L'«EROICO» BROCCI PROPONE UN CICLISMO DIVERSO A LAPPARTIENT

NEWS | 15/01/2020 | 11:12
di Giorgio Viberti

Il profeta di un altro ciclismo si chiama Giancarlo Brocci, 65enne di Gaiole in Chianti (Siena), laurea in Medicina, ex politico, scrittore (fra i suoi libri «Ridateci il Pci» e «Bartali, il mito oscurato»), musicista a tempo perso, ex calciatore, ciclista e boccista amatoriale. Figlio di contadini, ha avuto una vita avventurosa, anche da bohémien, lavorato nella Sanità e nello Sport, cantato nel complesso «Gli Uragani», fatto il giornalista e viaggiato molto. Sembrerebbe un ex figlio dei fiori, invece grazie a una smisurata passione per il ciclismo si è riscoperto abilissimo manager. Nel luglio 1995 ha inventato la Gran Fondo Gino Bartali, partenza e arrivo a Gaiole in Chianti, l’ombelico del suo mondo. E dopo 2 anni un nuovo brand, «L’Eroica», ciclismo d’epoca su strade bianche per corridori d’antan, romantici del pedale con maglie di lana e borracce di metallo su bici senza cambi, pesanti come cancelli. In breve L’Eroica è diventata la nuova moda dei ciclofili a caccia di emozioni antiche, ingobbiti su vecchie bici in acciaio, con leve del cambio sul telaio, fili dei freni esterni al manubrio, fermascarpe a gabbia, ruote con almeno 32 raggi e cerchi a profilo basso. E gli appuntamenti «eroici» sono ormai una dozzina in tutto il mondo, dall’Italia al Giappone, dalla Germania agli Usa, dall’Inghilterra al Sudafrica, dall’Olanda alla Spagna. Il «visionario» Brocci ha fatto centro, eppure non ha smesso di sognare. E oggi vedrà nientemeno che David Lappartient, presidente della Federazione Ciclistica Mondiale, per proporgli un altro modo di gareggiare in bici.


«Il ciclismo è ormai un fenomeno planetario - dice Brocci -, ma è in crisi tecnica e i suoi protagonisti, ostaggio di preparatori e procuratori, sono lontani dalla gente e non sanno più entusiasmare anche perché disputano poche gare all’anno. La tecnologia esasperata ha appiattito classe e talento, tolto poesia, imbalsamato le corse e reso tutto più prevedibile e noioso. Oggi un Tour si vince o si perde magari per un salto di catena. E la gente non riesce ad appassionarsi per atleti spesso magrissimi, quasi denutriti, con mille esenzioni mediche per sindromi allergiche o asmatiche, che fanno vita da fachiri ma corrono sempre meno. Anche un fenomeno come Fausto Coppi, che era 180 cm per 75 kg, probabilmente oggi non potrebbe mai vincere un grande giro. È ora di cambiare».


Ma come?

«Riscoprendo il ciclismo eroico, il senso dell'avventura, dell'imprevisto, della ricerca di nuovi percorsi, se possibile sterrati, che torni a riproporre la fatica vera, sana, e i valori dello sport non mediato dall’ipertecnologia e dai sotterfugi».

In pratica, però, che cosa proporrà Brocci a Lappartient?

«Strade sconosciute, non più le solite salite classiche che conoscono tutti. Del resto anche Giro, Tour e Vuelta stanno cercando nuovi percorsi. Poi distanze più lunghe, oltre i 300 km, con partenze magari in notturna e bici senza rapporti da rampichino, così da vedere davvero chi fa la differenza in salita. Banditi computer e radioline, rifornimenti solo a terra e divieto per i corridori di scendere sotto il 6% di grasso corporeo, dando così anche un messaggio di salute e di gioia, non di sofferenza».

Difficile però scardinare il business del ciclismo professionistico...

