L'ORA DEL PASTO. FRANCO LOTTI, IL RIMPIANTO PER IL CICLISMO E QUEI DIECI CANTI DI DANTE...

STORIA | 08/08/2023 | 08:11
di Marco Pastonesi

Gli mancò un niente: “Era il 1959. Fausto Coppi mi chiese se volessi entrare nell’Aurora, una squadra di professionisti con base in Costa Azzurra e con giovani corridori di diverse nazionalità, un suo progetto visionario, all’avanguardia, paragonabile alle attuali formazioni Continental dei club WorldTour. Ma Coppi morì e il progetto non sbocciò”.


Gli mancò un perché: “Era il 1960. Olimpiadi di Roma. Mi dissero che ero osservato, poi mi dissero che ero selezionato, poi mi dissero che ero convocato, finché all’ultimo momento fui lasciato a casa. Ci rimasi malissimo”.


Gli mancò un secondo perché: “Era il 1962. Mondiali di Salò. Il quartetto della cento chilometri. Maino era spremuto dopo il Tour de l’Avenir. E io volavo. Ma scelsero Maino. E l’Italia vinse, anche se Maino, che non stava bene, dopo una quindicina di chilometri abbandonò”.

Gli mancò anche un po’ di fortuna: “Vincevo poco, sbagliavo tanto, detengo ancora il record delle forature, in particolare quelle vicine al traguardo”. Ma Franco Lotti detiene anche un altro record: è il corridore, di tutte le epoche e di tutte le discipline, capace di declamare – a memoria - dieci canti della Divina Commedia: “Sette dell’Inferno: il primo, il secondo, il terzo, il quinto, il ventisettesimo e il trentatreesimo. Uno del Purgatorio: il quinto. E due del Paradiso: il ventitreesimo e il trentatreesimo. Li ho imparati da solo. E li declamo a occhi chiusi e col cuore aperto”.

Ottantaquattro anni, toscano di Pontassieve, poi di Colognole, infine di Scopeti, a Lotti sarà mancato qualche favore del destino, ma non l’avventura della vita: “Durante la Seconda guerra mondiale due soldati tedeschi ci misero in fila a casa nostra. Da lontano avevano avvistato un asino. Era la nostra unica ricchezza. Da vicino trovarono solo noi. L’asino, e anche mio padre, erano alla macchia, nel bosco. Quegli attimi fra la vita e la morte ti segnano per sempre”. Poi: “Dopo la guerra non si aveva più nulla. Andavamo in giro a raccogliere schegge di bombe, venderle a peso e con quegli spiccioli acquistarci da mangiare”. Poi: “Elementari, medie, un anno di istituto d’agraria, il ciclismo”.

E il ciclismo fu un sogno a occhi aperti: “Nel 1959 correvo per la Brooklin di Empoli, compagno di squadra e di camera di Venturelli. Ci si intendeva bene. Meo con gli altri era taciturno, con me loquace. Quella corsa internazionale a Firenze, quell’altra – la Coppa Fusar Poli – a Romano di Lombardia, che vinsi io. E tutte quelle che vinse lui. E quella in cui scappò un belga, vai tu, vado io, andai, lo ripresi, il vento contrario, ci il c.t. Proietti su una Giulietta sprint rossa, ci disse che ‘quello è un fijo de na mignotta’, voleva dire che in volata era veloce e bisognava staccarlo prima. Cinque minuti dopo la fine della corsa eravamo già in albergo. Meo si stese su un letto e mi disse di prendergli il polso. Aveva 42 battiti al minuto. Trapè era forte per voglia e tigna, Meo per natura”.

Finalmente il professionismo: “Era il 1964. Alla Cynar. Ritrovai Maino e Zandegù. Fui ancora perseguito dalle forature. Al Giro del Piemonte, alla Milano-Torino, al Giro della Provincia di Reggio Calabria. Forai anche alla Milano-Sanremo. Davanti, in fuga, Simpson e Poulidor. Dietro, all’inseguimento, il gruppo, diventato un gruppetto di una ventina, c’ero anch’io, ma giù dal Berta forai, l’ammiraglia era lontana, e quando sopraggiunse la mia corsa era finita”. Niente Giro d’Italia: “Eravamo in 17, e due posti erano riservati a due svizzeri. Feci il Giro del Lussemburgo: undicesimo in una tappa, nono nella classifica finale. Poi altri piazzamenti. Alla fine della stagione la squadra si sciolse e io rimasi a piedi”.

