“Tutto esaurito in ogni ordine di posti”, verrebbe da dire ricorrendo a una diffusa fraseologia in tema, per la serata di venerdì 11 novembre nella storica sede Rossignoli di Corso Garibaldi 71 a Milano, riferimento di garanzia per i ciclisti meneghini di tutte le propensioni.
A tenere banco, con lo scintillante eloquio unito alla specifica competenza, a tutto tondo, Giuseppe Saronni e Marco Pastonesi, che hanno presentato il libro L’ITALIA CHE VOLA, 168 pagine, Ediciclo editore, che li vede quali autori nella parte che ricorda Giuseppe Saronni, mentre quella dedicata a un altro iridato, Libero Ferrario, nato a Parabiago, vincitore del mondiale strada dilettanti a Zurigo nel 1923 è scritta dall’amico, collega e compare di Pastonesi, Claudio Gregori, coppia più che affiatata.
E’ un’interessante e piacevolissima lettura che ripercorre la carriera – straordinaria - di Giuseppe Saronni realizzata tramite una lunga intervista.
I momenti salienti e pure quelli meno iconici della prestigiosa carriera, la storica e sentitissima rivalità – ricambiata, colpo su colpo, – con Francesco Moser che ha visto sempre contrapposte le due fazioni, in pratica senza soluzione di continuità, i colpi di spillo continui, in corsa e fuori corsa, fra i due e i rispettivi “supporter” delle varie componenti, ciclistiche e no. Vi si ritrovano storici successi, in primis quelli in rosa, la “fucilata di Goodwood” che gli valse l’iride per distacco, e pure la convivenza in maglia azzurra mediata con l’equilibrio, il carisma, la saggezza propri del grande C.T. Alfredo Martini. Momenti ed episodi che sono stati rivissuti e descritti con franchezza e anche sottile ironia da un brillante Giuseppe Saronni, in piena forma, sia fisica, sia dialettica, molto graditi dall’uditorio che ha ricambiato con applausi a scena aperta anche per la sua cordiale disponibilità.
Oltre agli “habituè” dei tradizionali incontri promossi da Giovanna Rossignoli e dal figlio Matia, erano presenti la medaglia d’oro dell’inseguimento a squadre alle Olimpiadi di Roma 1960 (e altro ancora) Marino Vigna, Giovanni Mantovani, amico ma rivale in corsa soprattutto quando ha corso nella squadra dell’”altro” (un anno solo, peccato veniale, ha precisato il veloce Giovanni) e l’ex professionista goriziano Enrico Degano. Presenti anche Costantino Ruggiero, già apprezzato top manager nel settore delle due ruote, Gianfranco Josti, il “decano” – ma non per età – fra i giornalisti del ciclismo e già firma del Corsera, Stefano Rodi, collega al settimanale 7 del Corsera e altri ancora.
Gli autori hanno poi firmato le copie di “L’Italia che vola” – Ediciclo Editore - posta@ediciclo.it
g.f.
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