L'Aeronautica Militare entra nel ciclismo professionistico

| 24/11/2008 | 14:01
L'Aeronautica Militare, da sempre vicina al mondo sportivo, anche grazie a collaborazioni con istituzioni civili del settore, ha deciso di entrare a far parte del ciclismo professionistico diventando primo partner del team diretto dal manager Simone Mori e dal "senatore" dei direttori sportivi Giuseppe Martinelli. Questo avverrà senza alcun onere per la Forza Armata. L'accordo con il team ciclistico prevede l'autorizzazione ad utilizzare il logo "Aeronautica Militare" ed è anche frutto della stretta collaborazione che dal lontano 1997 lo Stato Maggiore Aeronautica intrattiene con il Gruppo Sportivo "46ª Brigata Aerea - Filippo Sport", diretto dal team manager Matteo Signorino. Una collaborazione che, nel corso degli anni, ha portato gli atleti del Gruppo a conseguire importanti traguardi nella specialità delle granfondo, contribuendo così a promuovere l'immagine della 46ª Brigata Aerea di Pisa e dell'Aeronautica Militare. Il nome esatto della squadra di Mori e Martinelli sarà quindi Aeronautica Militare - Amica Chips - Knauf.
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COMMENTI
domanda
24 novembre 2008 18:21 pablo
buonasera, non riesco a capire il senso di questa partnership, chi ci guadagna se non ci sono contributi? se l'accordo è solo quello di utilizzare un nome importante che faccia scena non era meglio utilizzare il nome di qualche associazione benefica o qualche personaggio che ha fatto o fa del bene?
posso sbagliare ma non ho proprio capito.
saluti

....
24 novembre 2008 20:13 simyco
@pablo nn sei il solo....

24 novembre 2008 21:52 flyboy
Non capisco perché si debba sempre cercare di trovare degli aspetti negativi o quanto meno poco chiari in iniziative come queste, immaginare chi sa quali macchinazioni o che necessariamente ogni azione debba essere giustificata e compiuta in nome di un mero guadagno.
Chi ha poi detto che il nome Aeronautica Militare sia stato usato con l’unico scopo di fare “scena”! Chissà perché, ogni qualvolta si decida di fare qualcosa di buono ci debba essere sempre qualcuno che, inevitabilmente, pensi “ma chi ci guadagna?”, forse perché, le cose negative, sono sempre più in vista delle cose positive.
Si parla, per citare le parole “di associazione benefiche che fanno del bene”, che eventualmente avrebbero dovuto essere usate come nome, al posto dell’Aeronautica Militare.
In certi casi non basta parlare di bene ma anche sapere cosa voglia dire fare del bene.
L’Aeronautica Militare non ha certo bisogno di avvocati difensori che ne tessano le lodi, proprio perché compie quotidianamente il bene, bene che non fa rumore e che stupisce molto meno del male, per quel suo aspetto di normalità. La normalità del lavoro di uomini e donne che operano quotidianamente mettendo anche a rischio la propria vita.
Consiglio di leggere e di documentarsi, prima di parlare, sul numero di ore di volo dedicate alla ricerca e al soccorso a favore della popolazione civile, di informarsi sul numero di persone salvate grazie all’intervento dei mezzi e degli uomini dell’aeronautica. Su quanti interventi di trasporto organi e di pazienti in imminente pericolo di vita siano compiuti dall’aeronautica. Se tutto questo non può essere definito bene, forse c’è da chiedersi se gli uomini, oggi, siano davvero in grado di cogliere oltre ai segni del male anche quelli del vero bene.





spieghiamolo
25 novembre 2008 13:44 pablo
buongiorno
se la collaborazione va letta in questo senso (l'aeronautica tra le altre cose fa del bene ma ne sono certo, ci mancherebbe!) allora spieghiamolo a tutti e non lasciamo all'iniziativa del singolo la decifrazione di queste notizie, che a prima vista possono sembrare delle iniziative di puro marketing.
saluti

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