MONTOLI E LA SFIDA AL LINFOMA, LA VITTORIA PIU' BELLA

STORIA | 06/11/2019 | 11:07
di Danilo Viganò

Un tunnel dal quale troppo spesso uscire è molto difficile. Eppure Andrea Montoli l’ha superato alla grande e oggi sorride dopo aver combattuto contro un linfoma mediastino, cioè nello spazio tra i due polmoni. Ha sconfitto il male che a soli 15 anni gli aveva precluso, allora, di guardare felice e gioioso agli anni più belli della gioventù. Oggi, a distanza di due anni, Andrea è completamente guarito grazie anche a sei cicli di chemioterapia: l’ultimo controllo proprio due giorni fa.


Andrea abita a Parabiago, il paese dei Saronni, oggi ha 17 anni e racconta: «Il male poteva anche aver vinto la battaglia, ma ha perso la guerra contro di me. Era aprile 2017, correvo tra gli allievi della Società Ciclistica Saronni di Parabiago. In quel periodo, per me, studio e bicicletta in ottima sintonia. A maggio decido di fare dei controlli e arriva la prima diagnosi terribile: scopro di avere un linfoma al sistema immunitario. Una sferzata pazzesca, ma in quel preciso istante capisco che sarebbe andato tutto alla grande, qualsiasi cosa fosse successa. Forse proprio il mio carattere di atleta e la voglia di vincere in sella alla mia bicicletta mi hanno permesso di prendere in mano una difficile situazione e di accettare, senza paranoie, tutto che quello che avrei dovuto affrontare per guarire».


La stagione di Montoli si ferma dopo neppure un mese di corse e un ottavo posto alla Varese-Angera (era il 26 marzo) una fra le classiche giovanili più importanti, tra l'altro prova dell’Oscar tuttoBICI. Per Andrea iniziano le visite presso l’Istituto Nazionale dei Tumori di via Venezian a Milano. Oltre all’amore incondizionato della famiglia, dalla mamma Barbara al padre Mario e ai fratelli minori Giacomo e Tommaso (che giocano entrambi a calcio, ndr) che gli sono sempre accanto, c’è la dottoressa Terenziani che si prende cura della terapia farmacologica orientata a distruggere le cellule tumorali.

«Di certo sono stati lunghi mesi (da maggio a settembre) nei quali ho affrontato la chemio che, a differenza di altri casi, su di me ha avuto fortunatamente un effetto quasi immediato e deciso per la mia guarigione. Posso solo dirvi che nonostante tutto non mi sono mai perso d’animo, ho continuato a studiare e ho raggiunto la promozione, ora sono al quarto anno di Liceo Scientifico al Cavalleri di Parabiago. Sentivo che miglioravo a ogni seduta di chemioterapia e promettevo a me stesso che il ritorno in sella era soltanto una questione di tempo. Così, appena ricevuto il via libera dalla dottoressa Terenziani e dal dottor Spreafico che mi ha seguito nella ripresa dell’attività sportiva, sono tornato a pedalare ed è stato come toccare il cielo con un dito. Di sogni nel cassetto ne ho molti e so che d’ora in poi la mia vita sarà una continua salita, per arrivare sempre più in alto».

La rinascita ciclistica di Montoli parte nel 2018, nellla sua ultima stagione da allievo e sempre per il club di Parabiago di Antonio Saronni, fratello di Beppe e di Alberto. Due vittorie, nella Piccola Tre Valli Varesine e a Carbonate, nel Comasco. In bilancio anche tre secondi posti, un terzo, il quinto alla Varese-Angera, il nono al campionato lombardo. Che il giovane fosse tornato è sotto gli occhi di tutti e la conferma arriva quest’anno, al debutto tra gli Juniores con il Canturino 1902, società ultra centenaria dalla quale sono passati grandi corridori. Tre vittorie per lui: a Paesana nel Cuneese, a Oleggio nel Novarese e la ciliegina sulla torta della Olgiate Molgora-Madonna del Ghisallo, quando in salita stacca l’iridato della crono Antonio Tiberi e il vice campione del mondo su strada Alessio Martinelli. All'internazionale “Paganessi” di Vertova è dodicesimo all’arrivo, terzo fra gli italiani, sfiora il successo due volte a Gornate Olona e Fosdinovo, quarto al tricolore cronosquadre, quinto alla Firenze-Faenza e a Montegnano. Con la rappresentativa della Lombardia partecipa al Tour de Gironde, in Francia. Una grande annata a dimostrare che in questo ragazzo di talento e di margini di miglioramento ce ne sono parecchi.

«Si, è stata una bellissima stagione, e ne vado fiero. Ricordo ancora quel giorno quando tornai alle corse, era il marzo del 2018, e come rivedere il traguardo dopo tanto tempo mi abbia regalato una forte emozione. Dentro di me sentivo una energia sconosciuta, una forza di riscatto che mi spingeva a dare il massimo per quello che amo fare, il ciclismo. Quel giorno sono arrivato quinto alla Varese-Angera, nonostante abbia pagato un po' i primi sforzi, ma quel risultato mi ha dato grande sosddisfazione. Ma le fatiche del ciclismo non sono pesanti, vi assicuro che ho combattuto di più durante tutta la malattia. Ho sfidato i momenti più tristi a testa alta, col sorriso sempre stampato sul volto per dimostrare, prima a me stesso e poi agli altri, che con la grinta e la determinazione potevo vincere la sfida. E’ stata un’esperienza che racconto raramente e se lo faccio è per regalare uno stimolo in più a tutti quei ragazzi e ragazze che, come me, si sono trovati da un giorno all’altro nelle stesse condizioni, impegnati nella lotta contro un avversario terribile come la malattia. Una lotta, però, che si può vincere».

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COMMENTI
Bravi
6 novembre 2019 12:41 geo
Una famiglia sana e "per bene" credo si la chiave di questa vera vittoria!

Complimenti
6 novembre 2019 13:00 blardone
Non ci sono parole .un grosso in bocca al lupo piccolo campione

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