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GIRO D'ITALIA | 17/05/2018 | 07:11
Il rosa, sempre più rosa smagliante, di Simon Yates domina l’arrivo spettacolare e impegnativo di Osimo, con una dimostrazione di forza, freschezza e abilità che lo pone ulteriormente in scintillante luce quale gran protagonista di peculiare valore di questo Giro d’Italia.

Una corsa che ha offerto pure ieri momenti di ciclismo impegnato, impegnatissimo, velocissimo, spettacolare, su un percorso che definire “nervoso” è da considerare riduttivo. Nella parte finale ha ricordato il compianto Michele Scarponi nella sua terra.

Yates ha portato la stoccata nel finale ma è pure da apprezzare e valutare nella misura che merita, la risposta di Tom Dumuolin, rivelatrice di un ottimo stato di forma del vincitore della corsa rosa 2017 in un finale che non gli era proprio congeniale ma che ha interpretato al meglio.

I cinque protagonisti della fuga sono, con tempi diversi, stati Luis Leon Sanchez, De Marchi, Masnada, Maestri e Turrin che hanno tenuto alta la media, ripresi a 5 km. dal traguardo. Gli scatti nel finale di Stybar e Wellens sono annullati poco dopo i m. 1500 all’arrivo da Yates che trionfa in rosa con Dumuolin a 2” e il bravo Formolo a 5”. Buona difesa di Pozzovivo a 8” mentre Aru conclude a 21” e Froome a 40”.

Oggi il tracciato prevede un percorso piuttosto lungo e molto piatto, quasi “balneare” sulla costa adriatica per i primi 115 km. e poi l’interno della Romagna, fino a Imola, con un passaggio sui Tre Monti, in ricordo dell’impresa iridata di Vittorio Adorni nel 1968 e conclusione in Autodromo, teatro pure di molti arrivi di gare ciclistiche, quali la Coppa Placci e campionati italiani. Nino Ceroni, giovanotto di anni 91 (novantuno), figura di riferimento delle due ruote a Imola (e non solo), sarà lì in attesa di celebrare poi in settembre il cinquantenario della grande affermazione arcobaleno di Adorni.

Si riparte da Osimo che ha già vissuto l’arrivo del giorno prima questa frazione che dalle Marche conduce in Emilia-Romagna, a Imola. Il profilo altimetrico è di quelli che non ingenerano alcun dubbio perché è una costante linea piatta, piattissima, uniforme salvo il generoso GPM di 4^ cat., a Cime Tre Monti, m. 252 che ricorda la grande, solitaria, vittoriosa impresa di Vittorio Adorni al campionato del mondo del 1° settembre 1968.  E la tappa vuole appunto celebrare la ricorrenza del cinquantenario.

La corsa entra praticamente subito nella confinante Ancona, capoluogo regionale, città disposta ad anfiteatro sulle alture a nord del promontorio del Conero con spaziosi paesaggi fra mare e monti. Il porto è uno fra i maggiori dell’Adriatico. Presenta un’economia diversificata fra turismo, soprattutto estivo, con i collegamenti via mare per i paesi della fronteggiante costa adriatica, quella dalmata, nel commercio e attività terziarie e in una rete di realtà industriale di medie dimensioni divise in numerosi comparti. La città dorica, così indicata poiché la sua fondazione è del tempo dei greci, ha configurazione medievale nel nucleo storico e tratti più recenti che si ricollegano alla sua storia di varie epoche che hanno notevolmente allargato il suo perimetro. Il Duomo, dedicato a S. Ciriaco, sul colle Guasco, è una chiesa medievale di primario valore. La Cittadella, progettata da Antonio di Sangallo, l’arco di Traiano, il Lazzaretto, nome con il quale è comunemente indicata la Rocca Vanvitelliana, sono i motivi monumentali che spiccano nella piacevole città. La gastronomia privilegia piatti di mare ma sono apprezzati pure i “vincisgrassi”, tipiche lasagne specialità del territorio. Sono molteplici le coltivazioni con valida offerta pure enologica della cucina marchigiana. La città, nel tempo, ha proposto tanti personaggi di rilievo in vari settori.
Per nove volte il Giro d’Italia ha posto un traguardo di tappa ad Ancona. Inizia nel 1911 Lauro Bordin, poi apprezzato fotografo, 1930 Michele Mara, 1934 Learco Guerra, 1937 Aldo Bini che replica nel 1946, Rino Benedetti 1952, Giorgio Albani 1955, 1975 Patick Sercu e nella cronometro del 1999 successo di Laurent Jalabert.

