PROFESSIONISTI | 08/04/2018 | 17:49 L'uomo che non doveva esserci, ha corso la Roubaix più bella della sua vita, restando all'attacco per più di 200 chilometri e finendo battuto da Sagan solo allo sprint.
L'uomo che non doveva esserci è Silvan Dillier, campione di Svizzera: il 3 marzo scorso cadeva alle Strade Bianche e riportava la frattura di un dito, che lo costringeva allo stop. Il rientro il 31 marzo sulle strade della Bretagna ed ecco arrivare inattesa la vittoria alla Route Adelie de Vitré. Però di schierarlo alla Roubaix non ci pensava nessuno, in casa AG2r ed era ovviamente comprensibile, anche perché il gruppo compattato attorno a Oliver Naesen dava sufficienti garanzie.
Succede però che a metà settimana Rudy Barbier si ammali e quindi ecco l'idea di chiamare Dillier e di affidargli il compito di partire da lontano, per poter fare da punto d'appoggio ai compagni nella fase calda della corsa.
Il resto è cronaca. Dillier che va all'attacco con otto compagni d'avventura, Dillier che resiste allo scremarsi del gruppetto, Dillier che resta solo con Wallays e che collabora con Sagan quando Peter rientra, Dilier che dà tutto quello che ha per alimentare la fuga e fa ricorso ai vecchi trascorsi da pistard per cercare di opporsi alla strapotenza dello slovacco. E mai come oggi, un secondo posto vale una vittoria.
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