CASSANI. «FATECI CORRERE O ANDREMO INCONTRO AL DISASTRO»

NEWS | 03/07/2020 | 19:16
di tuttobiciweb

Davide Cassani interviene ancora a gamba tesa e chiede a gran voce di far ripartire l'attività. Lo fa con un intervento accorato che arriva ad avere anche toni drammatici. Lo fa con il solito trasporto che gli conosciamo, lo fa con intensità e vigore. Con la consueta onestà intellettuale. Lo fa da uomo della Federazione e di una Regione (l'Emilia Romagna), le quali per questa emergenza stanno usando tutte le precauzioni del caso. Lo fa mettendoci la faccia, anche per chi è solito parlare sempre dietro alle quinte se non alle spalle, lontano dalle luci della ribalta e spesso hanno anche da ridire sullo stesso Davide Cassani, che da uomo di sport e testimonial del nostro movimento (esattamente come avrebbero fatto Alfredo Martini e Franco Ballerini), invece, si espone per tutti. Per questo, da parte nostra, molto semplicemente lo ringraziamo.


Questo covid-19 mi ha fatto capire una cosa: lo sport fa male! E pensare che, da sempre, sono stato convinto che lo sport fosse uno strumento essenziale per rendere migliori le nostre vite, un modo per crescere più sani ma soprattutto regalare a centinaia di migliaia di giovani, tanti bei sogni. Evidentemente mi sbagliavo perché ho capito fin dall’inizio di questa pandemia, che lo sport fa male e per questo va fermato.


Come si propaga il contagio? Con l’assembramento, la vicinanza tra le persone. Qual è stato uno dei primi provvedimenti? Bloccare lo sport, anche quello individuale. Puoi andare a fare una corsetta da solo? NO. Puoi andare a pedalare sulle tue colline in assoluta solitudine? NO.

Subito, a marzo, mi sono detto: è giusto, metti che mi capiti qualcosa, che ne so, una caduta, meglio stare in casa perché in caso di incidente non è proprio il caso di aumentare il lavoro ad un pronto soccorso già in evidente difficoltà. Bisogna sempre pensare al bene comune, al minore dei mali. Siamo in stato di emergenza? Allora si sta in casa e si contribuisce al bene del prossimo facendo meno danno possibile. Giustissimo rinchiudersi tra le mura di casa e consigliare a tutti di fare la stessa cosa.

Ma ora mi chiedo: perché dobbiamo stare ancora fermi con le attività agonistiche? Perché i nostri giovani non possono gareggiare? Perché lo sport è considerato così pericoloso? Sia ben chiaro, parlo di sport organizzato.

Quanto mi piacerebbe fare quattro chiacchiere con il CTS (comitato tecnico scientifico) e capire il morivo di questi continui NO alla riapertura dell’attività agonistica nello sport.

Ma vi rendete conto del danno che stiamo arrecando ai nostri giovani? Non li facciamo gareggiare, ma li lasciamo liberi di andare tranquillamente in spiaggia, di uscire liberamente tutta la notte, movida compresa, di festeggiare nelle piazze per qualsiasi motivo (anche la Coppa Italia di calcio), di riunirsi per bere mangiare e tutto il resto. Ma gareggiare no.

Stiamo gettando via una generazione di giovani sportivi, disperdendo il grande lavoro fatto in tutti questi anni con enormi sacrifici, per che cosa? Sapete come funziona lo sport in Italia? Conosco molto bene il ciclismo perché ci sono dentro da più di 40 anni. Gli sport organizzati non sono un pericolo o comunque sono facilmente controllabili. Un esempio banale: se ho un semplice raffreddore, non vado neanche a correre e se per caso mi vengono due linee di febbre faccio come mi diceva il mio direttore sportivo, sto in casa ed esco ad allenarmi solo quando mi sento meglio. Per dire che il controllo c’è già dalla base. Da quel che leggo e per i divieti che ci vengono imposti, sembra che lo sport sia tra gli ambienti più pericolosi quando invece, proprio per le regole che impone, è una delle attività meno rischiose e più gestibili.

Così siamo qua ad assistere ad un disastro annunciato perché di disastro, se non ripartiamo, stiamo parlando. Questa mattina ho letto sulla Gazzetta un dato preoccupante: ‘L’85 per cento dell’attività sportiva dilettantistica sarebbe a rischio se non riaprissero le palestre delle scuole al pomeriggio’.

Consideriamo anche un’altra questione: le nostre ragazze ed i nostri ragazzi non possono gareggiare, ma il sabato e tutte le altre sere possono tranquillamente uscire a fare bisboccia. Ma io dico, è normale tutto questo? Continuando con questi divieti, almeno nel ciclismo, si potrebbero perdere dal 30 al 40 per cento dei nostri giovani. Non perderemmo solo futuri possibili campioni (sarebbe il danno meno grave), ma la salute di molti altri ragazzi (questa sì che sarebbe una catastrofe).

Sento parecchie persone che si lamentano della Federciclismo perché non sta facendo nulla per il proprio movimento. Posso dirvi che si sbagliano di grosso. Stiamo lavorando dalla mattina alla sera, ma certe decisioni non possiamo deliberarle noi. Abbiamo bisogno di decreti che ci diano la possibilità di poter correre rispettando tutte le norme del caso.

Ho cominciato con tono ironico, spero che fosse evidente. Ho finito in tono quasi drammatico perché sono convinto che lo sport potrebbe aiutarci ad allentare il morbo e non a favorirlo. E non servono troppi dati per dimostrarlo.

