L'ORA DEL PASTO. LEVÀTI DALLA RUOTA

STORIA | 06/11/2016 | 07:19
Coppa Bernocchi 1971. La prima parte dedicata a Motta e Reybrouck, la seconda a Gimondi, in fuga, una ventina, anche Merckx con due gregari. Una giornata da gregario. All’ultimo giro si avvicina a Gimondi e gli chiede come vuole impostare la volata. Ma Gimondi, a sorpresa, gli dice di pensare, per una volta, a se stesso: “Tu fai la tua, io mi piazzo”.

E’ a questo punto che Virginio Levati studia il gruppo con altri occhi. Quelli non del gregario, ma del velocista. C’è Patrick Sercu, il re delle volate, c’è Wilmo Francioni, che in volata non è fermo, c’è Paolini, che quando è in forma fa paura, e c’è anche Simonetti, che è grande e grosso, e che di solito parte lungo. Levati pensa che se si mette alla ruota di Sercu, sempre che riesca a farlo, al massimo arriva secondo, perché non sarà mai capace di uscire dalla sua scia e, vento in faccia, superarlo. Ma se si mette alla ruota di Simonetti, chissà, forse, magari, chi può dirlo, non si sa mai.
Ultimo chilometro. La volata si sdoppia. Sulla sinistra parte lungo Merckx, con Sercu alla ruota, e sulla destra, come previsto, ai -500, Simonetti, con Levati alla ruota. Quando Simonetti perde velocità, Levati esce allo scoperto, prende una decina di metri di vantaggio, e gli basta conservarne un soffio per battere, nonostante il suo micidiale colpo di reni, Sercu, Francioni, Gimondi e Merckx, vincere la Bernocchi e conquistare la prima vittoria da professionista. Che poi sia la prima e ultima, amen. Nella foto che lo consegna alla storia, Levati che sta per alzare le braccia al cielo sembra finalmente gigantesco e Merckx, alle sue spalle, insolitamente minuscolo.

Come ho battuto Sercu e Merckx. Levati ha il senso dell’umorismo e accetta di raccontare la sua giornata nata da gregario e conclusa da campione, l’altro giorno, in un agriturismo di Cambiago, durante un pranzo di vecchi corridori. Lui, milanese di Tribiano ma residente a Pantigliate sulla vecchia Paullese, 72 anni il prossimo 17 novembre, figlio di un operaio in un forno per laminati e tubi, e di una casalinga, quinta elementare, poi a lavorare in campagna, e sempre una incalcolabile passione per la bici. “Prima corsa, la Coppa Negrini, tre cadute eppure quarto. Prima vittoria, a Brugherio, da esordiente. Primo campionato italiano, quarto, a Pavullo nel Frignano. Il Piccolo Giro di Lombardia, vinto da dilettante. E quattro anni, dal 1969 al 1972, da professionista, i primi due nella Sagit, poi Salvarani e Zonca”. Storia numero 1: “Giro d’Italia 1969, finito in due, sette ritirati per una dissenteria presa bevendo da una fontana malata”. Storia numero 2: “Tour de France 1971, la tappa Grenoble-Orcières in cui Ocana dette 8’42” a Merckx, a metà corsa spaccai il telaio a metà, l’ammiraglia non c’era, inseguii tutto il giorno, arrivai con altri 40 fuori tempo massimo”. Storia numero 3: “Vita da atleta, anzi, da frate, a letto tutte le sere alle nove”. Storia numero 4: “Un’ulcera duodenale, presa alla Praga-Berlino-Varsavia, con la nazionale italiana dei dilettanti, dove avevo vinto anche una tappa, e mai più superata. E a 28 anni cominciai a lavorare”.

Ma a lavorare sempre sulla strada, grazie a una “giratina”, una raccomandazione: segnaletica per il Comune di Milano. Trent’anni. E altri 20 con il Club Levati, riservato ai bambini e poi chiuso, non per mancanza di passione o tempo, ma di bambini. “Il bello del ciclismo? La strada. Il bello dei corridori? Quando il risultato supera la fatica. E quando succede il contrario, cioè quando la fatica supera il risultato, allora è meglio smettere”.

