IL PAVÉ È UNA RISORSA, LE STRADE BIANCHE... LE ASFALTIAMO
STORIA | 10/08/2017 | 15:48 La Francia ha avuto Prosper Merimée, l’Italia no. La differenza è tutta qui. È per merito di questo scrittore e archeologo dell’800 che la Francia esalta il suo patrimonio culturale, naturale e artistico all’ennesima potenza; è per colpa dei natali dello scrittore (ha sbagliato capitale, pensate se fosse nato a Roma...) che l’Italia denigra e svilisce tutto quel che ha. Anche se quel che ha è ben maggiore e ben più ricco dell’intero patrimonio francese.
Cosa c’entra tutto ciò con il ciclismo? C’entra, se alla parola “patrimonio” sostituiamo - stringendo il campo - le parole “pavé” e “strade bianche”.
La Francia si tiene strette le sue pietre maledette, ne ha compreso il valore, ne ha esaltato la conservazione, ha creato addirittura una associazione che ne cura la conservazione e il recupero, ha coinvolto più ministeri nell’operazione e trasmette questi valori affidando ai giovani allievi dei licei agrari la cura pratica di ogni tratto. E molti tratti di pavé sono marchiati “Monument Historique” proprio con la dicitura pensata da Merimée e adottata dal governo francese quasi due secoli orsono.
In Italia, invece, accade che le Strade Bianche vengano coperte di asfalto. Quelle Strade Bianche che sono state esaltate per prime dall’Eroica - la madre di tutte le granfondo storiche - e poi dalla corsa dei professionisti, che in pochi anni è divenuta una vera e propria classica perché i corridori la considerano tale e si gettano anima e corpo nella sfida che le propone. Di quelle Strade Bianche oggi ce ne sono circa 2500 metri in meno, perché il comune di Poggibonsi ne ha disposto la copertura con asfalto grigio: in realtà, come racconta Antonio Ruzzo su Il Giornale di oggi, il tratto coperto misura interamente quattro chilometri, ma alcuni pezzi erano già asfaltati, in corrispondenza di alcune abitazioni.
Poco valore hanno, purtroppo, le giustificazioni addotte dall’amministrazione comunale di Poggibonsi: la realtà è che nulla è stato fatto per preservare un bene prezioso del territorio toscano, un bene che ha consentito alla Toscana di brillare di nuova luce anche sotto il profilo squisitamente turistico, visto l’afflusso sempre crescente di ciclisti provenienti da tutto il mondo che arrivano nella terra di Dante per pedalare sulle strade bianche. E che oggi vedono il loro futuro un po’ più grigio.
Intanto noi italiani passiamo il tempo a deridere i francesi in quanto tali e da lassù il buon Merimée, incredulo e sconsolato, scuote il capo e mormora «Ah, le italiens…».
Paragonare le amministrazioni francesi a quelle italiane è come paragonare dello champagne bevuto a 8/10 gradi in una bella coppa, ad un vinello italico, spesso con metanolo, conservato in un contenitore di tetrapack con tappo di plastica, servito in un bicchiere di carta a 20/25 gradi. Senza dimenticare cosa sia il Tour, cosa sia stata la Rivoluzione, e soprattutto hanno dato i natali a B.B., quindi se si devono fare paragoni guardiamo verso l'equatore.
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