| 24/01/2009 | 12:43 Dopo settimane di stallo, con dirigenti impegnati su altri fronti e poco sensibili alla situazione del fuoristrada, è Davide D'Alto il primo ad uscire finalmente allo scoperto. Già in dicembre da queste pagine, avevamo invitato la Federazione a muoversi con delle decisioni e con investimenti finanziari verso un settore che, per forza di cose, soffre in un periodo di recessione mondiale che colpisce chiaramente tutti e quindi anche il nostro sport.
Il referente del settore fuoristrada della FCI, il vicepresidente vicario Davide D'Alto, ha chiesto la convocazione urgente della commissione MTB per discutere l'annullamento dei circuiti federali cross country e marathon.
«Proporrò alla commissione l'annullamento degli Internazionali, un fiore all'occhiello, con la Coppa Italia giovanile, di tutta l'attività federale. Nonostante i ripetuti tentativi compiuti a tutti i livelli, all'orizzonte non vedo nulla di positivo. Non è stato stanziato neppure un centesimo per i circuiti federali di tutte le specialità. Mancano poche settimane all'inizio dell'attività. Lo sponsor dell'anno scorso, da tempo ha ritirato la sua disponibilità e la FCI non ha mosso un dito, esattamente come per il Giro d'Italia di Ciclocross, salvato in extremis. Ciò nonostante il settore fuoristrada possa vantare un avanzo positivo in bilancio di oltre 230.000 euro, soldi che come al solito sono serviti (o serviranno) a finanziare altro. In tutti questi anni gli Internazionali MTB si sono in gran parte autofinanziati: Liquigas e Respira, gli sponsor principali, hanno dato una mano decisiva alla crescita del circuito, che non è mai pesato sulle spalle della FCI.
Come dirigente federale non posso fare altro che prendere atto di
questa situazione, che penalizza principalmente la specialità olimpica del XC e che potrebbe in un futuro prossimo, ripercuotersi anche sull'altra specialità olimpica, il BMX».
Una dichiarazione certamente molto forte, ma soprattutto con possibili ripercussioni devastanti per la mountain bike. Se alle dichiarazioni seguiranno i fatti, a meno di due mesi dalla prima prova in programma il 15 marzo a Montichiari (BS), ci troveremmo a perdere, per cominciare, gli Internazionali d'Italia XC, l'unico vero circuito italiano di altissimo livello che ha sempre visto al via i migliori interpreti della disciplina italiani e stranieri. Questa indisponibilità economica della FCI nei confronti degli Internazionali d'Italia MTB coinciderebbe curiosamente con la nascita di un futuro Giro d'Italia Under 26 su strada, al quale la Federazione, secondo alcune indiscrezioni, dovrebbe economicamente partecipare.
Naturalmente auspichiamo che le dichiarazioni di Davide D'Alto aprano un dibattito serio e soprattutto costruttivo in seno alla Federazione e che questa situazione possa essere sbloccata al più presto.
Marco Tuninetti - fonte: solobike.it
Oggi la risposta del presidente Federale, Renato Di Rocco.
Caro Tuninetti,
quasi sempre attento alle Sue note, sono stato attratto dal titolo dell’articolo apparso giovedì 21 “scossone nel Mountain Bike: verso l’annullamento…..”.
Non Le nascondo che il proseguio del titolo mi ha un po’ deluso. Speravo davvero fosse un invito /augurio al mondo del fuoristrada a prendere coscienza della realtà che il settore rappresenta all’interno della federazione e una sollecitazione a proporre rappresentanti più responsabili. Magari non solo uno, ma anche due “portatori sani” delle reali esigenze del settore, invece di continuare a subire chi non esprime, quando sarebbe necessario, le esigenze reali del fuoristrada, ma semina soltanto il suo sterile pessimismo e vittimismo condito di falsità grossolane.
Mi sarei astenuto volentieri dall’intervenire, soprattutto dopo la mia replica a un altro intervento del vice presidente D’Alto, che già all’inizio del nuovo mandato manifestava la sua vocazione al pianto sulla pubblica piazza, invece di prodigarsi con proposte innovative nelle sedi deputate e con iniziative concrete sul campo per risolvere i problemi. Perché questo è il compito dei dirigenti che ricevono un mandato nazionale: affrontare i problemi nelle sedi opportune e magari aiutare a risolverli recuperando strumenti e risorse, come in altri settori è stato fatto. Troppo comodo scaricare responsabilità presenti e pregresse sempre sugli altri senza muovere un dito, per poi agitare molto la lingua alla vigilia di qualche evento importante. Di parolai e agitatori di piazza il ciclismo italiano ha già sofferto troppo e l’ambiente ormai ne è stufo.
