FANCELLU: LA PASSIONE GRAZIE A PANTANI E IL SOGNO DEL GIRO U23

DILETTANTI | 13/08/2020 | 08:05
di Pietro Illarietti

Lavora duro sulle montagne con il sogno del Giro U23. Si prepara scalando il Mortirolo dove è nata la sua passione. Un giorno papà lo portò a vedere la salita del Pirata, narrandone le gesta. Un video su Youtube, la passione immediata ed una carriera che è partita. 


Alessandro Fancellu, scalatore da 63 kg, classe 2000, si sta preparando in Aprica e sogna in grande. “Preparo il Giro U23. Non ho mai fatto classifica in una corsa così lunga – racconta il corridore della Kometa - e non so cosa potrò fare. Al massimo ripiegherò sul piano B, le tappe. Non ho nemmeno un'esperienza pregressa perchè lo scorso anno ero impegnato con la maturità. Io mi sto preparando con impegno, scalo tutte le salite mitiche. Poi vedremo come andrà”.


Il comasco di Binago, il paese dei grembiuli, ha uno stretto legame con Aprica. “Mamma Monia è di Aprica, vengo qui da sempre. Anche per questo vorrei fare bene nella tappa che considero di casa, ha un significato speciale. Ho provato il percorso, con le salite di Carona, e il Mortirolo da Mazzo. Ieri ho fatto 4 ore oggi ne avevo in programma 6, ma ho avuto un problema meccanico. Recupererò domani. Sono abituato a fare sacrici. Ricordo quando frequentavo l'Istituto agrario a Limbiate, 2 ore da casa con i mezzi. Mi allenavo la sera al buio con luce e giubbino catarifrangente con i mei genitori che mi venivamo a prendere alla stazione”.

 

La stagione 2020, oltre al lockdown era iniziata con qualche piccola sfortuna: “Ho patito un infortunio prima di partire per il ritiro di Oliva, in zona Calpe”. Poi la crescita. “ A Murcia sono arrivato davanti ed ho capito che stavo andando bene. Poi in Antalya è arrivato il podio. Correre con i prof ti aiuta a crescere. E' anche per questo che ho scelto il team Kometa, che mi permette di svolgere un calendario internazionale. Certo quando corriamo con i team World Tour stare davanti è però impossibile”.

Nel frattempo ha debuttato a Imola: “Nelle prime corse c'era tanto nervosismo. Sia ad Imola che in Spagna, a Burgos. Tutti vogliono stare davanti, pure io sono caduto senza conseguenze. Certo è una stagione corta, si perdono tante gare e quindi opportunità di mettersi in evidenza”.

Il legame con il territorio passa anche dalla famiglia Pedranzini: “Ho conosciuto Giacomo tramite il team. Una brava persona che ci mette un grande impegno anche per la squadra. Ci sono sempre meno team e trovare gente disposta a investire nel ciclismo è una fortuna”.

La vicinanza al territorio è testimoniata dalla presenza all'incontro dell'assessore allo sport di Aprica, Andrea Negri. “Per noi le 2 ruote sono una grande opportunità, abbiamo tutte le salite del Giro e il nostro comune in particolare sta investendo su 2 nuove bike arena, ma presto potremo dire di più”.

 

Con Andrea Negri sotto l'arco di Aprica 

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