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GIRO D'ITALIA | 19/05/2019 | 07:35
di Giuseppe Figini

 


La tappa più lunga non si è discostata dal prevedibile canovaccio con lunga fuga e finale lungo i “mangia e bevi” della fascia collinare pesarese, senza visibile traccia però dei paventati “muri”, che hanno comunque determinato gli uomini di classifica a non abbandonare le posizioni di testa del plotone, dimezzato nel finale, per evitare rischi di vario genere. Anche i velocisti di prima fascia hanno assai agevolmente tenuto nel planimetricamente articolato finale per presentarsi alla volata che ha premiato, sul breve rettilineo d’arrivo, le doti di scattista del tascabile sprinter australiano Caleb Ewan che si è ben gestito da solo prima di piazzare il suo rush vincente. Viviani e il panzer Ackermann, che avevano potuto usufruire del supporto dei rispettivi “treni”, sono ai posti d’onore. Non ci sono stati cambiamenti in tema di maglie dei capiclassifica, come già anticipato nel commento riassuntivo di tuttobiciweb.it di Giulia De Maio.


Oggi l’articolata cronometro da Riccione a San Marino è indicativa, con l’eloquenza fredda propria dei numeri, per le prospettive dei pretendenti alla vittoria del Giro d’Italia 102.

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E’ una tappa di rilevante importanza nell’economia generale della corsa rosa 2019 questa cronometro individuale, tutta romagnola nella prima parte con un tracciato con leggere ondulazioni e che, superato il confine di stato con la Repubblica di San Marino, dopo 22chilometri, muta notevolmente l’aspetto altimetrico proponendo circa dodici chilometri di salita, anche con alcuni tratti oltre il 10%. La salita è compendiata in questi numeri: lunghezza km. 12,250 per superar un dislivello di m. 549 e pendenza media del 4,5%. Il traguardo coincide con il GPM di 3^ categoria.

Motivo di peculiare interesse della zona interessata dalla corsa, richiamato anche nella denominazione della tappa, è il vino Sangiovese che è una notevolissima risorsa anche di questa zona.

Il Sangiovese è un vitigno italiano a bacca nera, coltivato dalla Romagna fino alla Campania. Il Sangiovese è utilizzato negli uvaggi di un grande numero di vini, quasi cento, alcuni dei quali sono nomi e marchi di primo prestigio enologico. La tappa Riccione-San Marino vuole continuare un discorso e una proposta che da qualche edizione caratterizza la corsa rosa per dedicare a un’eccellenza italiana, il vino appunto, un abbinamento con il territorio di produzione percorso dal tracciato del Giro d’Italia. Il vino a denominazione di origine controllata “Romagna Sangiovese”, nelle linee generali, fa risalire a un antico atto notarile del 1672 rinvenuto nell’Archivio di Stato di Faenza, dove si ritrova il termine Sangiovese. E’ un vino generoso che bene si abbina con le carni rosse, la pasta fresca come cappelletti, o tortelloni con il ragù e anche a formaggi stagionati elementi ben presenti nella sapida cucina romagnola. Senza addentrarci nello specifico disciplinare di produzione che regola Il vino Romagna D.O.C. Sangiovese riportiamo che lo stesso è coltivato in 7 comuni della provincia di Bologna, 24 per quella di Forlì-Cesena, 5 per Ravenna e 19 comuni nella provincia di Rimini e poi, con varianti, in altre diverse località della regione denominate “sottozone”.

Riccione, comune costituito nel 1922 quando si staccò da quello di Rimini, è una notissima, elegante, località del turismo, balneare ma non solo, conosciuta anche a livello internazionale, per le molteplici attrattive che propone in tema di vacanze, divertimento e anche cultura. E’ dalla fine del 1800 che la città, ora in provincia di Rimini, propone i suoi viali alberati, le sue villette di molteplici stili, inserite nel verde di estesi giardini e parchi, le accoglienti strutture alberghiere realizzate pensando ai criteri distintivi di una “città-giardino” tanto che, nel tempo, è stata definita come “la perla verde dell’Adriatico”, frequentata anche da molti personaggi di vari settori. Nel suo territorio, sul mare e in collina, sorgono famosi locali del divertimento molto frequentati soprattutto da giovani.