La cosa si ripete da quasi dodici anni. Per me, fortunatamente, solo da quattro: ma Le assicuro che mia suocera al cospetto è da beatificare.
Si fa sempre fatica a comprendere nelle critiche chi sia “questa” FCI posta sul banco dell’accusato. Evidentemente D’Alto non si sente della FCI, ma... d’altro. E’ proprio questo il punto. Preoccupa che a lanciare queste accuse generiche sia proprio un vice presidente di così lunga militanza nel Consiglio federale. Quando indica la FCI, evidentemente si riferisce al sottoscritto, agli altri due vice e ai nove consiglieri federali. Lui si tira sempre fuori.
Secondo Lei è possibile che tutti i componenti siano così sprovveduti da non preoccuparsi di problematiche urgenti per un settore così importante? Che sia sempre e soltanto il vicepresidente in questione a non trovare le occasioni per informare (o a non volerle trovare) al momento opportuno? Che i problemi esistano solo e soltanto per Lui o per il settore di cui è referente?
Mi scuso dei quesiti e dello spazio che dovrò occupare, ma è lei che ha chiesto l’apertura di un dibattito serio che, le assicuro, c’è sempre stato in Consiglio quanto lo stesso è stato messo nelle condizioni di farlo.
Quanto da Lei riportato chiarisce una volta di più in modo lampante come il vice Presidente concepisca il suo ruolo nel Consiglio federale e le competenze degli organi federali. Leggo la sua volontà di proporre (imporre?) a una commissione “l'annullamento degli Internazionali, un fiore all'occhiello, con la Coppa Italia giovanile, di tutta l'attività federale”. E il Consiglio, il settore, tutti gli affiliati lo vengono a sapere tramite un’intervista rilasciata al sito web! Il bello, anzi il brutto è che il responsabile della stessa commissione, molto più consapevole delle reali esigenze, già a Modena aveva proposto, senza essere ascoltato, di valutare le reali esigenze per garantire lo svolgimento del circuito internazionale. Come è stato per il Giro d’Italia Cross, argomento di cui la rispettiva commissione ed anche il referente si sono accorti solo nel momento in cui si doveva svolgere!
Un altro passaggio che non riesco a comprendere è dove dice :”La FCI non ha mosso un dito”. Le evidenzio che si è svolto il 29 dicembre 2008 un Consiglio federale e in quella occasione nessuno ha pensato di comunicare che c’era una emergenza in corso. In quella stessa riunione, poiché siamo alla scadenza di mandato, si è convenuto di convocare un altro Consiglio per procedere agli stanziamenti non solo del fuoristrada, ma di tutti i settori federali. Quindi, la questione riguarda tutta l’attività federale. Ma combinazione vuole che a sentirsi offeso sia solo il vicepresidente in questione.
Ripeto, in quella occasione nulla è stato denunciato, né dal referente e né dal settore. Immagino quindi che “i ripetuti tentativi compiuti a tutti i livelli” riguardino altri soggetti contattati dal vicepresidente nelle sue spiccate ”qualità imprenditoriali” nel tentativo di aggiungere nuove risorse a quelle abitualmente erogate dalla FCI e che sia rimasto deluso del risultato finale. Dunque la colpa è della FCI.
Per rifarmi al precedente intervento: stesso autore, stesso film.
Sono lieto invece, e succede poche volte, che si ricordi che in passato il circuito si era in gran parte autofinanziato. Nel 2007 questo non è avvenuto, ma si è svolto regolarmente e ciò conferma che la federazione ne ha riconosciuta la valenza e ha erogato, in tutto o in parte, le risorse necessarie per garantirne lo svolgimento.
Mi permetta anche di non convidere la sua valutazione in premessa: “un settore che, per forza di cose, soffre in un periodo di recessione mondiale”. E’ vero che la fase attuale è difficile per tutti, ma è pur vero che il referente o i collaboratori non sono riusciti ad intercettare situazioni o soggetti di eccellenza che continuano a realizzare progetti ed eventi di grande qualità e livello.