Ma c’era la vita, c’erano sempre le avventure della vita: “Cambiai l’ultimo assegno della Cynar, che comprendeva uno stipendio e i premi, in un rotolino di banconote da diecimila lire, lo consegnai a mia madre, pochi giorni dopo morì. A casa c’era bisogno di me. Trovai un posto da piazzista, avrei fatto il rappresentante tutta la vita, con alterna fortuna, perché mi sono trovato in un abisso di debiti per aver dato fiducia a chi non ne meritava, ma ho pagato tutti, e adesso sono sereno, ho fatto il meglio di quello che mi è stato concesso, e non ho nulla da rimproverarmi”.

Un rammarico, quello sì: “Il ciclismo. Ho spento il motore quando avevo ancora quasi il pieno”. Ma c’è Dante: “Una passione nata da ragazzo e mai tramontata. In quei canti, in quei versi, in quelle parole ci sono il senso e la storia della vita”.

 

Copyright © TBW
COMMENTI
Hai dimenticato i tuoi dati, clicca qui.
Se non sei registrato clicca qui.
TBRADIO

00:00
00:00
Anche quest’anno, da 22 anni consecutivi, Banca Mediolanum è sponsor ufficiale del Gran Premio della Montagna. “Siamo orgogliosi di continuare a essere al fianco del Giro d'Italia" afferma con entusiasmo Gianni Rovelli, direttore comunicazione, marketing banca e canali digitali di...


Un nuovo grande obiettivo necessita di nuovi potenti mezzi. E Tadej Pogačar, per il suo primo assalto al Giro d’Italia, avrà dalla sua parte l’efficienza e l’eleganza delle nuovissime POGI’S, l’ultimo modello top di gamma delle scarpe targate DMT. Un look rinnovato, ancora...


È una Jayco AlUla multitasking, quella che si schiera al via del Giro d'Italia: focalizzata sulle tappe veloci con Ewan, sul quelle di montagna con Zana, sulla classifica generale con Dunbar e con un battitore libero come Luke Plapp che...


Tra i corridori da grandi giri, Romain Bardet è uno di quelli con maggiore esperienza: all'attivi ne ha ben 15 partecipazioni. Per lui domani sarà la terza volta alla corsa rosa, dopo aver partecipato nel 2021 e nel 2022. Il...


Finalmente è ufficiale la lista dei partenti del Giro d'Italia numero 107. Eccola: INEOS Grenadiers1. THOMAS Geraint2. ARENSMAN Thymen3. FOSS Tobias4. GANNA Filippo5. NARVÁEZ Jhonatan6. SHEFFIELD Magnus7. SWIFT Ben8. SWIFT Connor Alpecin - Deceuninck11. GROVES Kaden12. BAYER Tobias13. CONCI Nicola14....


Il Giro torna a Lucca dopo 40 anni, . la città si prepara a celebrare l'evento ma si dimentica del suo corridore simbolo, dell'atleta che ha vinto alla coirsa rosa come mai nessun altro ha fatto e probabilmente farà: Mario...


Luke Rowe, fidato capitano su strada e storico granatiere INEOS, ha annunciato che si ritirerà alla fine della stagione 2024. Luke fa parte della squadra da quando è diventato un professionista nel 2012 e ha partecipato a ben otto edizioni...


La Vuelta di Gaia Realini è finiti a Jaca. La giovane scalatrice abruzzese della Lidl Trek, infatti, non prenderà il via nella sesta tappa. Ieri Gaia è caduta nella discesa dell'Alto del Monasterio de San Juan de la Pera, è...


In tre mesi di stagione la Decathlon AG2R La Mondiale ha già superato il numero di vittorie ottenuto in tutto il 2023. Quest’anno, infatti, siamo già a quota 12, contro le 9 complessive della passata stagione. Un cambio di marcia...


Sarà il Giro d'Italia numero 43 per Bruno Reverberi, che come sempre lo seguirà in parte di persona e, come invece non accadeva da 12 anni, vede la sua VF Bardiani Csf Faizanè con vere ambizioni di classifica. E sempre...


TBRADIO

-

00:00
00:00
VIDEO





DIGITAL EDITION
Prima Pagina Edizioni s.r.l. - Via Inama 7 - 20133 Milano - P.I. 11980460155




Editoriale Rapporti & Relazioni Gatti & Misfatti I Dubbi Scripta Manent Fisco così per Sport L'Ora del Pasto Le Storie del Figio ZEROSBATTI Capitani Coraggiosi