Segue il passaggio da Falconara Marittima con il suo aeroporto, Senigallia, notissima località del turismo balneare con la “spiaggia di velluto” e un esteso centro abitato con diversi edifici e motivi d’interesse. Nel 1792 è qui nato Giovanni Maria Mastai Ferretti, papa Pio IX, scomparso nel 1878, dopo un pontificato durato trentun anni che è stato l’ultimo papa-sovrano.

FANO. Si entra nella provincia di Pesaro-Urbino per Marotta, località balneare il cui territorio ricade in tre diversi comuni, quindi Fano, città d’antica e ricca storia, terminale della strada consolare Flaminia che la unisce a Roma. Pregevole è il notissimo Arco di Augusto, simbolo della città con mura ben conservate e centro balneare e di servizi. La corsa rosa ricorda la conclusione di due tappe: nel 1962 è primo Giuseppe Tonucci, profeta in patria poiché nativo di Fano mentre nel 1983 ci fu lo spunto vincente di Paolo Rosola.

Pesaro, disposta lungo il mare con la sua elegante conformazione, presenta nel suo centro storico motivi d’interesse, soprattutto del Rinascimento. E’ la seconda città per popolazione della regione e frequentato centro balneare con diversificate attività, manifatturiere e commerciali, collocate nelle aree industriali periferiche. Molto sviluppata è la rete ciclabile. Il Palazzo Ducale nella centrale piazza del Popolo, i Musei Civici con pinacoteca e il museo delle ceramiche sono motivi di pregio. Gioacchino Rossini (1792-Parigi 1868), compositore di notissime opere liriche, rappresenta un emblema per Pesaro. E’ di Pesaro (1982) il nuotatore Filippo Magnini, grande specialista dello stile libero sulle distanze brevi, che ha recentemente lasciato l’agonismo con uno straordinario bottino di titoli, a tutti i livelli. E’ da ricordare anche un altro grande del nuoto pesarese e italiano, Angelo Romani (1934-Milano 2003). Il Giro d’Italia ha proposto qui traguardi di tappa nel 1927 e vittoria di Attilio Bresciani, 1949 Adolfo Leoni, 1979 il sudafricano Alan Van Heerden e nel 1986 Guido Bontempi.
E’ di Pesaro Enrico Paolini (1945), ottimo professionista tre volte campione italiano e vincitore di sette tappe del Giro.
 
