FIORELLI, IL GIRO A SORPRESA DELL'ULTIMO ARRIVATO

INTERVISTA | 29/10/2020 | 07:55
di Giorgia Monguzzi

Il Giro d’Italia è una delle corse dei sogni, quella che si anelano sin da bambini fantasticando sul proprio avvenire. Parteciparvi è un’emozione unica soprattutto per chi fino a qualche anno fa non ci pensava nemmeno lonanamente. È quello che è successo a Filippo Fiorelli, siciliano classe ’94, che proprio quest’anno ha affrontato la prima esperienza alla corsa rosa, addirittura partendo poco lontano da casa. Il portacolori della Bardiani arriva da Ficarazzi, un paesino a 10 km da Palermo che per l’occasione si è vestito a festa: è proprio lì che ha incontrato per caso la bicicletta e dopo tanti sacrifici è riuscito a realizzare il sogno di correre in bici. Una grande emozione per Filippo arrivato tardi alle due ruote, ma con un talento pronto da far vedere e nel quale la famiglia Reverberi ha voluto credere fino in fondo, a dispetto di tutti e di tutto. La corsa rosa ha regalato al siciliano molte soddisfazioni con due tappe terminate nella top ten e la fuga nella frazione del Sestriere, tante emozioni spalmate in tre settimane di gara che Fiorelli ha voluto raccontarci


Come è stato questo tuo primo Giro d’Italia?


«Ogni giorno partivo con la voglia di fare bene e di dare tutto me stesso, ero talmente concentrato che non mi rendevo conto che ero proprio al Giro d’Italia, era diventata una normalità, ma appena tutto è finito ho preso coscienza di quanto fossi emozionato: per me era la prima volta e addirittura siamo partiti vicino a casa. Il primo giorno a Monreale c’era tutta la mia famiglia pronta a sostenermi, la mia fidanzata, i miei amici e i parenti, è stato bellissimo. L’unico rammarico è che questo Giro sia arrivato con il problema covid, è stato brutto non avere contatti con il pubblico e dire di no quando mi chiedevano una foto o un autografo, anche perché mi rendevo conto che la gente ci rimaneva male: per fortuna siamo riusciti ad arrivare fino a Milano».

Due noni posti nelle tappe in volata. Ti aspettavi di fare così bene?

«Sinceramente no. Prima del Giro mi sono allenato molto sull’Etna e partivo con la consapevolezza di essermi preparato bene, ma mai avrei immaginato che avrei raggiunto questi risultati. Io ho uno spunto veloce ma non credevo certo di poter raggiungere la top ten proprio negli arrivi allo sprint a gruppo compatto. Ho dovuto vedermela con dei veri velocisti, Demare aveva un treno imbattibile, la nostra squadra non era attrezzata per questo e così dovevo usare molte energie per scalare le posizioni, quando iniziava la volata in pratica non ne avevo davvero più. Però c’è la felicità di essere riuscito a tenere testa a velocisti di classe come Viviani».

Nella tappa di Vieste purtroppo è arrivata una brutta caduta, ma alla fine non hai mai mollato…

«Sono stato molto sfortunato perché un corridore dell’Ag2r è caduto proprio davanti a me e non ho potuto evitarlo, ho picchiato il ginocchio e da quel momento ho passato dei giorni veramente difficili perché facevo fatica a pedalare. Sono stato quasi sul punto di ritirarmi, ma poi la squadra mi ha dato tantissimo sostegno spronandomi a non mollare, non volevo finire il mio primo Giro d’Italia senza aver almeno provato ad andare in fuga».

Ed è arrivata la tappa del Sestriere…

«Quel giorno mi sentivo davvero bene, era l’ultima occasione e così sono partito. Essere in fuga al Giro è un’emozione unica, tra l’altro sono pure riuscito a portarmi a casa la soddisfazione di transitare per primo sul Sestriere, è stato veramente bello anche perché la sera ho ricevuto tutte le chiamate degli sponsor che si congratulavano con me. In realtà devo tutto al mio diesse Mirko Rossato, io ero sul punto di mollare perché il gruppo stava rinvenendo molto forte, lui però dall’ammiraglia mi ha detto di non rinunciare, prendermi un obiettivo ed inseguirlo fino alla fine, da quel momento ho pensato solo a pedalare fino al gpm, più forte che potevo».

Cosa ti hanno insegnato queste tre settimane di corsa?

«Davvero tanto, ma soprattutto come muovermi in gruppo. Io mi ero presentato al Giro con l’idea di entrare in qualche fuga, poi però mi sono ritrovato a fare top ten nelle volate, questo mi ha dato la consapevolezza che se voglio e se mi alleno bene posso tentare di dire la mia nelle volate nei gruppi ristretti o nelle corse minori dove non ci sono velocisti così forti; a quel punto potrei anche migliorare il mio nono posto, entrare nella top 5, nei migliori 3 e chissà forse un giorno riuscire a vincere una tappa».

Per te è il primo anno da professionista, ma hai iniziato a correre piuttosto tardi, solo nel 2014. Come è avvenuto il tuo incontro con la bici?

