
Dal Tour of the Alps ci sono due talenti che si proiettano sul Giro d'Italia con ambizioni che non possono restare nascoste. Se la corsa dell'Euregio si è rivelata entusiasmante come non mai, molto del merito va ai due ragazzi che se la sono giocata fino alla fine: Michael Storer (Tudor Pro Cycling) e Thymen Arensman (Ineos Grenadiers).
Il primo è stato di gran lunga l’atleta più forte sulle strade dell’Euregio, dando prova di una forza e una forma mai vista, mentre il secondo, con coraggio e inventiva, ha reso elettrizzante la corsa fino all’ultimo giorno.
Storer, che ha vinto la tappa di Vipiteno e ha regalato spettacolo sia a Obertilliach che a Lienz, è praticamente un italiano acquisito, visto che si è trasferito a Varese quando aveva 19 anni per inseguire il suo sogno di diventare professionista, parla perfettamente italiano e ha moglie italiana, Greta. Ora vive a San Marino e da lì continua a crescere gara dopo gara. Il suo palmares comincia a farsi interessante: oltre al successo del TotA in carriera ha vinto anche due tappe e una classifica scalatori alla Vuelta a España, una tappa alla Parigi-Nizza poco più di un mese fa, e due volte il Tour de l’Ain.
«Sono nella forma della mia vita, non sono mai stato così forte. Tolti Pogacar e Vingegaard credo di poter essere inserito nel gruppo di corridori che stanno subito dietro, quando sto molto bene posso addirittura batterli - ammette convinto, ma sempre pacato, l’australiano -. Credo che la chiave per il mio costante miglioramento sia il buon feeling con il mio allenatore Deckert, lavoriamo insieme da quasi quattro anni, ci conosciamo bene e questo fa la differenza. Con gli anni sono passato dal fare soprattutto il gregario a un ruolo più centrale, già con la Groupama-FDJ anche se non sempre è andata bene, ma con la Tudor credo di aver fatto un ulteriore passo in avanti come corridore da classifica».
L’anno scorso chiuse al 10° posto il Giro d’Italia, quest’anno proverà a fare meglio trascinato, magari, dal risultato di questo Tour of the Alps. «Il grande obiettivo è quello. Sono sicuro che al Giro avrò ancora la gamba giusta per provare a dare battaglia. Questa vittoria non cambia il mio approccio alla corsa rosa, sono contento che c’è chi pensi che possa puntare alla Top 5, ma non mi faccio distrarre».
Arensman, dal canto suo, ha provato a fargli uno scherzetto con una pazza ma vincente azione nella tappa di Obertilliach, che gli ha permesso di diventare il primo olandese a vincere una frazione al TotA, ribaltare per un giorno la classifica e indossare la maglia verde, salvo poi ricederla nella giornata finale di Lienz.
«Mi tolgo il cappello di fronte alla prestazione di Michael, ha dimostrato di essere il più forte, ma io sono molto soddisfatto di quanto ho fatto vedere al TotA».
Quella di Obertilliach è stata per Arensman anche la prima vittoria in maglia Ineos Grenadiers, con la quale ha però già centrato due sesti posti finali al Giro d’Italia. «Reputo il mio percorso con la squadra molto positivo. Sono stato al fianco di un grande come Geraint Thomas, ho portato a casa un doppio sesto posto al Giro, la squadra mi ha dato sempre più fiducia e io ne ho sempre di più nei miei mezzi. Da quest’anno, poi, abbiamo optato per un approccio un po’ più aggressivo, dando più opportunità a tutti in squadra come successo al TotA. È più rischioso, ma anche più appagante per chi ci guarda in tv. Al Giro sarò co-capitano con Egan Bernal e l’idea mi piace, perché siamo corridori diversi e questo potrebbe permetterci di giocarci le carte in maniera differente. Gli ultimi due anni ero con Thomas, ma con lui abbiamo caratteristiche più simili».
Storer e Arensman, chi farà meglio al Giro?
da tuttoBICI di maggio
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