Come ha battuto Sercu e Merckx? Semplice a dirlo, 45 anni dopo: Virginio se li è Levati dalla ruota.

Marco Pastonesi
Copyright © TBW
COMMENTI
Storia ciclistica
6 novembre 2016 21:07 drinn
Bravissimo Levati. Il "Solito" spettacolare Pastonesi.
Grazie a nome della Coppa Bernocchi
Roberto Damiani

grazie
7 novembre 2016 08:27 fedbandini
così si tiene sveglia la memoria. Complimenti

Viva la Levati
7 novembre 2016 16:45 baolo
Che bella sorpresa !! Grande uomo grande ds e sopratutto tanti bei ricordi Stefano C.

Hai dimenticato i tuoi dati, clicca qui.
Se non sei registrato clicca qui.
TBRADIO

00:00
00:00
Jonathan MILAN. 10 e lode. Ganna Consonni Milaaaaannn!!! È il quartetto meno uno. Meno Lamon, che generalmente è l’uomo in più, che oggi è a casa, probabilmente a saltare sul divano come e quanto i propri compagni d’oro. Rischia di...


«Oggi non c’è da dare zampate a nessuno». Re Leone non è che mi stai diventando troppo mansueto? «Ma no risponde – risponde Mario Cipollini – la tappa è andata via come da copione: fuga, squadre dei velocisti che...


Ho sentito gente, alla partenza, dire cose così: “Magari, oggi, sul Capo Mele, gli si chiude di nuovo la vena e...”. Lo chiamerei effetto Pogacar. Il Giro ha speso bene i suoi soldi per ingaggiarlo. Un investimento perfetto, che come...


Dopo l’attacco a sorpresa di Filippo Ganna, la vittoria non era del tutto scontata, ma Jonathan Milan è stato il più potente di tutti e, dopo il secondo posto di ieri alle spalle di Merlier, oggi la vittoria è andata...


All'uscita di Laigueglia, appena ha visto la strada alzarsi verso Capo Mele, Filippo Ganna è scattato in testa al gruppo, seduto, potente. Una progressione poderosa, un allungo deciso e poi via a tutta, in posizione da cronomen per tutta la...


La vittoria centrata ad Andora da Jonathan Milan è la prima firmata in questa edizione del Giro d’Italia da un ciclista azzurro. Per il velocista friulano si tratta del bis personale alla corsa rosa, esattamente un anno dopo il sigillo...


Ed ecco il gigante di Buja! Jonathan Milan si prende la rivincita, esalta il lavoro della sua Lidl Trek e anticipa Groves,   Bauhaus, Kooij,  Merlier e Ballerini sul traguardo della quarta tappa del giro d'Italia, la Acqui Terme-Andora di 190...


Continua la caccia a difetti e punti deboli di Tadej Pogacar: alla partenza di Acqui Terme c’è chi ha visto lo sloveno rosa sbadigliare senza mettersi la mano davanti alla bocca. Curiosità per le sale stampa del Giro: in quella...


Il Giro d'Italia di Biniam Girmay è finito ad una sessantina chilometri dal traguardo di Andora, nella lunga discesa che portava a Savona. L'eritreo della Intermarché Wanty è stato coinvolto prima in una caduta che ha visto finire a terra...


A distanza di oltre un mese dal grave incidente subito nella quarta tappa dell'Itzulia Basque Country - era il 4 di aprile -, Jonas Vingegaard è tornato in sella e ha potuto effettuare il suo primo allenamento all'aperto. Occasione celebrata...


TBRADIO

-

00:00
00:00
VIDEO





DIGITAL EDITION
Prima Pagina Edizioni s.r.l. - Via Inama 7 - 20133 Milano - P.I. 11980460155




Editoriale Rapporti & Relazioni Gatti & Misfatti I Dubbi Scripta Manent Fisco così per Sport L'Ora del Pasto Le Storie del Figio ZEROSBATTI Capitani Coraggiosi