
Thymen Arensman una tappa in un grande giro già l’aveva vinta, era successo nel 2022 alla Vuelta, ma ora nel suo palmares c’è anche una vittoria al Tour de France. L’olandese della Ineos Total Energies aveva finito il Giro d’Italia sotto tono e nella sua prima partecipazione al Tour voleva fare qualcosa di buono. Arensman si era già messo in mostra nella decima tappa arrivando secondo ed oggi il successo è arrivato nella tappa pirenaica più dura di questo Tour.
«Non riesco proprio a credere di essere riuscito a vincere. Ho già fatto il Giro quest'anno e poi mi sono ammalato. Ma penso che nonostante la malattia, sono riuscito a prepararmi bene e al mio primo Tour volevo solo provare a dare tutto».
L’olandese è stato paziente e ha studiato alla perfezione le dinamiche che ci sono in questa corsa. Ha atteso senza fare passi falsi e alla fine è riuscito a raggiungere la vittoria di tappa che tanto sognava. «Ho dovuto essere molto paziente la prima settimana, perché era tutto piuttosto impegnativo e dovevo capire come funzionava la corsa. Poi ho dovuto aspettare fino alle montagne e lla prima occasione che ho avuto sono subito arrivato secondo nella tappa al Mont Dore Puy de Sancy. Già quella è stata un'esperienza incredibile. Sono al mio primo Tour de France e ho fatto un secondo posto e ho vinto una tappa. E’ veramente pazzesco».
La Ineos Grenadiers non aveva iniziato nel migliore dei modi il Tour, infatti nella prima giornata di corsa avevano perso Filippo Ganna. Poi man mano che passavano i giorni le cose sono migliorate e oggi tutta la squadra ha aiutato Arensman a conquistare la sua prima vittoria alla Grande Boucle.
«Tutta la squadra ha fatto un ottimo lavoro per me, ma penso di aver avuto gambe fantastiche e la forma migliore della mia vita e quando ho sentito il distacco con il gruppo della classifica generale e del gruppo ho pensato che oggi poteva essere la giornata giusta, anche se poi pensavo a Jonas e a quei tre minuti e mezzo, mi dicevo che probabilmente non erano abbastanza».
L’olandese naturalmente è fuori dal gruppo dei migliori e il suo ritardo in classifica generale è di oltre 42 minuti, ma pensava che Vingegaard oggi avrebbe attaccato per cercare di mettere in difficoltà Tadej Pogacar.
«Ho pensato che dovevo muovermi, mi sono detto che forse era un suicidio o forse no. Ma comunque non riesco a credere di averli tenuti tutti a bada, perchè stavo davvero perdendo terreno in quell'ultima salita: la seconda metà della salita è stata terribile».
L’olandese ha trovato la giusta forza per continuare a spingere sui pedali e il pubblico a bordo strada lo ha veramente incoraggiato. «Penso che tutti gli spettatori che c’erano mi abbiano dato qualche watt in più, è grazie anche a loro se sono riuscito a tenere tutti dietro ed è incredibile, è pazzesco».
E quindi: «Questo è il mio primo Tour e a dire il vero volevo solo vivere l’esperienza di questa corsa, la più importante del mondo. Ho fatto molti Giri e anche la Vuelta con ottimi risultati in classifica generale e ho anche una vittoria di tappa alla Vuelta ma io volevo solo vivere la corsa più grande del mondo e poi vincere una tappa al mio primo Tour in questo modo è incredibile, è pazzesco».