PILLOLINE A PEDALI. SAVONA E QUEL GIRO DEL 1969 CHE NESSUNO SCORDERA' MAI

GIRO D'ITALIA | 07/05/2024 | 08:14
di Giuseppe Figini

Tocca alla piacevole cittadina, con lunga tradizione termale, di Acqui Terme, in provincia d’Alessandria, ospitare la partenza della quarta frazione che condurrà, attraverso un’altra bella fetta di Piemonte, la carovana rosa ad Andora, affacciata sul mare Ligure, dopo il tanto e “frizzante”, anche ciclisticamente parlando, Piemonte offerto dall’avvio elettrico, anche pirotecnico, del Giro 2024. Un itinerario relativamente facile che, a metà gara circa, affronta l’ascesa – agevole – del Colle del Melogno per poi raggiungere il mare a Savona e da qui immettersi sul medesimo percorso della classicissima Milano-Sanremo fino ad Andora.


§ È la terza volta che Acqui Terme è sede di partenza e, le due precedenti, nel 1937 e 1955, entrambe con traguardo a Genova, videro vincitori due piemontesi, il torinese Giovanni Valetti e poi il biellese Giancarlo Astrua.


§ La tabella di marcia propone le località di Bistagno, Montechiaro Piana, brevissimo passaggio in provincia di Asti in una galleria, quindi rientro in quella d’Alessandria per Spigno Monferrato e quindi l’entrata in quella di Savona dove sì svolge il tratto rimanente della tappa, , nella zona appenninica, che propone, in successione, Pontevecchio, Rocchetta Cairo, Cairo Montenotte, il centro principale della Val Bormida, Carcare, luogo di nascita, nel 1904, del calciatore Felice Levratto, detto lo “sfondareti” per la potenza del suo sinistro e ricordato anche in una canzone del quartetto Cetra. Seguono Millesimo, Murialdo, Calizzano che segna l’inizio dell’ascesa al Colle del Melogno. Segue la lunga discesa per Melogno, Bormida, Mallare e Altare, paese di Carlo Rebella (1920-2002), professionista per un biennio nel dopoguerra. Segue quindi Colle di Cadibona che, per convenzione divide le Alpi dagli Appennini.

§ Dopo Lavagnola si giunge a Savona, città che ha ospitato negli anni vari arrivi e partenze. La massima rilevanza è derivata dalla tappa che si concluse qui nel Giro del 1969 con il “terremoto” mediatico dell’esclusione di Eddy Merckx, in maglia rosa, per un esito dei controlli antidoping con il belga piangente e affranto nella sua camera d’albergo circondato da giornalisti e l’intervista di Sergio Zavoli dove esprimeva, fra i singhiozzi, la sua dichiarazione d’innocenza. Un’immagine dolorosa che nessuno avrebbe voluto vedere abbinata al “Cannibale”.

§ Nel savonese fra i corridori professionisti spiccano i nomi di Giuseppe Olmo (1911-1992) di Celle Ligure, campione elegante con un prestigioso e vario palmarès e poi imprenditore di successo anche nel settore ciclo, Vincenzo Rossello (1923-1989), solido corridore nato nel comune di Stella – lo stesso che ha dato i natali al presidente Sandro Pertini. Rossello ha vinto due tappe al Giro e al Tour e altre gare di rilievo e pure suo fratello minore, Vittorio, è stato buon professionista. Dopo Savona la corsa incontra Vado Ligure, Spotorno, Noli, Varigotti, Finale Ligure dove è nato Vittorio Brumotti che fa spettacolo con le sue acrobatiche evoluzioni sulle due ruote. Seguono Pietra Ligure, Loano, Ceriale, Albenga, Alassio, centri turistici di rilievo e dove il ciclismo del passato collocava molti dei “ritiri” invernali”. Vanta titoli ciclistici d’eccellenza Laigueglia che con il suo Trofeo era la gara d’apertura del calendario italiano con partecipazioni di livello. Qui il ricordo corre anche a Bruno Zanoni, professionista d’origine bergamasca che qui si stabilì per matrimonio rappresentando un punto di riferimento per molti suoi ex colleghi, recentemente scomparso. Si affronta il Capo Mele, il primo dei capi resi famosi dalla Sanremo per giungere al traguardo di Andora, un inedito, nella cittadina della famiglia di Mirko Celestino, nato ad Albenga il 13/3/74, ottimo professionista dal 1996 al 2007 con eccellenti risultati. Continua a correre nella mountain bike, sempre con buoni successi prima di diventare, nel 2017, c.t. azzurro della mtb.

§ Orbitano nella zona, fra altri, Niccolò Bonifazio, velocista tuttora in attività e pure, a Dolcedo d’Imperia, nella sua curatissima campagna con ulivi e ortaggi, Giuseppe Perletto (1948), piccolo ma valente e silenzioso scalatore.

§ E poco più in là, verso la Francia, c’è Sanremo con la sua affascinante, magica, storia legata alla classicissima d’apertura.

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