SANREMO. 10. Spettacolare e magnetica, elettrizzante e palpitante, imprevedibile e insostituibile. Sette ore e 8 minuti di corsa palpitante con un finale al cardiopalma e tre sublimi interpreti a giocarsi un monumento con una prestazione monumentale. Kwiatkowski ritrovato, Sagan mai perso, Alaphilippe al suo esordio subito presente. Un podio grandi firme, su uno spartito che è solo all’apparenza banale, ma premia sempre chi di banale non sa fare assolutamente niente.
Michal KWIATKOWSKI. 10. Dopo le Strade Bianche, la Sanremo. Questo per molti sarebbe già il bottino di stagione, per altri anche di una carriera. Per lui, che è stato anche campione del mondo, una gemma in più per una collezione che sta diventando sempre più ricca e preziosa. Tosto il polacco. Bravo a inseguire sul Poggio lo scatenato Sagan. Ancor più bravo a fare il finto tonto nel finale e a sprigionare tutto quello che aveva e gli rimaneva in uno sprint regale che lo fa Re.
Peter SAGAN. 10. Cosa gli puoi dire? Che ha sbagliato a scattare sul Poggio? Che doveva aspettare la volata? Che è partito troppo davanti? Che è partito troppo presto? Bene, lo dica chi se lo sente. Io mi alzo molto più modestamente in piedi e applaudo ugualmente questo ragazzo slovacco che ha qualcosa di antico e universale nel suo modo di correre. Applaudo un corridore dal talento infinito.
Cesare BENEDETTI. 8. Sempre vicino a Peter, fa un lavoro oscuro e prezioso. È l'uomo invisibile, ma lo si vede benissimo.
Julien ALAPHILIPPE. 8. Veloce, scattante e reattivo sul Poggio. Si accoda, si allinea e vola via con quei due verso via Roma. Arriva un po’ stanco, con le gambe in croce, ma su questa corsa il francesino un segno lo mette oggi e lo metterà anche domani. Qui tornerà per vincere.
Alexander KRISTOFF. 7. Degli uomini veloci sembrava il più lento, quello maggiormente in difficoltà. Ma dopo sette ore di corsa ha la forza per portarsi a casa un piazzamento che dà un senso a tutta la sua giornata.
Fernando GAVIRIA. 7. Doveva essere l’uomo dello sprint, il bomber in caso di volata finale. Viene tagliato fuori da superSagan, ma il colombiano acciaccato e non in perfette condizioni fisiche si avvicina al traguardo.
Arnaud DEMARE. 5,5. L’insufficienza è più per la condotta di gara da parte della sua squadra che per la sua prestazione. I suoi comandano per tutto il giorno le operazioni, poi nel finale non ci sono e il transalpino non è certo brillantissimo.
John DEGENKOLB. 6. Non era in grandissima condizione, ma arriva lì, con i primi, in attesa di tornare primo.
Nacer BOUHANNI. 5. L’ex pugile oggi si limita a prendere a pugni la bicicletta.
Elia VIVIANI. 6. Vede andar via “Kawasaki” sul Poggio, resta in zona e fa la sua volata. Primo degli italiani.
Caleb EWAN. 5,5. Ha talento, ha velocità, ha colpo d’occhio, ma dopo sette ore abbondanti di battaglia, arriva con le polveri bagnate. Si segna sul manubrio i punti chiave della corsa: avrebbe dovuto scriversi piuttosto un paio di numeri dorsali.
Mirco MAESTRI. 8. Sta tutto il giorno in fuga, ma questa non è quasi più una notizia. Per lui è consuetudine, cifra stilistica. 260 chilometri un anno fa, 263 oggi, in fuga quattro giorni su cinque alla Tirreno al vento per un totale di 660 km. Alla fine della Corsa dei Due Mari Sagan gli regala la maglia della classifica a punti vinta per 2 punti sul ragazzo reggiano. È l’uomo delle fughe, ma lo «zio» Bruno Reverberi non lo paga a chilometro. Per questo è contento e tira un sospiro di sollievo.
