LONGO BORGHINI: «CHE FASCINO, LA BOCCOLA. E SE CI FOSSE IL LOMBARDIA PER NOI...»

DONNE | 07/07/2022 | 08:13
di Giorgia Monguzzi

La Sarnico Bergamo era la tappa del cuore di Elisa Longo Borghini, non l’aveva detto un po’ per scaramanzia, ma ci stava pensando sin da quando il Giro era stato presentato un paio di mesi fa. È su queste salite che si è scritta la storia, il ciclismo da leggenda che ha visto le grandi battaglie dai pionieri ai nuovi campioni. E’ guardando loro che la portacolori della Trek Segafredo ha iniziato a sognare di correre in bici, un obiettivo lontano che l’ha portata ai vertici del ciclismo mondiale. Sulla carta doveva essere la tappa delle emozioni, una delle più attese e spettacolari tra il circuito del San Pantaleone da ripetersi tre volte e lo strappo della Boccola. Se nella prima parte è stata una gara senza particolari acuti, ecco che la corsa è letteralmente scoppiata sui san pietrini di Bergamo alta proprio grazie ad Elisa Longo Borghini.

«Ci tenevo tantissimo e un po’ mi dispiace non essere riuscita a fare la differenza. Ritengo che questa salita sia mitica, è sempre stato il finale del Lombardia maschile. Le mie compagne hanno fatto un lavoro eccezionale per farmi prendere la salita in testa, avevo tante campionesse tutte per me. Peccato che poi non sia riuscita a fare la differenza, con me c’erano Marianne Vos che non tirava e Mavi Garcia che era pericolosa per la generale e quindi le altre hanno voluto chiudere. In discesa ho cercato di rischiare il tutto e per tutto, ma purtroppo il gruppo ha poi recuperato terreno, è stato davvero un peccato» ci dice Elisa Longo Borghini con il cuore in mano, i suoi occhi parlano da soli ed esprimono che sì, a quella tappa teneva veramente ed è contenta di aver fatto emozionare un bel po’ di tifosi.


Fin dalla prima tappa del Giro, Elisa Longo Borghini aveva parlato chiaro dicendo senza troppi giri di parole che il suo obiettivo quest’anno non sarebbe stata la classifica generale quanto piuttosto una vittoria di tappa. Sulle spalle della fuoriclasse di Onrnavasso gravava un’aspettativa enorme che rischiava seriamente di schiacciarla senza un vero motivo. Ora che però le prime sei tappe sono state pedalate, la tensione è un po’ svanita. Il duro del giro è appena iniziato Elisa è quarta in generale e l’obiettivo rimane il successo di giornata, in questi anni però abbiamo imparato a conoscerla fin troppo bene tanto da sapere che non ama accontentarsi, quanto piuttosto è sempre pronta a porsi nuove sfide. «Mi sento tranquilla e serena - spiega Elisa Longo Borghini - sto vivendo un buon Giro sia fisicamente che mentalmente. A Cesena ho avuto una piccola battuta d’arresto a causa del troppo caldo, mi ha ricordato molto quanto successo due anni fa, in quell’occasione avevo proprio dovuto fermarmi per riprendermi. Quel giorno mi ha insegnato davvero tanto, ho fatto tesoro di tutto quello che è successo e a Cesena mi è proprio servito: non ho perso la concentrazione, sono stata sempre lucida e sono arrivata all’arrivo senza alcun tipo di fuori giri»


La giornata è finita, i giochi sono fatti ed Elisa Longo Borghini si avvia verso la macchina che la riporterà in albergo. Tra un saluto e l’altro ce lo dice chiaro e tondo: un giorno le piacerebbe veramente correre un Giro di Lombardia tutto al femminile proprio con quello strappo, «ecco magari quella volta speriamo che nessuno mi segua e di vincere in solitaria.»

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