CARAPAZ. «NON HO MAI INIZIATO UNA GARA CON COSI' TANTE AMBIZIONI»

GIRO D'ITALIA | 10/05/2022 | 08:22
di Francesca Monzone

Carapaz è tra i grandi favoriti per la vittoria assoluta del Giro d’Italia e oggi, sulla salita che porta all’Etna, avrà l’opportunità di misurarsi con i suoi avversari. L’ecuadoriano conosce bene le salite e i vulcani, perché nei mesi scorsi si è preparato molto per conquistare la corsa rosa e lo ha fatto nel suo Ecuador, pedalando tra i 2000 e 3000 metri di altitudine. I vulcani li conosce bene e nella sua terra, nella regione del Carchi, è abituato a salire sul Reventador, il cratere attivo posto sulla catena delle Ande a 3562 metri di altitudine, mentre per la prova a cronometro, ha scelto l'autodromo di Ibarra, a 2.200 metri sopra il livello del mare.


«Sono un corridore molto diverso da quello di tre anni fa - ha detto Carapaz -. Ho imparato molto, ho battuto i migliori. Non ho mai iniziato una gara con così tante ambizioni».


La Ineos probabilmente oggi sarà la squadra da battere, perché con l’ecuadoriano ci saranno corridori importanti come Pavel Sivakov, Jonathan Castroviejo e Richie Porte che saranno i suoi luogotenenti. La Ineos Grenadiers è una squadra che corre per vincere e i risultati in questi anni non sono mancati ed è proprio il team britannico ad aver dominato la corsa rosa negli ultimi anni, vincendo tre delle ultime quattro edizioni con Christopher Froome nel 2018, Tao Geoghegan Hart nel 2020 ed Egan Bernal nel 2021. Nel 2019 la formazione di Brailford non ha vinto la corsa rosa e ad alzare le braccia nell’Arena di Verona, c’era proprio Richard Carapaz, che quell’anno indossava la maglia del team Movistar. In quel 2019 l’ecuadoriano era passato al professionismo da appena due anni, ed era in squadra con il ruolo di  aiutante di Mikel Landa  e non per fare il capitano, ma quando il Giro arrivò in montagna approfittò della lotta suicida dei due favoriti, Vincenzo Nibali e Primoz Roglic, per attaccare in una piovosa Courmayeur. Conquistò così la maglia rosa e non la lasciò  fino all'arena di Verona.

Quel giorno nella cronometro finale c’era tutta la famiglia di Carapaz, la moglie con i due figli e i suoi genitori, Ana Luisa Montenegro e Antonio, allevatore diventato camionista per  trasportare il caffè dall'Ecuador alla Colombia. Il capitano della Ineos Grenadiers, che quest’anno cercherà di conquistare sia il Giro che la Vuelta di Spagna, non sarà solo sul vulcano siciliano, perché a cercare la vittoria ci saranno altri corridori.
Tra i rivali di Carapaz vedremo Simon Yates, vincitore della prova a cronometro di Budapest e al quale la maglia rosa è sfuggita per pochi secondi. Poi ci saranno Miguel Angel Lopez, ello Bilbao, João Almeida, Iván Sosa, Mikel Landa, Wilco Kelderman, Alejandro Valverde e Romain Bardet.

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