VOECKLER. MOTORINI? CI HANNO FATTO FESSI

PROFESSIONISTI | 31/01/2018 | 08:00
Thomas Voeckler legge, osserva e si sorprende. A 38 anni gli sembra strano vedere il gruppo che si mette in movimento per una nuova stagione senza di lui. Anche se l’alsaziano non sta certo con le mani in mano: è diventato ambasciatore di Aso e a marzo farà il suo esordio come commentatore tv, seguendo la Parigi-Nizza sulle moto di France Télévision.
Ieri l’emittente francese lo ha presentato ufficialmente e lui, come tradizione, non ha avuto peli sulla lingua nell’affrontare temi scottanti.

Frode tecnologica. «Quando ne ho sentito parlare, anni fa, pensavo fosse una stupidata e ne ridevo. Poi, guardando certe corse e leggendo certi reportage mi sono convinto che qualcuno ci abbia fatto fessi e abbia utilizzato il motorino. Ma a mio parere non ci sono più casi da quando sono iniziati i controlli : questa è una forma di doping facile da debellare. Se Armstrong l’ha utilizzato? Con lui non mi stupirei di nulla, davvero».

Il caso Froome. «È complicato. In passato ho sempre difeso Chris perché il suo comportamento era ineccepibile. Non è amato in Francia, è vero, ma fino a settembre non si poteva dire nulla di lui, anche se tanta gente non vedeva l’ora di gridare che aveva barato. Da una parte bisogna considerare che il nostro corpo a volte è capace di reazioni inattese, dall’altra resta il fatto che il valore è davvero molto alto. Ci sono corridori che, nelle stesse condizioni, sono stati sanzionati perché non avevano i mezzi finanziari della Sky per difendersi. Ma alla fine dico che sarebbe sorprendente non vederlo sanzionato, sarebbe una sentenza destinata a fare giurisprudenza».

La Francia e il Tour.
«Ho disputato quindi Tour e per dodici anni quando mi chiedevano se un francese avrebbe potuto vincerlo ho risposto di no. Da tre anni a questa parte ho cambiato risposta e sì. Con chi? Con Romain Bardet. Ma potrebbe essere con Thibaut Pinot. E c’è Julian Alaphilippe, del quale non conosciamo ancora i limiti. E Warren Barguil continua a dire che la classifica non gli interessa, ma voi gli credete? Di sicuro questa generazione è più talentuosa della nostra» .

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