LIBRI | 16/05/2017 | 07:14 «Aubisque, Tourmalet, Aspin, Vars, Izoard…», elencava i nomi delle cime più note dei Pirenei e delle Alpi, mentre con il dito le indicava sulla carta. «Sono passati dieci anni, ma sembra ieri, e ora li voglio scalare di nuovo». E ancora: si fece il segno della croce e pregò a bassa voce: «Madonnina, se mi fai arrivare sano e salvo alla fine, ti prometto che vengo a portare ai tuoi piedi i fiori della vittoria».
Le parole e le pedalate di Gino Bartali arrivano oggi fino a noi, da quella straordinaria estate del 1948 quando vinse il Tour de France, rappresentando la voglia di riscatto dell’intera Italia dopo le vicissitudini della guerra. Epiche gesta che vengono raccontate da Paolo Reineri in un libro edito dall’Ave, A colpi di pedale. La straordinaria storia di Gino Bartali, che vede anche le illustrazioni di Valentino Villanova e un’intervista al campione di ciclismo Vincenzo Nibali.
La storia di Bartali, cattolico fervente e iscritto fin da giovane all’Azione cattolica italiana, si dipana a colpi di pedale in cima ai Gran premi della montagna e poi in picchiata verso il traguardo, per trionfare nelle grandi corse a tappe e nelle classiche di mezza Europa.
A colpi di pedale, a rischio della propria vita, per salvare centinaia di ebrei dalle persecuzioni nazi-fasciste, nascondendo documenti falsi nel telaio della sua inseparabile bicicletta.
A colpi di pedale sulle strade di Francia, correndo per la sua Italia libera, ma in subbuglio dopo l’attentato a Palmiro Togliatti.
A colpi di pedale guidato da una grande fede in Dio e con il desiderio nel cuore di fare sempre il bene, senza bisogno di farlo sapere in giro per vanto.
Dice di lui Vincenzo Nibali, nell’intervista rilasciata a chiusura del libro: «È stato un grande campione, un atleta dal carattere indomito e un gran lottatore: in questo mi ci rivedo. E penso di avere questa caratteristica in comune con “Ginettaccio”. Non m sento né “bartaliano” né “coppiano”. Seppur diversi, sono stati entrambi due fuoriclasse che hanno segnato la loro epoca e anzi si sono ritagliati la gloria per l’eternità».
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