Barloworld: giovani al potere nel nostroTour

| 25/07/2008 | 12:20
Mancano ormai tre tappe alla conclusione del 95esimo Tour de France ed il Team Barloworld, nonostante le vicissitudini degli scorsi giorni che hanno ridotto la squadra a soli quattro elementi, si appresta ad affrontare gli ultimi giorni di gara con rinnovato ottimismo. E’ il team manager Claudio Corti a fare il punto della situazione dopo 17 giorni di gara. “Indubbiamente questo Tour è stato particolarmente difficile e sfortunato per noi – riferisce Corti – ma nonostante ciò, la nostra squadra ha portato alla ribalta due giovani di assoluto talento: John Lee Augustyn e Chris Froome, entrambi alla loro prima esperienza alla Grande Boucle, ma motivati e con concrete possibilità di essere i protagonisti del futuro per le gare a tappe”. Augustyn, 22 anni, dopo buone prestazioni nella tappe pirenaiche, è stato straordinario nella 16esima frazione quando ha scollinato in prima posizione, ed in solitudine, sulla cima del Col de la Bonette e si è involato in discesa verso una probabile vittoria. Purtroppo una caduta nei primi tornanti ha annullato il suo tentativo, ma non la sua grinta e la sua voglia di emergere che tutti al Tour hanno imparato ad apprezzare. Anche il 23enne Froome si è messo in luce e non solo per le sue origine keniote - oggetto di curiosità e interesse da parte dei media - ma soprattutto per la sua capacità nel tenere il passo dei migliori sulle più aspre salite del Tour. Una dimostrazione di carattere e di grandi potenzialità atletiche. “Il futuro è loro – ha aggiunto il team manager Claudio Corti – e il ciclismo ha bisogno di ragazzi giovani e sani come Chris e John-Lee”. Buone anche le prestazioni dell’italiano Gianpaolo Cheula, spesso all’attacco e promotore di fughe da lontano: “Gianpaolo sta molto bene – prosegue Corti - e lo ha dimostrato in queste frazioni alpine. E’ un lottatore e la sua presenza è molto importante per tutta la squadra”. Altra pedina fondamentale, l’esperto velocista Robert Hunter, sul quale Claudio Corti ripone molta fiducia per puntare al successo nell’ultima tappa di Parigi. Hunter è infatti un corridore di esperienza, dotato di grande resistenza e recupero. Tutte qualità che serviranno in uno sprint ambitissimo dopo 20 giorni di gara. Il Tour della Barloworld è stato inoltre caratterizzato da numerose cadute, troppe se si pensa che ben quattro corridori hanno dovuto abbandonare per questo motivo. Il primo è stato Mauricio Soler, il quale dopo l’indimenticabile Tour dello scorso anno sarebbe stato il sicuro protagonista in montagna ed anche della classifica generale. Sfortunatamente la frattura del piramidale della mano sinistra dopo la caduta nella prima tappa gli ha impedito di continuare, nonostante i tentativi di tener duro nei giorni seguenti. Poi è stata la volta di Paolo Longo Borghini e Felix Cardenas nell’undicesima tappa: per l’italiano la frattura scomposta della clavicola destra, mentre per Cardenas una lesione muscolo-tendinea di 3 cm al vasto laterale del quadricipite destro. Quindi il giorno dopo è stato l’australiano Baden Cooke a rimanere coinvolto in un’ulteriore caduta nei primi chilometri di gara, in seguito alla quale ha riportato una grave contusione alla regione lombare. Purtroppo non solo le cadute hanno reso difficile il Tour della Barloworld. “Il caso Duenas ha provocato un danno d’immagine di portata considerevole. La squadra ha giustamente preso le distanze da questa vicenda a cui è totalmente estranea. Il nostro team ha sostenuto una politica di tolleranza zero. Noi abbiamo sempre creduto in un lavoro leale e professionale. Per questo continuiamo ad affrontare con fiducia e serenità gli ultimi giorni di Tour de France”, conclude Corti.
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