RICCIONE. Si passa per la frazione di La Siligata e quindi avviene l’entrata in Emilia-Romagna, in provincia di Rimini.
Si susseguono le notissime località, a livello internazionale, del turismo balneare come Cattolica, Riccione, apprezzate e frequentate per le molteplici possibilità che garantiscono e con viva passione per le due ruote, entrambe frequenti tappe della corsa rosa nel passato e ora della Settimana di Coppi e Bartali del G.S. Emilia di Adriano Amici.
Rimini è la città simbolo, pure in ambito internazionale, di vacanza balneare e divertimento in ogni periodo dell’anno. Le moderne strutture ricettive si distendono lungo l’esteso litorale lungo circa quindici chilometri e favoriscono pure il fiorire del turismo congressuale e fieristico. Notevole è pure il suo entroterra per varietà di temi e proposte anche eno-gastronomiche. La città ha una lunga e articolata storia rappresentata anche e soprattutto da quelli romani con il famoso Arco di Augusto, il ponte di Tiberio, punto di partenza della via Emilia, e l’anfiteatro. Sono testimonianze di valore, per epoche successive, il Tempio Malatestiano, un capolavoro di Leon Battista Alberti (Genova 1404-Roma 1472), poliedrico architetto, scrittore e molto altro ancora unitamente ad altre opere più recenti.
Federico Fellini (1920-Roma 1993), regista che ha regalato molti capolavori cinematografici, vincitore del premio Oscar per quattro volte, ha sovente rappresentato e interpretato con la sua sensibilità Rimini nelle sue opere. Anche Sergio Zavoli (1923), seppure nato a Ravenna, è comunque considerato a pieno titolo riminese a tutti gli effetti. Giornalista, scrittore, uomo politico il suo nome, il ciclismo lo ricorda costantemente con affetto e che si lega indissolubilmente e inarrivabilmente “Processo alla Tappa” del quale è stato inventore, conduttore e icona. E’ di Rimini (1934) Sergio Neri, firma di prestigio dello sport, del ciclismo soprattutto.
Rimini ha proposto tappe del Giro d’Italia dal 1932 con vincitore Learco Guerra che replica anche nel 1934, Antonio Bevilacqua nel 1950, 1951 Serafino Biagioni, 1953 Pasquale Fornara, 1956 Giuseppe “Pipaza” Minardi, 1959 Rik Van Looy e nel 1960 Pierino Baffi.

ROMAGNA. Si lascia la costa e sempre in pianura, una costante di questa tappa, si passa per Santarcangelo di Romagna, con notevoli motivi architettonici nella parte antica, sulla collina e di rilevante storia. Sono qui nati Tonino Guerra (1920-2012), poeta scrittore e sceneggiatore, Raffaello Baldini (1924-Milano 2005), poeta e scrittore e vari altri personaggi di diversi settori come papa Clemente XIV (1705-Roma1774), gli attori Fabio De Luigi (1967) e Daniele Luttazzi (1961), pseudonimo di Daniele Fabbri e, nel 1955 lo scalatore Alfio Vandi, professionista dal 1976 al 1988, il primo a imporsi nella “classifica giovani” al suo primo anno fra i professionisti.

CESENA. Si passa nella provincia di Forlì-Cesena per Savignano sul Rubicone, notevole centro con impronta agricola di qualità e belle costruzioni, dove è nato Carlo Brighi (1853-Forlì 1915), detto “Zacién”, violinista e compositore, considerato il capostipite della musica da ballo romagnola dove, in epoca successiva, nell’orchestra del figlio, si formò Secondo Casadei, all’anagrafe Aurelio, (Sant’Angelo di Gatteo 1906-Forlimpopoli 1971), il musicista iniziatore di una dinastia nel settore e autore della celeberrima “Romagna mia”.
Si raggiunge Cesena, piacevole città ricca di palazzi e chiese di rilevanza nell’abitato costitutivo racchiuso fra le mura della Rocca Malatestiana che guarda la sottostante pianura dove è sviluppata la parte nuova. E’ di valore specifico la Biblioteca Malatestiana con pubblicazioni preziose. Cesena e il suo circondario rappresentano un polo di notevoli attività con una produzione agricola specializzata nella frutticoltura e nella viticoltura, e relativo indotto di notevolissima importanza internazionale. Elevato è lo standard di qualità della vita favorito dal diffuso e diversificato tessuto produttivo

Lo sport cesenate, attraverso differenti discipline, ha peculiari tradizioni. Il Giro d’Italia ha proposto tre arrivi con le vittore di Olimpio Bizzi nel 1946, Emanuele Sella 2004 e Alessandro Bertolini 2008.
L’avvocato Giuseppe Ambrosini, nato a Bologna nel 1886, giornalista di vaglia, fra i fondatori del Guerin Sportivo e direttore della Gazzetta dello Sport dal 1950 agli inizi degli anni ’60,  ha vissuto qui a lungo nella sua villa in località Settecrociari dove è scomparso nel 1980. Oltre che direttore del giornale rosa era pure il direttore di corsa del Giro d’Italia. Il suo manuale “Prendi la bicicletta e vai!” è il compendio, il primo con presupposti scientifici del ciclismo, lo sport prediletto.