«Mio papà correva in bici a livello amatoriale, soprattutto mtb, è lui che mi ha messo in sella quando ero piccolo e voleva che seguissi questa strada. Poi però lui ha avuto un incidente abbastanza grave e da quel momento ho deciso di smettere. Ad un certo punto mi è venuto in soccorso il destino perché nel mio paesino, proprio nei locali di mia nonna, hanno aperto un negozio di biciclette. Da quel momento non mi sono più fermato: facevo le gare degli amatori e vincevo, così mi hanno convinto a provare sul serio. Ho trovato delle squadre in Toscana, ma purtroppo avevo già 19 anni».

Evenepoel e altri ragazzi dimostrano di essere già pronti per diventare professionisti a 19 anni, mentre tu iniziavi la tua avventura solo in quel momento…

«Quando correvo da dilettante ho sofferto molto di questa cosa, sentivo di essere molto vecchio perché quelli più giovani di me avevano già una squadra, io avevo paura di non farcela. Nel 2018 avevo deciso di smettere, mi ero reso conto di essere arrivato troppo tardi in questo mondo e di non avere più chance, per fortuna ho sempre avuto accanto la mia famiglia e la mia fidanzata che mi hanno dato il loro supporto e mi hanno spinto a tentare un altro anno. Poi è arrivata la famiglia Reverberi, a loro devo veramente tutto perché hanno creduto in me quando in pochi lo avrebbero fatto perché, a dire le cose giuste, un ragazzo che a 25 anni passa professionista è considerato ormai vecchio. La Bardiani CSF Faizané però ha capito subito che, nonostante l’età anagrafica, ho tanto ancora da imparare, non smetterò mai di ringraziarli perché mi stanno insegnando a vivere il ciclismo e nonostante tutto mi hanno fatto fare un calendario bellissimo. Sarò con loro anche l’anno prossimo, il mio obiettivo è continuare a lavorare bene, poi nel futuro si vedrà».

A proposito di futuro c’è una corsa in cui un giorno ti piacerebbe lasciare il segno?

«Sicuramente le Strade Bianche perché è una delle mie corse preferite. Quest’anno ho avuto l’onore di parteciparvi, ma purtroppo non è andata come speravo perché ho forato nei due momenti più importanti e sono stato tagliato fuori. È un po’ la corsa dei miei sogni e un giorno mi piacerebbe davvero fare bene ottenendo un ottimo piazzamento. E poi chi lo sa, se dovesse arrivare anche un bel colpaccio non direi certo di no...».

 

Copyright © TBW
COMMENTI
Hai dimenticato i tuoi dati, clicca qui.
Se non sei registrato clicca qui.
TBRADIO

00:00
00:00
Parte il Giro d’Italia numero 107 e oggi a Venaria Reale è presente anche il Presidente della Lega Ciclismo Professionistico, Roberto Pella, Palla sua prima uscita ufficiale dopo le elezioni che lo hanno visto vincitore lo scorso 29 aprile a...


Nel giorno della partenza del Giro d'Italia, il mondo del ciclismo è in lutto per la scomparsa di Imerio Massignan. Nato nel 1937 in provincia di Vicenza ma residente in provincia di Alessandria, Massignan è stato professionista dal 1959 al...


Silvia Persico conquista il successo nel Grand Prix du Morbihan Femmes e la seconda vittoria in poche ore per la UAE Team ADQ che ieri aveva gioito con Gasparrini nella Classique Morbihan. Al termine dei 95 chilometri di gara di...


Il Giro d'Italia non è solo corsa, ma moltissime sono le iniziative collaterali che vengono proposte a Torino e nella città metropolitana in occasione della Grande Partenza. Una delle più interessanti è sicuramente il Business Forum Made in Italy, un...


A poche ore dal via del Giro d'Italia, arriva un importante attestato di fiducia per Antonio Tiberi, la grande speranza del ciclismo italiano per le corse a tappe più prestigiose. Il corridore laziale ha infatti prolungatio il proprio contratto con...


L'edizione numero 107 del Giro d'Italia parte subito con una scossa: la Venaria Reale - Torino è tappa breve, 140 km, ma molto mossa. Dopo una fase iniziale pianeggiante di circa 45 km, prima di entrare nel circuito finale di...


Oggi il Giro d’Italia partirà dal Piemonte. Torino, Oropa, Fossano, poi la Liguria e via. Finale a Roma. La maglia rosa non è stata 2024 ancora assegnata e già impazzano i rumors per l’edizione 2025. A metà marzo, durante la...


Nei suoi piani, oggi avrebbe dovuto essere a Torino, puntando magari a conquistare la prima maglia rosa. Invece si deve accontentare di pedalare - badate bene, non allenarsi - nel suo Belgio, di continuare la riabilitazione e di cominciare a...


Biniam Girmay nel 2022 era stato una delle rivelazioni del Giro d’Italia e, dopo un esordio brillante, era riuscito a conquistare anche una tappa. In Eritrea è stata subito festa grande, ma la gioia durò poco, perché Girmay fu costretto...


Tra i ciclisti che per la prima volta correranno il Giro c’è anche Fabio Jakobsen, che nei grandi giri ha già vinto 5 tappe alla Vuelta e una al Tour de France. L’olandese è alla sua prima stagione con il...


TBRADIO

-

00:00
00:00
VIDEO





DIGITAL EDITION
Prima Pagina Edizioni s.r.l. - Via Inama 7 - 20133 Milano - P.I. 11980460155




Editoriale Rapporti & Relazioni Gatti & Misfatti I Dubbi Scripta Manent Fisco così per Sport L'Ora del Pasto Le Storie del Figio ZEROSBATTI Capitani Coraggiosi