Trenti, un addio all'agonismo con «la Dro» nel cuore

| 29/10/2008 | 15:33
Trento - Dopo dodici anni di onesta e prestigiosa carriera, l'«americano di Dro», l'uomo dei treni di Boonen e Pozzato, appende la bici al chiodo. Guido Trenti fa calare ufficialmente il sipario sulla sua vita da ciclista professionista, percorso iniziato nel 1996. Un gregario d'oro (due le vittorie in carriera, al Giro di Malesia nel 2000 e alla Vuelta nel 2001), una pedina fondamentale per tutti i suoi capitani, che ha sempre fatto dell'umiltà e dell'onestà il suo punto di forza. Tanto da aver scelto un modo particolare per l’addio addio: voleva chiudere un ciclo, annunciando il ritiro alla cena di fine stagione dei ragazzi della «sua» Ciclistica Dro, sabato sera nel Basso Sarca. «Purtroppo però i miei programmi li ha rovinati... l'esame da direttore sportivo: ero a Salsomaggiore a dare l'esame perché devo pensare anche al mio futuro. Ma avrei voluto davvero essere lì tra quei ragazzi e con i dirigenti della società in cui ho cominciato. Lì volevo chiudere, lì dove ho iniziato. Per questo ho pensato di contattare l'Adige , perché almeno Geltrude Berlanda, tutti i suoi collaboratori, i ragazzini, i dirigenti e accompagnatori sapessero che sono sempre vicino alla "mia" Ciclistica Dro». Davvero un bel gesto, quello di Guido, che in carriera ha disputato anche parecchie edizioni dei mondiali, sotto le insegne Usa: papà Enzo è infatti droato doc, mentre la mamma è statunitense e Trenti ha sempre avuto il doppio passaporto. «Ringrazio la Ciclistica di oggi, ma come non pensare anche a Learco Matteotti e Giuliano Benuzzi, presidente e direttore sportivo quando ho iniziato a correre. Loro, insieme a papà (dirigente e tutt'oggi collaboratore della Ciclistica) mi hanno indirizzato a una passione che sarebbe diventata un mestiere. Grazie a tutti davvero, di cuore». da L’Adige di martedì 28 ottobre a firma Leonardo Pontalti
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COMMENTI
Grazie Guido
30 ottobre 2008 13:28 maulot
Grazie Guido per tutto quello che hai fatto. Un grazie soprattutto dovrebbero dirtelo anche i capitani per i quali hai tanto lavorato per portarli alle volate. Sicuramente ti meritavi un po' più di fortuna in questi ultimi anni.

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