Tredici giorni di corse per oltre 2000 km percorsi tra il Santos Tour Down Under, il Saudi Tour, la Omloop Het Nieuwsblad e la Kuurne-Bruxelles-Kuurne. Poi la pandemia che ha stravolto programmi e progetti anche per Marco Marcato, l’esperto padovano del Team UAE Emirates, impegnato nella sedicesima stagione della sua carriera professionistica.
La ripartenza è sempre più vicina e quella del veneto, classe 1984, scatterà il 3 agosto con il Grande Trittico Lombardo: «Speriamo che tutto possa andare per il meglio e che il calendario stilato dall’UCI venga rispettato. È sicuramente una stagione diversa dalle altre, ma tornare a correre rappresenta un grande passo per il bene di tutto il movimento e per riacquisire una normalità che era andata perduta. Saranno mesi molto concentrati, ma penso sia giusto sapersi adattare pensando alla difficile situazione che abbiamo vissuto e che stiamo vivendo tutt’ora. Immagino non sia stato semplice ridisegnare un nuovo calendario, concentrando quasi un’intera stagione in così pochi mesi, e qualche sovrapposizione direi fosse inevitabile» ha raccontato Marcato a Tuttobiciweb.
Come ha trascorso la quarantena?
«Le dico la verità: nel male è andata bene. Siamo sempre con la valigia in mano in giro per il mondo, quindi ho approfittato di questo stop per godermi la mia famiglia, mia moglie Elisa e le nostre due bambine, Aurora e Alice. Mi sono cimentato anche con la didattica online: Aurora ha 7 anni e frequenta la prima elementare. L’ho aiutata con i compiti, le verifiche e a seguire le lezioni in rete. Non ho avuto tempo per annoiarmi, è stata una quarantena abbastanza impegnativa. Ho continuato ad allenarmi tra rulli e qualche esercizio a corpo libero, per cercare di mantenere una buona condizione fisica. Non mi sono nemmeno trovato male con i rulli, anzi... penso siano stati un ottimo rimedio vista l’impossibilità di allenarsi su strada».
Ha riscoperto nuovi hobby che la frenesia delle corse le aveva fatto abbandonare?
«Famiglia, scuola online e... un po’ di playstation. Mi piacciono molto i giochi con le macchine, come ad esempio Gran Turismo, e così ne ho approfittato».
Com’è stato tornare ad allenarsi su strada dopo due mesi di rulli?
«Una grande emozione. Non mi era mai capitato di passare così tanto tempo chiuso in casa. Mi mancava il vento in faccia. È stato un po’ come le prime volte, di quelle che non si dimenticano mai, neanche a distanza di anni, e regalano vere scariche di adrenalina. Ripeto nel male, è andata bene, sono riuscito a riassaporare sensazioni sottovalutate e farci più caso».
Ha già deciso insieme alla squadra quali saranno i suoi programmi in vista della ripartenza?
«È tempo di iniziare a scaldare i motori: dal 18 luglio saremo in ritiro a Sestriere e io scenderò il 2 agosto. Per quanto riguarda le corse, oltre al Grande Trittico Lombardo del 3, dovrei disputare la Milano-Torino, il Giro del Delfinato e, per ora, sono nella squadra che sarà al via del Tour de France il prossimo 29 agosto. Ad ottobre invece mi concentrerò sulle Classiche in Belgio, concludendo la mia stagione con la Parigi-Roubaix, domenica 25 ottobre. Mamma mia... chissà che tempo troveremo» dice ridendo.
Parlando di obiettivi personali...
«Sarò a disposizione della squadra per quanto riguarda il Delfinato e il Tour, alle Classiche invece lavorerà per il nostro capitano Alexander Kristoff. Se si dovesse poi presentare qualche occasione mi piacerebbe coglierla, ma come sappiamo sarà la strada a decidere».
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