Mattia FRAPPORTI. 8. In fuga tutto il giorno con altri otto folli attaccanti. Con Mattia Cattaneo e Francesco Gavazzi fa grande la piccola e bistrattata (dal Giro) Androni Giocattoli Sidermec, fino a questo momento della stagione la più bella Professional di tutte.
Alan MARANGONI. 8. Stantuffa come pochi in testa al gruppetto di testa. Tiene a galla la Nippo Vini Fantini De Rosa, mostra le sue doti di passista in una corsa che esalta le doti dei passisti.
Federico ZURLO. 8. Va in fuga con Nico Denz, Mattia Frapporti, Mirco Maestri, Umberto Poli, l'australiano William Clarke e il lettone Tom Skujins, il russo Ivan Rovny e il colombiano Julen Amezqueta. Fa la sua parte, e non è poco.
Umberto POLI. 8. Ha ancora 20 anni, veronese di Bovolone, papà informatore medico, mamma insegnante di musica, lui terzo di tre figli maschi, famiglia sportiva ma lui l’unico a fare del ciclismo il suo lavoro. Scopre di soffrire di diabete di tipo 1 e finisce per correre con la Novo Nordisk, la squadra che è fatta solo e soltanto di corridori diabetici. Scuola alberghiera e specializzazione cuoco. Ma oggi è stato lui a cuocere a fuoco lento molti avversari, andando fortissimo fin dall’inizio.
Michael MATTHEWS. 5. Da lui ci si aspettava qualcosa di più, ma si è fatto aspettare.
Ben SWIFT. 5. È una corsa che gli piace, che ha nelle sue corde. Oggi però a Sanremo è stata tutta un’altra musica: con stecca finale.
Sonny COLBRELLI . 5. Era la nostra grande speranza italica, e tale resta.
Mark CAVENDISH. 4. Non pervenuto.
Marco CANOLA. 6,5. Si toglie la soddisfazione di arrivare tra i venti. Onorevole.
GAZPROM. 6. Prima Sanremo della storia, la onora con Rovny in fuga tutto il giorno.
Fabian CANCELLARA. Compie oggi 36 anni, come Stefano Allocchio, che di anni ne fa 55. Auguri!
Il gruppo di arrivo pullulava di male Androni e Nippo ed i primi due delle Professional sono loro.
Hai capito proprio tutto.
bastiano
18 marzo 2017 20:11effepi
la cofidis di Bouhanni è un team professional
tempesta
18 marzo 2017 20:18tempesta
Dare il voto agli Italiani ci vuole coraggio farli correre di piu.IL Prossimo anno saranno di nuovo scomparsi nel nulla ma avremo altri comparse ,niente paura.
medesanctis
18 marzo 2017 20:33tempesta
KWIATKOWSKI RINATO,quando rinasciamo noi ?
mah
18 marzo 2017 21:01ewiwa
Troppi corridori che sono diventati campioni irresistibili volano in montagna, frecce in volata.......mahhhhh
effapi
19 marzo 2017 08:04Bastiano
Infatti la Cofidis correrà Tour e Vuelta e poi, vuoi mettere che budget hanno loro?
teniamoci strette queste quattro Professional che abbiamo se no, in futuro vedremo la Sanremo solo con team e corridori stranieri, con i nostri giovani che andranno ad elemosinare in giro per il mondo, un ingaggio.
Cercasi Sagan Italiano...( anche usato )...
19 marzo 2017 09:31magico47
Peter Sagan,Un GRANDE,....pero!...potrebbe aver commesso 2 ERRORI, (1) ha rischiato a partire davanti,(2) ormai il primo sbaglio l'aveva fatto,invece di portarsi alle transenne per avere quel po' di aiuto dall'impatto dell'aria e costringere gli altri due di superarlo solo da una posizione.Invece si porta al centro "allo scoperto" tirando diciamo la volata ad entrambi,avendo LAVORATO sodo sin sopra il Poggio quello è stato il risultato.Lui si sente fortissimo ma molte volte nelle corse la troppa sicurezza FREGA!
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Per noi Italiani è BUIO PESTO!
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Loriano Gragnoli
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