Un minimo di umiltà e di maggiore disponibilità al dialogo sul territorio e con i Comitati regionali (completamente disconosciuti e non considerati per tre anni e nove mesi) forse avrebbe generato uno scenario di opportunità e di occasioni differenti. Lo dico per esperienza diretta: tutte le volte che sono stato coinvolto da operatori del MTB, si sono sempre realizzati ottimi eventi. Penso che molti avrebbero potuto essere valorizzati come tappe di avvicinamento a manifestazioni internazionali specifiche, soprattutto per il cross country, ed assicurare al circuito nuove fonti di finanziamento, allargando anche le occasioni per non trovarsi, come da molti anni avviene, in affanno.
E magari, avendo preso atto che questa sofferenza persiste, si sarebbe potuto affrontare la situazione modificando struttura e filosofia organizzativa. Quando si è in tempo di crisi, aspettando che qualcuno Ti aiuti senza darti da fare, si affonda.
Le aziende in questa congiuntura insegnano.
Considerazioni che in Consiglio sono state fatte, ma la riproposizione è stata sempre la stessa.
Sorvolo sulle preoccupazioni del vicepresidente sul futuro del XC e BMX in rapporto, soprattutto, alle ingenti risorse messe a disposizione dalla FCI (questa volta è ben individuata) per le specialità, sulla base delle richieste pervenute, nonostante il pesante disagio economico ereditato dal Consiglio attuale. Pur nel rispetto delle priorità ben individuate, XC e BMX, il Consiglio ha inserito in organico un direttore tecnico specializzato in downhill, per poi riparare con uno specialista di bmx straniero. Identiche risorse sono state erogate in tutte le discipline dal downhill al trial.
Non mi preoccupa, inoltre, ma credo non preoccupi neppure gli altri componenti del CF, la convocazione urgente della commissione.
In questi ultimi tre mesi si sono svolte più riunioni con la presenza del vicepresidente che in tre anni. Anche al Sud, per sostenere, udite udite, un progetto solidale osteggiato per tutto il quadriennio e ora evocato dallo stesso vice Presidente come modello di riferimento per i risultati ottenuti negli altri settori aderenti. Senza questa pentimento tardivo sarebbero state date nuove opportunità alle società del fuoristrada, in aggiunta alle buone iniziative già attuate spontaneamente. Nelle riunioni sopra citate si è parlato di tutto, ma poco di questioni tecniche e del circuito internazionale. Lascio immaginare gli altri argomenti.
Sia chiaro: lo svolgimento del circuito rientra nei programmi da approvare sulla base di una valutazione oggettiva del settore, come già peraltro convenuto, al pari delle altre attività da finanziare. Salvo che la commissione o il referente decidano altrimenti, ma unicamente sotto la loro responsabilità e sempre che il CF decida ancora di assecondarli.
Mi rifiuto di discutere dell’organizzazione del giro under 26, limitandomi a fornire notizie certe e non le affermazioni mendaci da sempre utilizzate dal vicepresidente. Lo scenario per lui non cambia mai. Nel triennio le avversioni al fuoristrada si chiamavano, a turno, Martinello, poi la pista, poi il progetto solidale, poi Arioli (nonostante l’opportunità che per il fuoristrada rappresenta il meeting nazionale giovanile, diventato evento di grande appeal) e sempre, ovviamente, il sottoscritto. Adesso, per concludere alla grande, anche il Giro Under 26.
Come si dice? Non ho parole!
Mi auguro , davvero, che si apra un dibattito e che le società, non solo le solite, comprendano che non meritavano di vivere un periodo simile, e spero che termini al più presto.
Ovviamente mi assumo la mia parte di responsabilità per quanto avvenuto nei momenti di collegialità e guardo al futuro con prospettive completamente differenti.
Caro Marco,
Le auguro buon lavoro e La invito a verificare la rispondenza di quanto ho affermato nelle documentazioni ufficiali, cosa che le riuscirà facile, considerate le informazioni che riesce a reperire dall’ambito federale. Evito di parlare dei presunti avanzi realizzati dal settore, che saranno oggetto di valutazioni puntuali al pari del pregresso economico ereditato, e della mia campagna per la ricandidatura alla presidenza federale, che inizierà nel week end dei mondiali del ciclocross per evitare turbative di qualsiasi genere alla nazionale in partenza.
Renato Di Rocco - presidente della Federazione Ciclistica Italiana
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