Il cuore di Riccione è il notissimo Viale Ceccarini, intitolato a Maria Ceccarini, cognome del marito, Maria Boorman Wheeler all’anagrafe, benefattrice d’origine statunitense, scomparsa nel 1903, che diede impulso alle iniziative della famiglia Ceccarini per lo sviluppo di Riccione. Il moderno Palazzo dei Congressi favorisce e ospita il turismo congressuale e diverse altre iniziative. Molteplici sono le strutture ricreative e di divertimento con parchi tematici. L’uso della bicicletta, grazie alle piste ciclabili, è molto praticato. Frequenti sono gli eventi ciclistici qui organizzati, soprattutto dal G.S. Emilia di Adriano Amici.

Il Giro d’Italia ha posto qui traguardi di tappa nel 1933 e successo del francese Fernand Cornez, 1935 Giuseppe Olmo, 1952 il belga Rik Van Steenbergen, 1967 il suo connazionale Georges Vandenberghe e nel 1989 è il polacco Lech Piasecki a imporsi nella cronometro da Pesaro a Riccione.

L’itinerario prevede il passaggio per la località di Osteria del Fiume, alla periferia del territorio della vicina Rimini, quindi prosegue per Ospedaletto, frazione del comune di Coriano, zona d’industrie inserite nel paesaggio agricolo collinare con vigneti e uliveti, nella zona della comunità di San Patrignano e quindi un’altra frazione di Coriano, Vecciano, che conduce al confine con il territorio della Repubblica di San Marino, nel panorama di estesi vigneti. Dopo l’abitato di Faetano, la strada inizia a salire con varie pendenze e pure qualche contropendenza per Montegiardino, Fiorentino, e quindi il tratto finale, in salita, per il traguardo sotto Borgo Maggiore, i tre “castelli”, dizione che nella repubblica del Titano, indica i comuni, toccati dal tracciato.

La Serenissima Repubblica di San Marino, questa è la denominazione ufficiale, repubblica parlamentare che ha sempre mantenuto rapporti privilegiati con l’Italia, con numerosissimi trattati e accordi bilaterali, è quella che tecnicamente si definisce un’“enclave” ai confini della Repubblica Italiana ha un’estensione di kmq. 61,19 con poco meno di 35.000 abitanti. Da sempre San Marino tende ad affermare la propria sovranità e indipendenza con relazioni dirette in molti Paesi del mondo, è membro dell’ONU, della Banca Mondiale (la moneta e l’euro) e altre importanti istituzioni. Sorge fra l’Emilia-Romagna e le Marche, a sud, fra le valli della Marecchia e del Conca, vicino alla zona del Montefeltro. Il territorio è prevalentemente collinare che presenta l’acuta, caratteristica, riconoscibile sagoma calcarea del Monte Titano, quota m. 750, quale punto più elevato. E’ il terzo stato più piccolo d’Europa. La tradizione colloca la sua fondazione nel 301 d.C. quando un tagliapietre-scalpellino dell’isola d’Arbe, in Dalmazia, per sfuggire alle persecuzioni contro i cristiani, si rifugiò sul Monte Titano stabilendovi una piccola comunità monastica che, nei secoli, si è sempre autogovernata in pratica. E’ una delle più antiche repubbliche del mondo. All’epoca medievale dei Comuni il territorio era denominato “Terre di San Marino” e governato dall’Arengo, assemblea dei capi-famiglia, nel 1243 appare la figura dei capitani-reggenti, i capi dello Stato, sempre due anche adesso, con un mandato di sei mesi, una sorta di primato di brevità a livello mondiale.

L’ordinamento istituzionale prevede il Consiglio Grande e Generale, il parlamento con 60 eletti, il Congresso di Stato, l’organo esecutivo con 10 Segretari di Stato – i ministri – eletti fra i 60 componenti ogni cinque anni, a suffragio universale. I Castelli sono le unità amministrative sparse nel territorio e sono paragonabili ai comuni mentre le “curazie” sono le frazioni. Il capitano di castello esercita funzioni assimilabili a quelle del sindaco mentre le giunte di castello sono gli organi che raggruppano le competenze dei consigli e delle giunte comunali. Nove sono i Castelli: Città di San Marino, Acquaviva, Borgo Maggiore, Chiesanuova, Domagnano, Faetano, Fiorentino, Montegiardino e Serravalle.

Per le sue caratteristiche e valenze storico-monumentali – dal 2008 il Centro Storico e il Monte Titano sono inseriti tra i patrimoni dell’umanità UNESCO – è meta frequentatissima del turismo anche internazionale, favorita anche alla vicinanza con la costa romagnola e per le sue attrattive peculiari. E’ una voce importante dell’economia sammarinese che si articola pure in vari comparti industriali e manifatturieri, ceramica in particolare, francobolli e monete di San Marino a scopo collezionistico, e servizi del terziario.

