IVAN BASSO SU LINKEDIN: «GUARDIAMO A QUELLO CHE C'E', NON SOLO A QUELLO CHE MANCA»

PROFESSIONISTI | 10/10/2022 | 12:20
di Ivan Basso

Praticamente al termine della stagione agonistica, Ivan Basso fa il punto sul progetto che sta portando avanti con la Eolo Kometa, un progetto che ha lo sguardo tivolto verso un futuro importante. Il manager varesino ha affidato a Linkedin le sue riflessioni, ci sembra importante proporle per contribuire al grande dibattto sul futuro del ciclismo italiano.


Il Giro d’Italia è passato, l’estate è finita, le scuole sono ricominciate ed è arrivato il Giro di Lombardia: la grande classica che chiude la stagione e che proietta all’anno successivo. Anch’io, ovviamente, guardo già avanti e la testa è impegnata a pensare quello che sarà il futuro: però, non posso non guardare anche indietro.


Credo sia necessaria una riflessione, ma prima credo sia doveroso ringraziare tutti gli sponsor che sono stati con noi nell’ultimo anno: chi ci accompagna da tempo, chi è arrivato dopo, chi resterà al nostro fianco e continuerà ad accompagnarci nel nostro viaggio insieme. Perché questo non è un momento facile: è un momento in cui è più facile tirarsi indietro che andare avanti, è più facile non fare piuttosto che fare. Grazie a chi è al nostro fianco siamo riusciti a confermare i nostri corridori più rappresentativi e quelli che aiutano i corridori più forti a vincere. E, per la prima volta, siamo riusciti a mantenere i giovani più bravi del nostro settore giovanile che tutti volevano e che hanno scelto di restare con noi firmando un contratto pluriennale che finirà nel 2025.

Il futuro, dunque. Guardare avanti per me significa guardare al 2024, senza dimenticare il 2023: perché il 2023 va rafforzato, il 2024 va preparato. E guardando al 2024 vedo una certezza e una necessità: quella di trovare ulteriori risorse per dare continuità al nostro progetto, un progetto che in questi anni ha dimostrato tutta la sua forza. Perché è nato nel momento storico più complicato, ed è cresciuto in un periodo storico difficilissimo come quello attuale. Il ciclismo è meraviglioso perché anche in un momento così complesso è capace di aprire le sue porte e di parlare e farsi ascoltare, di entrare nelle aziende dove riesce a trovare persone appassionate.

Perché il ragionamento alla base è sempre lo stesso.

Il nostro è uno sport che garantisce un ritorno importante, ma non lo garantisce nell’immediato e io capisco che per un’azienda oggi è importante avere ritorni a breve termine. Però, il ciclismo non è solo un veicolo pubblicitario: è anche, e soprattutto, un veicolo di valori che può essere capace di portare un’azienda in giro per le strade, sull’uscio delle case della gente che poi sceglie di premiare un prodotto (un logo, un marchio, un’azienda) perché fidelizzato grazie ai messaggi che manda il ciclismo.

Nei prossimi mesi lavorerò per rendere reale questo circolo virtuoso: per garantire le migliori opportunità a chi è già nostro compagno di viaggio e a chi lo diventerà. Perché si parla tanto di World Tour italiane, si parla della mancanza di grosse squadre di casa nostra, si parla. Si parla molto. Guardiamo a cosa c’è, e non a cosa manca. E la nostra è una realtà che ha le gambe, la credibilità, la forza per crescere e diventare quella grande squadra italiana che tutti chiedono. Non manca molto, davvero.

Serve uno sforzo da fare, da fare insieme.

ENGLISH VERSION

The Giro d'Italia has passed, summer is over, schools have started again, and the Tour of Lombardy has arrived: the great classic that closes the season and projects to the following year. I too, of course, am already looking ahead and my head is busy thinking about what the future will be: however, I cannot help but look back as well.

I think some reflection is in order, but first I think it is only right to thank all the sponsors who have been with us over the past year: those who have been with us for a long time, those who came later, and those who will stand by our side and continue to accompany us on our journey together. Because this is not an easy time: it is a time when it is easier to back out than to move forward, it is easier not to do than to do. Thanks to those at our side, we have been able to confirm our most representative riders and those who help the strongest riders win. And, for the first time, we were able to keep the best young riders from our youth sector that everyone wanted and who chose to stay with us by signing a multi-year contract that will end in 2025.

The future, then. Looking ahead for me means looking to 2024, without forgetting 2023: because 2023 has to be strengthened, 2024 has to be prepared. And looking to 2024 I see a certainty and a necessity: that of finding additional resources to give continuity to our project, a project that in these years has shown all its strength. Because it was born in the most complicated historical moment, and it has grown in a very difficult historical period like the present one. Cycling is wonderful because even at such a complex time it is able to open its doors and speak and be heard, to enter companies where it can find passionate people.

Because the reasoning behind it is always the same.

Ours is a sport that guarantees an important return, but it does not guarantee it in the immediate term, and I understand that for a company today it is important to have short-term returns. However, cycling is not only an advertising vehicle: it is also, and above all, a vehicle of values that can be capable of taking a company around the streets, on the doorstep of people's homes who then choose to reward a product (a logo, a brand, a company) because they are loyal thanks to the messages that cycling sends.

In the coming months I will work to make this virtuous circle a reality: to ensure the best opportunities for those who are already our fellow travelers and those who will become them. Because there is so much talk about Italian World Tours, there is talk about the lack of big teams at home, there is talk. There is a lot of talk. We look at what's there, and not what's missing. And ours is a reality that has the legs, the credibility, the strength to grow and become that big Italian team that everybody is asking for. Not much is missing, really.

It needs an effort to be made, to be made together.

 

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