Forlimpopoli, centro agricolo con varie attività e peculiari tradizioni, presenta la Rocca Albornoziana, le mura e diversi altri motivi architettonici. E’ qui nato Pellegrino Artusi (1820-Firenze 1911), proteiforme intellettuale e gastronomo, considerato il padre dell’arte culinaria italiana, è l’autore del tuttora attuale e stampato ancora in varie lingue “La Scienza in cucina e l’Arte di mangiar bene” dove ogni ricetta è frutto di prove e sperimentazioni. In gioventù fu vittima con la famiglia di una delle scorrerie della banda del “Passatore”, come era noto il fuorilegge Stefano Pelloni, sempre molto ricordato in Romagna. Qui Benito Mussolini (1883-1945) nel 1901 si diplomò maestro elementare. E’ nato a Forlimpopoli nel 1986 il motociclista Andrea Dovizioso, protagonista del MotoGP.

FORLÌ. Segue Forlì, al centro della Romagna, popolosa città con la rigogliosa pianura che la contorna. E’ distinta da una lunga storia che l’ha vista protagonista nel tempo. L’altissimo e svettante campanile della chiesa romanica di San Mercuriale, simbolo cittadino, sorge nella vasta area della centrale piazza Aurelio Saffi (1819-1890), patriota e politico di Forlì, con altri palazzi nel tipico colore mattone. La cattedrale di Santa Croce è il duomo cittadino. Attorno al centro si sviluppano ampi viali della città che conserva tradizioni e molteplici motivi di rilievo, in vari settori, architettonici e di cultura.

Nativi di Forlì sono Aldo Garzanti (1883-S. Pellegrino Terme 1961), editore, così come i fratelli Fabbri (Giovanni, Dino e Rino) della nota casa editrice fondata negli anni ’60 e il giornalista e notissimo conduttore televisivo Marino Bartoletti (1949), assai legato al ciclismo.
Ercole Baldini (1923), con la sua figura di campione, può riassumere e simboleggiare tutti i numerosi corridori di vaglia di Forlì e circondario. Nove sono le tappe con arrivo qui con Girardengo nel 1925, Alfredo Binda 1928, Learco Guerra 1930, Bini 1937, il forlivese Glauco Servadei 1939, Rik Van Looy 1960, Maertens 1977, Mc Ewen 2006 e, infine, nel 2015 Nicola Boem.

Tullo Morgagni (1881-1919), giornalista della Gazzetta dello Sport, uno dei fondatori del Giro d’Italia, era nato a Forlì che lo ricorda con l’intitolazione dello stadio con la pista ciclistica al suo interno dedicata a Glauco Servadei (1913-1968), ottimo corridore di Forlì, città di sempre rilevante passione ciclistica passata e pure attuale.

Si passa nella provincia di Ravenna, per Faenza, città della ceramica con relativo, interessante, museo e i più importanti edifici e motivi d’epoca medievale cittadini raccolti nelle due belle piazze centrali: quella del Popolo e piazza della Libertà. E’ una città legatissima tuttora al ciclismo che ricorda Vito Ortelli (1921-2017), ottimo professionista, oltre a tantissimi altri nomi di rilievo delle due ruote come l’attuale C.T. azzurro Davide Cassani, qui nato nel 1961, a lungo residente poi nella vicina Solarolo.
Sono faentini Evangelista Torricelli (1608-1647), matematico e fisico legato all’invenzione del barometro, Alfredo Oriani (1852-1909) letterato e fra i primi cantori della bicicletta, Pietro Nenni (1891-1980) e Benigno Zaccagnini (1912-1989), politici.
Vincitori di tappe del Giro a Faenza sono Michele Dancelli nel 1970, il norvegese Kurt Arvesen 2003 e Leonardo Bertagnolli 2009.

