ABC di COSTA. E SE FOSSE LA GIURIA A DANNEGGIARE IL CICLISMO?
GIRO D'ITALIA | 18/05/2017 | 16:58 di Angelo Costa -
A come avvocati. Nel senso di professionisti che svolgono attività di assistenza legale. I ciclisti li contattano per svariati motivi: stipulare contratti, difendersi nei procedimenti disciplinari, qualcuno anche per partecipare al Processo alla tappa. Non vi ricorrono, invece, quei corridori che amano farsi giustizia da soli oppure si appellano alla legge del gruppo. Ai tempi di Moser era una figura poco legata al ciclismo: in carovana, per sistemare le cose, bastava uno Sceriffo. Ne esistono di tutti i tipi: penalisti (reati gravi), civilisti (reati legati al codice civile, come divorzi e fallimenti) e incivilisti (reati di maleducazione). Poi c’è il tipo di avvocato che, come ci ha confessato di persona, invita i suoi ciclisti «a usare la testa»: utopisti.
G come Genshke. Nel senso di Simon, ciclista tedesco in forza alla Sunweb, la squadra della maglia rosa Dumoulin. Si riconosce perché è uno dei corridori con la barba: lui giura che è una scelta di look, non gli è cresciuta perché si annoia. Dopo la tappa di Bagno di Romagna ha dichiarato: «Vista la tappa che è stata, mi servirebbe una settimana di riposo». Più di un collega, che vive il Giro come una vacanza, si è offerto di cedergli una delle sue tre.
G come gente. Nel senso di pubblico che abbraccia il Giro d’Italia numero 100. In certe località, lo soffoca: anche a Forlì e Reggio Emilia tantissime le presenze sulla strada. Roba da far invidia ad altri sport: assistendo a questo spettacolo di folla, il presidente dell’atletica ha dichiarato che «se un millesimo di queste persone frequentasse il nostro ambiente, avremmo finalmente le tribune piene».
P come paradosso. Nel senso di situazione opposta alla realtà. Con il povero Campenaerts, ciclista belga che durante la crono di Montefalco ha chiesto ad una ragazza di uscire mostrando alle telecamere l’invito scritto sul petto, la giuria non ha avuto pietà: lo ha multato. Già è brutto questo, ma peggio ancora è la motivazione: «Comportamento che danneggia l’immagine del ciclismo». Curioso: se c’è un’immagine eventualmente danneggiata è quella di Campenaerts, che ha esibito in mondovisione i fatti suoi. Volendo, anche quella dello sponsor, perché per esibire la sua meravigliosa trovata, Campenaerts ha aperto completamente la maglietta, nascondendo i marchi del proprio team. Davanti a una decisione così, viene un sospetto: a danneggiare l’immagine del ciclismo è l’esibizionista a fin di bene, che fa solo simpatia, o piuttosto chi sull’Etna si attacca alle ammiraglie o provoca con un colpo proibito un avversario, senza che la giuria intervenga?
Non c\'è che da
Concordare con questa riflessione, la giuria si perde ad analizzare dettagli e poi \"perde\" il controllo di cose più gravi che danneggiano la vera immagine del ciclismo ......
Campenaerts
19 maggio 2017 06:56Monti1970
È stato multato perché non si è impegnato nella crono, non perché ha mostrato quella scritta. Il vero motivo era quello.
Vanno tutelati anche gli scommettitori, qualcuno lo aveva giocato in un testa-testa e lui non si è impegnato
Uno che è campione del Belgio a crono non può fare quella figura
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