo ed alto del termine.
Cosa se ne fa un bimbo di 20 coppe vinte in un anno al primo posto? Come deve essere il concetto di "gara" tra bambini di 8, 9 anni? Esiste un modo di premiare i più bravi con un metodo meno agonistico?
Va da sé che se i numeri dei partecipanti torneranno, anche i produttori individueranno un mercato da sfruttare.

Se uno ha lavorato per i giovani ciclisti
2 dicembre 2021 12:53 pego64
Non può che confermare ciò che è scritto, mi rendo conto che chi non è dell' ambiente difficilmente può avere la reale percezione di quante difficoltà ci sono....in Toscana poi è una delle regioni messe meglio in ambito ciclistico

Sicurezza problema cruciale
2 dicembre 2021 14:01 marco1970
Se non si risolve il problema della sicurezza,ci saranno sempre meno giovani praticanti sulle strade.E' necessario che si studino percorsi dedicati e che gli allenamenti di squadre ciclistiche siano protetti da una scorta,la protezione civile potrebbe tornare utile.

Il signore Daniele
2 dicembre 2021 14:07 noel
ha evidenziato un problema grave, di cui la FCI dovrebbe farsi carico senza tardare

Giovanissimi
2 dicembre 2021 15:19 gaspy
Io sono Lombardo e 30 anni fa c'erano 2 squadre per paese.
Ragazzini con bici in carbonio con 11 velocità per fare 15/20 km in piano!!!
Allenati con categorie superiori per vincere!!!! Volere è potere ma mi sa a tanti va bene così!!!!! Smettiamola di esaltare il DS vincente!!! Deve essere un EDUCATORE non un preparatore atletico!!!!!

Eh ma
2 dicembre 2021 17:14 Forza81
E secondo qualcuno, questa non è crisi. Attendo ancora le soluzioni

D'accordo con Forza81
2 dicembre 2021 20:01 Miguelon
Quanto alle soluzioni: meno interessi economici. Se si mira all'estrazione massimale, investire sui giovani è controproducente, perché non dà risultati certi. Tutto e subito. Questa è la massima che sta rovinando tutto. Anche i costruttori che non producono più bici per bambini ora... Perché i profitti in questo settore sono minimali.

Non sono d’accordo
2 dicembre 2021 20:24 FrancoPersico
Per me i ragazzini devono sì pedalare ma solo per divertirsi. Cosa servono gare agonistiche? Ho visto delle gare con genitori che si sbracciavano e urlavano. In tutta sincerità credo sia sbagliato. Lasciateli divertire senza metterli in competizione, avranno tempo per farlo.

Commento cancellato ?
2 dicembre 2021 23:44 Cicorececconi
Avevo scritto che questo esito e' un mix tra crisi economica e gli interessi dei ragazzi di oggi ( diversi da anni fa). Una bici media costa molto e i ragazzi hanno accesso anche ad altri sport

Tutto vero
3 dicembre 2021 04:01 lupin3
Concordo sulla necessità di un'impostazione meno agonistica, ma se non coinvolgiamo quei pochi bambini che vogliono fare ciclismo, avremo una base numericamente ancora più scarsa. Potenziare l attivita fuoristrada é l única soluzione visto il problema sicurezza. Cmq problemi gravi in generale, ma Amadio ha detto che va tutto alla grande

Meglio MTB
4 dicembre 2021 17:05 DarioB
Secondo me i bambini fino a 13/14 anni dovrebbero fare solo Mtb, si divertono di più, imparano meglio la tecnica e sono fuori dalle strade trafficate. Poi se ne avranno voglia potranno integrare o passare totalmente alla strada.

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