SICUREZZA. IL CICLISTA SULLA STRADA, IN CONFLITTO CON GLI ALTRI UTENTI

NEWS | 17/12/2022 | 08:05
di Raffaele Babini

Raffaele Babini è uomo di ciclismo da sempre, Direttore di Corsa Professionisti di RCS-Sport, uomo delle due ruote a tutto tondo. Ha scritto un articolo per "ilCentauro.it", periodico di ASAPS, il portale della sicurezza stradale. Un articolo misurato e al tempo stesso pungente, abbiamo pensato di proporlo alla vostra attenzione.


La sicurezza per il ciclista è ancora qualcosa di empirico, è un termine sempre conclamato e attuale, ma poco adottato. Viviamo continue e quotidiane tragedie, da Michele Scarponi per giungere a Davide Rebellin, due grandi del ciclismo professionistico vittime, assieme a tanti altri meno noti ciclisti che meritano la stessa attenzione e rispetto.


Sono talmente tanti i casi di atleti ciclisti, pur esperti nel condurre il mezzo, che sono coinvolti in sinistri e tutti vittime ormai di un sistema che fa parte della consuetudine. Il diritto alla circolazione appartiene a tutti, ciclisti compresi, anche se per questi ultimi lo spazio e il diritto sono molto limitati causa l’altissima incidentalità con frequenti conseguenze mortali.

Il nostro arredo viario, per consentire una certa fruibilità dei veicoli, è in netta controtendenza con l’uso della bicicletta e propone innumerevoli pericoli, quali cordoli, rotatorie, canalizzazioni, isole spartitraffico ecc. La bicicletta, il più secolare mezzo di viaggio, oggi soffre l’impatto di un traffico sempre più crescente ed indisciplinato per non dire prepotente.

Le piste ciclabili nel nostro paese sono ancora pochissime rispetto alle esigenze di una mobilità sostenibile che deve assecondare i tragitti di casa – scuola, casa – lavoro. Fuori dalle città troviamo qualche percorso per il ciclista – turista ma non sono sufficienti per rispondere alla domanda.

Noi ciclisti del dopo lavoro però dobbiamo fare una seria autocritica quando siamo un gruppo lungo le strade ostacoliamo la corretta circolazione e di fronte a qualche richiamo evidenziamo insofferenza, purtroppo accompagnata da qualche gesto volgare.

Un invito sentito al ciclismo amatoriale a fare uso di un abbigliamento con colori “flash“ che richiama l’attenzione a distanza, anche se il nero fa tendenza e fare uso delle piccole luci led sia anteriori che posteriori che hanno un costo irrisorio. Nei centri abitati assistiamo ancora oggi, con tanta indifferenza, al fatto che i ciclisti non fanno uso delle luci nelle ore serali e notturne; ciò invita a tante riflessioni compreso l’attività di controllo.

Fino a 30 anni fa, forse anche meno, quando assistevamo al passaggio dei gruppetti di ciclisti professionisti con le loro divise multicolori, in base al team di appartenenza, eravamo noi automobilisti a rallentare o fermarci per concedere loro la strada e con un tocco di clacson li salutavamo. Oggi è utopia, noto che i grandi team professionistici ai loro atleti impongono in allenamento un abbigliamento di alta visibilità a seguito di numerosi investimenti per evitare non solo danni fisici ma anche di immagine dovendo rinunciare ai grandi appuntamenti con atleti di grande valenza tecnica.

Ciclisti di qualsiasi ordine e grado e automobilisti, che potete essere dei potenziali killer, un invito a fare appello al reciproco rispetto, ne guadagneremo tutti, al fine di evitare di ricorrere ai sanitari, fino a quando ce la raccontiamo, nonché alle conseguenze previste dalle norme vigenti.

Da uomo di ciclismo, in gara e fuori, in merito alla sicurezza dobbiamo fare molto di più, sensibilizzando sia gli atleti ed i ragazzi in generale al rispetto delle regole, ponendo al centro l’ educazione stradale, seguita poi dall’attività di controllo. Da oltre 20 anni è previsto per le gare ciclistiche, e tutt’ ora in gran parte ignorato, che dal veicolo recante il cartello di Inizio Gara Ciclistica fino al transito del veicolo di Fine Gara è interdetta la circolazione di tutti i veicoli come disposto dalle relative Ordinanze.

Auspico al più presto che il legislatore aggiorni il CdS sia nella fase di acquisizione della patente di guida che nella successiva circolazione. Nella piena consapevolezza dei tempi e della grave carenza di organici dei Corpi della Polizia Locale e della Polizia Stradale, auspico di vedere sempre più la presenza di pattuglie, almeno nei punti più sensibili della viabilità ordinaria.

Raffaele Babini, Direttore di Corsa Professionisti di RCS-Sport

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COMMENTI
tutto giusto
17 dicembre 2022 12:16 lupin3
Se nel 2022 in Italia abbiamo questa situazione é perché é sempre mancata lá volontà politica di affrontare la questione e perché come in tutti gli altri aspetti della vita sociale l'odio e la rabbia tra categorie lá fanno da padrone. É un paese troppo arretrato e di piccola mentalità

Vigili
17 dicembre 2022 18:34 fido113
Vivo a Roma e non so da quanto tempo non vedo Vigili Urbani sulla strada, non so dove vengono impiegati ma di fatto sono letteralmente scomparsi, cosi i drogati, gli ubriachi e i rincoglioniti sarebberopiù attenti per non parlare di quelli al cellulare e per contro ci sarebbero meno ciclisti che non rispettano le regole.

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