Dopo Castel Bolognese, comune che alterna agricoltura ad attività manifatturiere e ricorda Edmondo Fabbri (1921- Castel San Pietro Termine1995), calciatore e poi allenatore anche della nazionale azzurra, si raggiunge la provincia di Bologna e Imola, l’arrivo.
E’ l’occasione, fortemente voluta e ricercata, per celebrare la ricorrenza dei cinquant’anni dalla grande impresa di Vittorio Adorni percorrendo le strade del circuito dei Tre Monti dove il parmense, con impresa d’altri tempi, conquistò la maglia iridata. L’arrivo è nell’autodromo intitolato a Enzo e Dino Ferrari, impianto che ha visto grandi sfide di F1 – dal 1981 al 2006 - con il G.P. di San Marino e pure importanti eventi mondiali del motociclismo. Il ciclismo a Imola si identificava - con il verbo coniugato purtroppo all’imperfetto – con la gloriosa Coppa Placci dell’U.S. Imolese, in ricordo di Antonio Placci, corridore perito in corsa nel 1921, che nel lungo tempo (dal 1980 al 2000 circa) con la regia di Nino Ceroni, personaggio con novanta giovanili primavere, che ha legato il suo nome anche all’organizzazione dei Mondiali 1968 e propugnatore di questa tappa, era un appuntamento di primo rilievo.
Nel finale, GPM di 4^ cat. a m. 252 in località Cima Tre Monti, non poteva mancare poi la discesa alla Rivazza, famosa curva del circuito automobilistico e quindi l’arrivo.

Nel 2017 Imola ha tenuto a battesimo l’edizione della rinascita, la quarantesima, del Giro d’Italia Under organizzato dalla Nuova Ciclistica Placci 2013 presieduta da Marco Selleri, dopo cinque anni di sospensione, subito onorato dalle giovani leve più promettenti del ciclismo internazionale.
Fra i molti professionisti di Imola è da ricordare Diego Ronchini (1935-2003), vincitore di corse importanti, quello di Luciano Pezzi (Russi 1921-Bologna 1998) buon corridore e poi importante direttore sportivo che ha vissuto nella vicina Dozza e riposa nel camposanto imolese del Piratello, riferimento importante di vari campioni da lui seguiti.

Imola ha ospitato anche due campionati italiani professionisti strada con le vittorie di Piermattia Gavazzi nel 1988 e Filippo Pozzato nel 2009 mentre per il Giro d’Italia, vittoria di tappa per Marino Basso nel 1968, Roberto Pagnin, altro veneto, nel 1992 e nel 2015 il russo Ilnur Zakarin.

Imola, bella e popolosa città, la seconda dopo Bologna della provincia, contempla molteplici motivi d’interesse monumentale e storico quali il Teatro Comunale, il Palazzo Vescovile, il Duomo e altri edifici, religiosi e civili, di pregio specifico come la Rocca Sforzesca, castello-fortezza ben conservato del periodo medievale e rinascimentale e sede di musei, mostre ed eventi.

Si dispone in pianura, lambita dal fiume Santerno, con qualche estensione sui primi, dolci, rilievi collinari, la città offre varietà d’attività con specialità agricole, produttive, con settori d’avanguardia tecnologica e quella tradizionale della ceramica. E’ qui molto sviluppato il sistema cooperativo.
Molteplici sono gli imolesi che, in vari settori – della vita e dello sport – hanno onorato la loro città.

Giuseppe Figini
dal Tv Roadbook del Giro d'Italia

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