Il presidente Cordiano Dagnoni, presente oggi a Parigi, ha commentato: "I nostri atleti hanno occupato praticamente tutte le posizioni della top 10. Oltre a Cornegliani, Mazzone e Pini, infatti, portiamo a casa anche un quarto posto con Farroni, un quinto con la Viteralu e via via fino al decimo posto. insomma siamo sempre stati presenti e questo è quello che conta di più. Complimenti a tutti ed in particolare a Fabrizio, Luca e Martino, che hanno dimostrato ancora una volta quanto conta la serietà, il duro lavoro e la grande attitudine mentale ai grandi appuntamenti."
LE MEDAGLIE DELLA MATTINA - Di grande prestigio la vittoria di Cornegliani, capace di dominare la prova H1 e mettere in fila, dietro di lui, tutti e quattro gli avversari. Il classe 1969 taglia il traguardo in 34'50''45, staccando di circa 21 secondi il belga Maxime Hordies (argento) e di oltre 1'16'' il sudafricano Pieter du Preez, campione in carica e oggi sul terzo gradino del podio. Un successo che consente all’azzurro di migliorare l’argento di Tokyo 2020, dove chiuse a quasi 2’ da du Preez, e che segue a pochi minuti l’argento di Luca Mazzone: nella categoria H2, il portabandiera ha concluso la gara con un tempo di 25'18''83, piazzandosi dietro lo spagnolo Sergio Garrote Munoz, oro in 24'33''71, e davanti al francese Florian Jouanny, bronzo con 25'19''29.
Con i loro 55 e 53 anni, questi due campioni hanno ancora una volta dimostrato che sfidare il tempo è parte della loro essenza, nello sport e nella vita, e che l'età è solo un dettaglio quando si ha la determinazione di vincere. I numeri importanti sono altri: quelli di Fabrizio Cornegliani, alla sua seconda esperienza paralimpica e già con due medaglie nella sua collezione, che conta altri 11 podi mondiali e tre titoli europei. E quelli di Luca Mazzone, che in 13 anni di paraciclismo ha accumulato successi straordinari, con 7 medaglie in 3 partecipazioni ai Giochi e l'onore di essere stato scelto, per questa edizione, come portabandiera.
L'intervento di Fabrizio Cornegliani alla RAI: “Il lavoro paga, questo è fuori discussione. Ho fatto diversi sopralluoghi e non bisogna mai lasciare nulla al caso. Sapevo esattamente cosa fare per tutto il tracciato. Anche nello sport paralimpico bisogna programmare e lavorare per raggiungere risultati, non ci si può mai affidare al caso. Voglio ringraziare tutti colori che mi hanno aiutato a raggiungere questo successo”. L’azzurro ha scoperto l’handbike nel 2007, quando a seguito di un incidente in palestra è vittima di una lesione che gli compromette l’uso delle mani e delle braccia. Per Cornegliani era soltanto uno strumento di riabilitazione, l’unico mezzo che gli consentiva di restare sdraiato e al tempo stesso di muoversi. Un modo per riacquistare la sua libertà, non per raggiungere risultati sportivi. Che con tenacia, poi, sono arrivati. Prosegue: “Io che mi sono avvicinato con una certa diffidenza a questo mezzo lo posso dire: dobbiamo fare promozione, andare nelle scuole, nei centri di recupero, negli ospedali, e convincere chiunque ad avvicinarsi allo sport. Questa medaglia, questo oro, potrebbe diventare un punto di riferimento per molti: me lo auguro”.
Dalle parole di Luca Mazzone ai microfoni della RAI traspare tutto l’orgoglio di essere ancora capace di fare la differenza: “Un argento che vale platino: riuscire a salire sul podio contro avversari in alcuni casi più giovani di me di 20 anni la considero una grande impresa. Ci ho sempre creduto e per questo motivo, in questi mesi, mi sono allenato con grande determinazione, facendo grandi sacrifici. La testa è tutto in questi momenti. Sono rimasto lontano da casa per tanto tempo perché volevo raggiungere questo risultato. Ringrazio tutto lo staff della Federazione per il supporto e dedico questa medaglia a mia moglie e a mio figlio, con i quali ho condiviso questi sacrifici”.
IL BRONZO - La terza medaglia di giornata arriva con l'ultimo degli azzurri partenti: è Martino Pini a conquistare il metallo numero 39 di questi Giochi, chiudendo i 28,3 km di gara H3 con il tempo di 46'13''69. Un esordio da sogno per il 32enne lombardo, che va così a completare il tris azzurro di oggi salendo sul podio alla sua prima esperienza paralimpica. E in una categoria tra le più competitive del movimento, quella degli uomi H3. L'azzurro arriva al targuardo a 2'40'' di ritardo dal nuovo campione paralimpico, il francese Mathieu Bosredon, che anche oggi ha letteralmente sbaragliato la concorrenza. Sul secondo gradino del podio l'altro francese, Johan Quaile, che paga oltre due minuti di ritardo. Chiudono invece in top ten gli altri due azzurri: Federico Mestroni è ottavo in 48'33''04, seguito da Mirko Testa, nono, col tempo di 49'05''30.
Le parole di Martino Pini ai microfoni RAI: "Sono emozionatissimo! E' stata una crono durissima, forse la più dura della mia vita, ma non ho mai mollato e sono arrivato terzo: non ci credo nemmeno io, non so descrivere le mie emozioni in questo momento. Mi sono allenato duramente per essere qua ed essere riuscito salire sul podio è qualcosa di fantastico. Ho cercato di prendere curve in sicurezza e poi insistere nei tratti pianeggianti e in salita, perché sono leggero. Nell'ultimo mese di preparazione a Livigno ho avuto tanta carica dal CT, che mi ha portato a questo livello. Devo ancora metabolizzare, ma ora andrà tutto come deve andare".
GLI ALTRI AZZURRI – Nella cronometro individuale femminile C5 Eleonora Mele e Claudia Cretti chiudono rispettivamente in sesta e ottava posizione, col tempo di 22'27''90 e 23'23''93. Tra gli handbikers, quinto posto per Ana Maria Vitelaru (26'16''93) e settimo posto per Katia Aere (27'30''85), entrambe in corsa con le H4-5. Giulia Ruffato, in gara nella stessa prova, termina dodicesima a +4'55''23 tra le H4. Nella crono H1-H3 Francesca Porcellato conclude la propria gara in sesta posizione (27'13''50), con l'oro che finisce al collo della statunitense Brim (24'14''59), argento all'australiana Parker (24'24''09) e bronzo alla tedesca Zeyen Giles (25'30''84). Ai piedi del podio, invece, Giorgio Farroni nella categoria T1-2 (triciclo) col tempo di 24'03''51. Oro al cinese Chen (21'35''78), argento al canadese Clement (22'53''36) e bronzo al belga Celen (23'27''64). Nelle cronometro del pomeriggio, top ten anche per i due tandem: nella cronometro categoria B Federico Andreoli e Paolo Totò terminano in sesta posizione, mentre Lorenzo Bernard e Davide Plebani tagliano il traguardo in nona posizione: oro e bronzo all'Olanda, argento alla Francia.
da federciclismo.it