EMILIA ROMAGNA, IL MEMORIAL ERMANNO MIOLI NON SI CORRERÀ

GIOVANI | 30/03/2019 | 07:00

Riceviamo e pubblichiamo questa nota firmata dagli organizzatori di Villafontana:


Giornalista sportivo prima con Stadio poi al Corriere dello Sport (tra le sue creature anche il Giro dell’Emilia ed il San Silvestro d’Oro) aveva fondato il ciclismo a Villafontana nel 1949 e dall’anno della sua scomparsa al Giro della Puglia nel giugno 1991 Villafontana lo ricordava sempre  in giugno con una manifestazione giovanile che vedeva la partecipazione di tutte le categorie agonistiche FCI.


Dopo ventott’anni, quest’anno, il 28° Memorial Ermanno Mioli non si farà.

È di questi giorni la notizia che la Pol. Villafontana è stata costretta suo malgrado a dare forfait all’organizzazione di una manifestazione che, unica in regione, è composta di ben 5 gare (Giovanissimi, Esordienti (2), Allievi e Juniores).

Una scelta grave, assunta a malincuore dopo una vera e propria battaglia a suon di lettere ed appelli al Comitato Regionale dell’Emilia Romagna; appelli rimasti tutti inascoltati e che portano ad un risultato che penalizza un calendario regionale già di per sé debole e scarno.

Una conclusione sofferta ma inevitabile quella degli organizzatori che però è anche una ferma risposta ad una decisione illogica ed arrogante: quella di annullare la gara Esordienti per fare posto, nella stessa giornata, ad un Campionato regionale di categoria assegnato ad una manifestazione con titoli e storicità di gran lunga inferiori al Memorial Mioli.
Non ci interessa la polemica, non ci interessa aggiungere particolarismi al come ciò sia potuto accadere, sta di fatto che il Comitato Regionale, colpevole di un bando di assegnazione

alquanto improvvido, ha scelto a favore di qualcuno contro l’interesse più complessivo del nostro ciclismo regionale, che vede meno gare in tutte le categorie e paurosamente assente nelle cronometro.

Queste le parole del Presidente Gianpaolo Scalorbi: “Come Villafontana siamo molto amareggiati, ma non abbattuti, perché diverse sono le società che hanno voluto farci sentire la loro vicinanza incitandoci a reagire; come Pol. Villafontana, stiamo pensando a come superare questo disgraziato momento”.

Una débâcle tragica, quanto sta accadendo, sulla quale il movimento sportivo regionale e la classe dirigente ha di che riflettere. Nella vita democratica non c’è nulla di peggio del vuoto politico. Nel vuoto tutto si logora, si disgrega e si decompone. Occorre avere orrore del vuoto politico.

In questo senso sarebbe opportuno che un minuto prima che la situazione degeneri, chi ha a cuore le sorti dello sport regionale sappia prendere una decisione, assumere una responsabilità̀, correre un rischio. Ma questo, purtroppo, non accade mai.

Non sono più sufficienti le buone intenzioni e le promozioni della base. Da più parti sorgono spontanee iniziative per cercare di invertire la rotta; come in Romagna, dove per incrementare il numero delle gare, si stanno attivando forme di solidarietà sportiva, di collaborazione sincera tra le società.

A quale pro se poi gli ostracismi vengono dalla massima dirigenza? C’è un problema di gestione che deve essere affrontato con serietà e con rigore, senza infingimenti, ipocrisie, ingiustizie e processi sommari. È tornato alla ribalta, in modo devastante, il problema di una classe dirigente inadeguata al ruolo che ha assunto. Quasi una casta, insensibile ai richiami della base, incapace di ascolto anche di chi, dall’interno del consiglio, avvertendo il rischio che una crisi troppo aspra e confusa, troppo prolungata, e stimando il peso delle conseguenze ch’essa ha già̀ provocato e le più̀ gravi che potrebbero ancora determinarsi, reclama un tangibile segno di disponibilità e responsabilità.

Bisogna innanzitutto dire la verità delle cose e non nascondersi dietro nobili parole di circostanza che spesso, o in certi casi, hanno il sapore dell’ipocrisia.
Occorre che la sovranità torni alle Società.

In questo modo, con questo spirito, chissà che non si apra anche una discussione su dove sta andando questo nostro ciclismo emiliano-romagnolo, la cui gestione appare inadeguata e certamente inferiore ad ogni evidente necessità.

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