GIRO DELLA VALLE D'AOSTA. SEMPRE PIU' INTERNAZIONALE, SEMPRE PIU' PALESTRA PER CAMPIONI. GALLERY

DILETTANTI | 14/07/2024 | 08:20
di Lorenza Cerbini

Edizione multilingue (come sempre), il 60° Giro Ciclistico Internazionale della Valle d'Aosta - Mont Blanc (17-21 luglio): 28 le squadre al via in rappresentanza di 12 nazioni e 4 continenti. La Nazionale italiana di Marino Amadori schiera il neo tricolore Edoardo Zamperini (U.C Trevigiani Energiapura Marchiol). Filippo Agostinacchio (Beltrami Tsa Tre Colli), Cesare Chesini (Zalf Euromobil Desiree Fior), Giuseppe De Laurentiis (Aran Cucine Vejus) e Simone Roganti (Mg.K Vis - Colors For Peace). «Zamperini e Chesini le nostre punte», dice Amadori.


Si parte dalla Francia, da Saint-Gervais Mont-Blanc a Passy (40 km) il via ufficiale su un circuito che ospiterà i Campionati del Mondo di ciclismo nel 2027 e arrivo in salita ai 1354 metri di Plaine Joux.


“Oltre alla Francia con cui abbia da sempre ottime relazioni, una tappa si svolgerà nel Canavese”, dice Riccardo Moret, presidente della Società Ciclistica Valdostana, organizzatrice della manifestazione. Cinque le tappe, durissime e tutte con arrivo in salita tranne la seconda, la Verres-Borgofranco d’Ivrea con un colle di seconda categoria (Andrate, 816 metri).

“Decisive per la classifica finale la terza frazione da Sarre a Pré Saint Didier, 129 km con le salite di prima categoria di Verrogne, 1586 metri slm, e Colle San Carlo a quota 1951 slm prima dell'arrivo a Pré St. Didier Verrand – elenca Moret -. Il tappone è, la Saint Vincent-Ayas (Champoluc) di 163 km con le salite di Payé, Perloz, Col d'Arlaz, Col Tzecore e Col de Joux. Giornata conclusiva domenica 21, con la collaudata Valtournenche - Breuil Cervinia, 95 chilometri durante i quali bisognerà scalare i venti chilometri del Col San Pantaléon prima dell'ascesa finale verso Breuil a quota duemila metri”.

La condizione delle strade dopo i recenti disastri idrogeologici?

«Le stanno sistemando tutte, ma il Valle d’Aosta in realtà non tocca i Comuni colpiti» tranquillizza Moret.

Un Giro per totali 559 km con 13mila metri di dislivello: chi arriva in fondo deve sapere il fatto suo. Tra gli iscritti svettano i nomi di quattro dei primi cinque nella classifica generale del recente Giro Next Gen (Giro d’Italia U23): il belga e maglia rosa Jarno Vidar (Lotto Dstny Development Team), gli spagnoli Pablo Torres (secondo classificato, UAE Team Emirates Gen Z) e Pau Martì (terzo, Israel Premier Tech Academy), quindi il ceco Pavel Novak (quinto) per il team MBH Bank Colpack Ballan che porta all’ombra del Monte Bianco anche Florian Samuel Kajamini, settimo al Giro Next Gen.

Il leader della corsa indosserà come sempre la maglia gialla CVA, indossata nel 2018 anche da Jonas Vingegaard, vincitore della prima frazione e poi costretto a ritirarsi il giorno successivo per una caduta. Palestra di addestramento per gli scalatori, il Valle d’Aosta -Mont Blanc vanta la presenza di numerosi team development delle formazioni World Tour: Lotto, UAE, Groupama – Fdj, Israel, Alpecin, Astana, Caja Rural, Jayco.

«Due anni fa vinse Lenny Martinez: la Groupama aveva schierato una squadra fortissima, nella quale militava anche Reuben Thompson che aveva vinto il Valle d’Aosta l’anno precedente – ricorda Moret -. Hanno affrontato la salita di Pian Coumarial, in un’area protetta con panorami mozzafiato, insieme: Thompson aveva più energie del compagno, si vedeva benissimo, ma si comportò da gregario. Chiuse secondo in classifica generale e terzo invece Simone Raccani. Un esempio: nel ciclismo amicizia e gradi contano ancora. Oggi, Martinez e Thompson sono entrambi professionisti nella Groupama».

Livello altissimo quello delle formazioni presenti al Valle d’Aosta – Mont Blanc: «Quest’anno abbiamo avuto oltre 60 richieste, invitiamo i team con maggior garanzia di conclusione della corsa».

L’albo d’oro racconta una storia ricca di nomi di spicco. Fabio Aru si è aggiudicato la corsa due volte nel 2011 e nel 2012 uguagliando Yaroslav Popovych (2000 e 2001) e Ivan Gotti (1989 e 1990). Nell’albo anche Thibaut Pinot (2009), Gilberto Simoni (1992), Wladimir Belli (1991); Flavio Giupponi (1984); Alessandro Paganessi (1979); Adriano Passuello (1964), Gianni Motta (1963). Tra i piazzati intere generazioni di scalatori italiani: Damiano Cunego, Leonardo Piepoli e Andrea Noè, Franco Chioccioli e Giovanni Fedrigo. Vincitore della prima edizione Gilberto Vendemmiati (1962), con un podio da ricordare: secondo Marcello Mugnaini, terzo Italo Zilioli. L’ultima edizione all’irlandese e ciclocrossista Darren Rafferty oggi pro con il team EF Education-EasyPost. Tra pochi giorni, da Passy a Cervinia scopriremop il suo erede e, potete scommettere. ci sarà da divertirsi.

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