Copyright © TBW
COMMENTI
Sacrosanto
3 luglio 2020 22:48 Bortolot
Parole adeguate. Soprattutto per quanto riguarda i giovani.

Lotta contro i mulini a vento
4 luglio 2020 00:15 lupin3
Ma hai tutto il mio appoggio

La saggezza di Davide.
4 luglio 2020 08:16 datrial70
Parole calibrate e sagge...qualcuno le mediterà??

Un po' di confusione
4 luglio 2020 08:17 Roxy77
Pienamente concorde con quanto sostiene in questo sfogo Cassani ma poi leggo "la FCI blocca ancora le trasferte: fino al 14 luglio non si potrà andare a correre all’estero, tranne i pro"...
E qualcosa non mi torna!! Perché vietare ad una team juniores che magari confina con Svizzera o Slovenia di andare a correre oltreconfine...

Bravo Cassani
4 luglio 2020 09:47 Beffa195
Che siano politici che sia il famigerato CTS che ha detto di tutto e il contrario di tutto stanno arrecando allo sport e non solo un danno incalcolabile ma sono burocrati e di vita reale e di sport non capiscono nulla!

Incompetenti
4 luglio 2020 11:44 rufus
Siamo in mano a un branco di incompetenti, a tutti i livelli. Puo' solo andare peggio

Fiducia si fiducia no
4 luglio 2020 15:24 Emilio
Siamo tutti sbalorditi perché mentre prima siamo stati attenti ad osservare le regole ora però sono queste contraddizioni che ci fanno dubitare. Sport regolato NO movida senza regole ed altri assembramenti vari SI la gente sta perdendo fiducia in chi dovrebbe farcela con il pericolo che il prossimo autunno inverno sottovaluteremo anche una nuova ondata.

Guerra
4 luglio 2020 18:43 lupin3
Ormai sulle strade é una guerra e i recenti incidenti da Zanardi in giu putroppo porteranno a una regolamentazione dell'uso della bicicletta su strade pubbliche. In questo scenario fare forse su strada in Itália sara sempre piu difficile. La mia sensazione é che sopravviveranno solo fuoristrada, pista, autodromi o percorsi comunque chiusi, forse le crono.

Hai dimenticato i tuoi dati, clicca qui.
Se non sei registrato clicca qui.
TBRADIO

00:00
00:00
SCOTT unisce le forze con il NSN Cycling Team come fornitore ufficiale di biciclette, sostenendo la squadra nella sua nuova entusiasmante era. Il team con sede in Spagna e licenza svizzera, non condivide solo la nazionalità con SCOTT. La partnership rappresenta...


Nel 2028 la KNWU - Federazione olandese di ciclismo - festeggerà i suoi primi 100 anni e lo farà organizzando competizioni di altissimo livello.  L'unione celebra questo anniversario con il Dutch Cycling Festival: un programma lungo un anno che renderà...


Un gravissimo lutto ha colpito il nostro collega Pietro Illarietti: si è spento all’età di 75 anni, dopo una lunga malattia, papà Franco. A Pietro e a suo fratello Mauro, a mamma Rina e a tutta la famiglia Illarietti giunga...


Avete bevuto già il caffè questa mattina? La risposta probabilmente sarà sì e, nel caso sia no, siamo sicuri diventerà sì nell'arco della giornata, soprattutto se avete in programma un'uscita in bici con gli amici. La coffee ride è un classico per...


L’olandese Yoeri Havik e il portoghese Iuri Leitão sono i primi leader della Sei Giorni di Rotterdam e guidano davanti ai campioni del mondo della madison Fabio Van den Bossche e Lindsay De Vylder e ai vincitori del Campionato Europeo...


La CANYON//SRAM zondacrypto ha ufficializzato nelle scorse ore l’ingaggio nella propria formazione di sviluppo di Erja Bianchi, 18enne lombarda di Lonate Pozzolo.   Dopo aver difeso i colori della Ju Green di Gorla Minore, Erja è poi passata alla Biesse...


Lo sport è uno dei mezzi migliori per comunicare con i giovani e la bella iniziativa “Dialoghi di Sport” sono tre eventi voluti dall’Assessorato allo Sport del Comune di Luni per trasmettere ai giovani l’interesse per lo sport come scuola...


A 26 anni Mattia Gaffuri ha realizzato il sogno di passare ufficialmente professionista, con l'ingaggio da parte della Picnic PostNL in seguito al suo stage in Polti VisitMalta e soprattutto alla lunga esperienza tra Swatt Club e studi da preparatore:...


Novartiplast un nome evocativo che riporta agli albori degli anni Ottanta del celebrato e compianto Mario Cioli. Colui che mise in piedi uno squadrone diretto da Domenico Garbelli e Olivano Locatelli. Colui che al ciclismo ha dato molto da vero...


Che cos’è la crono? Una corsa contro il tempo. Da solo, in coppia, in quartetto, a squadre. Con e contro il cronometro. I vecchi dicevano: partire forte, continuare fortissimo, finire alla morte. Una corsa alla morte, dunque un suicidio. Una...


TBRADIO

-

00:00
00:00





DIGITAL EDITION
Prima Pagina Edizioni s.r.l. - Via Inama 7 - 20133 Milano - P.I. 11980460155




Editoriale Rapporti & Relazioni Gatti & Misfatti I Dubbi Scripta Manent Fisco così per Sport L'Ora del Pasto Le Storie del Figio ZEROSBATTI Capitani Coraggiosi La Vuelta 2024