CPA: UN GRUPPO SEMPRE PIU' UNITO E NUMEROSO

PROFESSIONISTI | 10/09/2018 | 12:00

Il gruppo dei corridori è sempre più numeroso e variopinto. La globalizzazione dello sport ha reso ancora più importante il ruolo del CPA a livello mondiale.
Grazie all’insistente richiesta del sindacato internazionale dei corridori oggi i ciclisti di qualsiasi nazionalità possono contare su un loro delegato in tutte le Commissioni UCI e far sentire la propria voce. 
La Cyclistes Professionnels Associés è una federazione di associazioni di varia nazionalità che riportano al CPA le richieste e i bisogni dei corridori. Le associazioni nazionali sono il tramite indispensabile per il CPA per conoscere nel profondo le richieste e le problematiche dei singoli corridori nei loro rispettivi paesi. Storicamente il CPA è rappresentato da forti associazioni nazionali che si sono sviluppate nei paesi in cui il ciclismo è nato, da rappresentante mondiale dei corridori Gianni Bugno ha aperto le porte a nuove associazioni, cercando di promuovere la nascita di nuovi membri del CPA nei paesi in cui non esistevano associazioni nazionali. In contemporanea ha svolto un grande lavoro di raccolta di contatti personali dei corridori di tutto il peloton per poter comunicare direttamente con tutti i corridori e coinvolgerli e informarli maggiormente sulle questioni più importanti. In questo modo il due volte iridato ha permesso, per esempio, la fondzione di ANAPRC, un’associazione di corridori americani finanziata con un’ingente somma di denaro nel suo primo anno di nascita e oggi membro integrato nel Consiglio Direttivo del CPA. Bugno ha accolto e trattato alla pari dei vecchi membri del CPA anche nuovi rappresentanti che si proponevano di rappresentare corridori in nuovi paesi ma che ad oggi non hanno ancora fondato un'associazione di corridori: inglesi, australiani, slovacchi, tedeschi, polacchi e scandinavi hanno partecipato attraverso un loro rappresentante alle riunioni del CPA ma, nonostante le sollecitazioni di Bugno, non hanno mai concretamente fondato una vera e propria associazione.
«Negli ultimi 8 anni il CPA è cresciuto moltissimo, continuerà a farlo se i corridori saranno uniti e avranno dei portavoce nei loro paesi che potranno darci un feed back il più rapido e preciso possibile. Dobbiamo fare squadra, l'unione fa la forza. La mia mission è rendere sempre più forte la categoria nel suo complesso. I singoli campioni, potendo contare su budget e staff personali altamente qualificati, quasi non hanno bisogno del nostro operato, mentre il lavoro dell'associazione è di vitale importanza per tutti gli altri, quindi per la gran parte del gruppo» spiega Gianni Bugno, presidente dell'Associazione Internazionale dei corridori.
In questo senso si spiega l'impegno promosso dal CPA per il movimento femminile, la creazione della divisione CPA Women nel 2017 grazie all'impegno di Alessandra Cappellotto, che è divenuta membro effettivo della Commissione Femminile UCI WT, così come quella per le Continental. «Il CPA ha creato una divisione per i corridori al momento più "deboli". Ogni giorno riceviamo richieste di aiuto da parte di atleti di questa categoria che ci chiedono che vengano riconosciuti loro almeno i diritti fondamentali: salari, assicurazioni, trasferte, premi... Anche se non si tratta di corridori professionisti intendiamo aiutarli nel raggiungimento di certi obiettivi primari, per il bene loro e di tutto il ciclismo» aggiunge Bugno.
I corridori ormai sanno bene a chi rivolgersi quando hanno bisogno di aiuto, quando hanno problemi con le loro squadre in tema di salari, trasferte, premi non pagati o soprusi di vario genere. Il CPA è la casa dei corridori, il loro porto sicuro.


comunicato stampa CPA - foto ©BettiniPhoto


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