«Nessuno vuole farlo. Penso a un circuito parallelo, come la Formula E per la F1 o la Superbike per la MotoGp, riservato a una selezione di Under 23 o giovani professionisti, previo uno step di controllo per valutarne le qualità fisiche e morali. Si potrebbe gareggiare soprattutto d’inverno nei Paesi del Sud, come Sudafrica, Australia e America Latina, ospitando i corridori in strutture comuni, anche itineranti, o villaggi allestiti ad hoc, con alimentazione e controlli medici uguali per tutti. E sarebbe bello individuare dei “Comuni Eroici”, paesi da rilanciare anche turisticamente grazie al ciclismo, nei quali tutelare la natura e le strade bianche come la Roubaix fa col pavé. Fino ad arrivare, un giorno, magari a un “Mondiale Eroico”».

Intrigante e romantico, certo. Ma i soldi chi li mette?

«L’Italia, patria del ciclismo, non ha più un team di World Tour, gli sponsor sono scappati anche perché questo tipo di ciclismo non piace più. Proviamo a offrirgliene un altro?».

da La Stampa a firma di Giorgio Viberti

Copyright © TBW
COMMENTI
Hai dimenticato i tuoi dati, clicca qui.
Se non sei registrato clicca qui.
TBRADIO

00:00
00:00
Un amore mai sbocciato compiutamente, un rapporto difficile e teso tra Federciclismo e Lega del ciclismo Professionistico, tra il presidente Cordiano Dagnoni e il presidente della Lega Roberto Pella. Silvano Antonelli, uomo misurato e di pensiero, che del ciclismo ha...


Santini Cycling e la squadra World Tour Lidl-Trek annunciano il lancio ufficiale del nuovo kit da gara per il 2026, un progetto che rinnova l’identità visiva della squadra mantenendo salde le sue radici. I colori iconici di Lidl - blu,...


Veronica Ewers ha deciso di dire addio al ciclismo e lo ha fatto pubblicando una lettera intensa e drammatica sul suo profilo Instagram.  «Alcune settimane fa, ho ricevuto i risultati degli esami del sangue che mostravano che i miei livelli...


Protagonista di una importante campagna acquisti che ha portato ad un profondo rinnovamento dell'organico, la Decathlon CMA CGM (la CMA CMG è una compagnia francese di trasporto e spedizione di container. È una delle più grandi compagnie navali a livello mondiale,...


Paolo Savoldelli sarà in studio questa sera a Radiocorsa, in onda alle 20 su Raisport. Con il campione bergamasco si parlerà dei primi ritiri in Spagna, della stagione 2025, di Jonathan Milan, di Giulio Pellizzari, di ‘Regala un Sogno’,...


Tante tappe, un po’ come accade nei Grandi Giri che tanto appassionano noi amanti del ciclismo. La Torcia Olimpica di Milano Cortina sta viaggiando verso il capoluogo lombardo dove il 6 febbraio prossimo è in programma la cerimonia di apertura...


Oggi, giovedì 11 dicembre, viene presentata in tutto il mondo la nuova Factor One,  un modello che ha fatto ampiamente discutere già nel giorno del suo debutto nelle corse al Criterium du Dauphiné 2025, giornata chiusa con uno splendido primo posto...


Nella splendida cornice del Ristorante La Brace di Forcola, sponsor storico della società, si è svolto il tradizionale pranzo sociale del Pedale Senaghese conclusosi con l’attesa lotteria sempre ricca di premi; un appuntamento ormai attesissimo che quest’anno ha assunto un...


Dopo due stagioni in cui ha indossato la maglia iridata, Lotte Kopecky tornerà a correre con i colori sociali e la – rinnovata - maglia della SD Worx Protime. È stata proprio la trentenne belga a presentare la divisa con...


Johan Museeuw parla da un letto d’ospedale, ma il messaggio che ha scelto di affidare ai propri social serve per tranquillizzare i suoi tifosi e gli appassionati di ciclismo e spiegare ciò che gli è successo. Il sessantenne belga, che...


TBRADIO

-

00:00
00:00





DIGITAL EDITION
Prima Pagina Edizioni s.r.l. - Via Inama 7 - 20133 Milano - P.I. 11980460155




Editoriale Rapporti & Relazioni Gatti & Misfatti I Dubbi Scripta Manent Fisco così per Sport L'Ora del Pasto Le Storie del Figio ZEROSBATTI Capitani Coraggiosi La Vuelta 2024