Il panorama è caratterizzato dalle tre Rocche medievali – definite anche “penne” - sui punti più alti del Monte Titano, nell’ordine la Torre Guaita, la Rocca Cesta, la più alta e la più piccola, il “Montale”, sovente rappresentate nell’iconografia sammarinese, ben visibili a distanza dalla pianura, che propongono a loro volta pregevoli, amplissimi, panorami che abbracciano la pianura, gli Appennini e il mare.

La chiesa di San Francesco con l’attiguo, omonimo, museo, la Piazzetta del Titano, sempre animata e di particolare suggestione, la via Carducci che la congiunge alla porta della Rupe con nobili costruzioni, la panoramica Piazza della Libertà con lo sfondo il Palazzo del Governo e, poco più in alto, la basilica di San Marino, le mura e le particolari atmosfere che propone attraverso la sua lunga storia, valorizza, a ragione, la scritta-motto che accoglie i visitatori. E’ il “Benvenuti nell’Antica Terra della Libertà”, con la bandiera nazionale bianco-azzurra. La cucina è quella romagnola con la Torta Tremonti, a cialde rotonde con crema e cacao, e il vino moscato dolce di San Marino, prodotti locali assai ricercati dai turisti che in grande numero affollano il borgo di tipo medievale che sa riservare peculiari atmosfere in ogni stagione con diversi eventi e manifestazioni tradizionali.

Il ciclismo ha proposto qui negli anni varie manifestazioni di rilievo oltre a dodici traguardi del Giro d’Italia. Inizia nel 1951 Giancarlo Astrua, che vince la cronometro, secondo Fausto Coppi a 20” e il biellese indossa pure la maglia rosa, nel 1956, sempre cronometro, l’olandese Jan Nolten, cronoscalata vinta da Charly Gaul nel 1958, Nino Defilippis s’impone nel circuito del 1959, lo svizzero Rolf Maurer nel 1964. Nel 1965 San Marino fu la partenza, “grande partenza” si dice oggi di quell’edizione. E’ poi Felice Gimondi a imporsi, ancora in una cronometro, per 39” su Eddy Merckx, già in rosa per il suo primo vittorioso Giro, Franco Bitossi nel 1969 e il giorno successivo, ancora in una cronometro, Merckx, ancora in maglia rosa, questa volta anticipa di 1’07” Gimondi. Un’altra prova contro il tempo nel 1979 e numero di Giuseppe Saronni che vince la tappa n. 8 e strappa la maglia rosa a Francesco Moser portandola fino al traguardo finale Milano nel suo primo vittorioso Giro. Altro forte dualismo nel 1987 con il cronometro che sancisce la vittoria di Roberto Visentini che toglie pure l’insegna del primato all’irlandese Stephan Roche. Due tappe dopo era in programma l’arrivo a Sappada e l’irlandese, in una ridda d’ipotesi e polemiche, si riprende con azione a sorpresa e sorprendente, con risvolti di tradimenti e vendette – sportivi - e vince la corsa rosa in quel suo anno di grazia.

Altra cronometro nel 1997 con successo di Pavel Tonkov e infine, nel 1998, Andrea Noè vince a braccia levate anticipando di 7” Marco Pantani. Anche la classica Coppa Placci dell’US Imolese di Nino Ceroni ha frequentato a lungo San Marino. E’ da ricordare anche la formazione dell’Alfa Lum, con base a San Marino, squadra che con varie denominazioni fu attiva dal 1982 al 1990 e che, con la collaborazione di Ernesto Colnago, aprì le porte del professionismo ai corridori dell’Est, soprattutto sovietici.

Dovuto, doveroso, meritato ricordo a San Marino è per Giovanni Michelotti (1924-2014), orgogliosamente sammarinese, figura di rilievo nel ciclismo per circa trentacinque anni e che per una trentina d’anni è stato il riferimento al massimo livello operativo e realizzativo, con forte personalità, soprattutto sul campo, de “La Gazzetta dello Sport-Organizzazioni” a fianco di patron Vincenzo Torriani per poi, in seguito, collaborare anche con la F.C.I.  quale direttore della Sei Giorni, del Giro dilettanti, de Campionato del Mondo 1985 al Montello e altre corse.
Anche Massimo Bonini (1959), centrocampista della Juventus e il motociclista vincitore di due mondiali Manuel Poggiali (1983), sono sammarinesi.

da Tv Roadbook

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