PRIMA, UNA PRECISAZIONE
La capacità di pensare positivo a cui faccio riferimento non ricalca la visione del “pensiero positivo” tout-court di matrice nordamericana. Quella filosofia secondo cui dovremmo riempire la nostra testa, dal mattino alla sera, di pensieri rosa confetto soffocando sul nascere ogni pensiero che abbia un’altra sfumatura emozionale. Sì, insomma, quella positività ingenua che finirebbe col renderci un po’ beoti anziché felici.
Il “pensare positivo” che invito ad attuare si rifà alla psicologia positiva di cui è caposcuola Martin Seligman. Una dimensione che guarda al benessere della persona (anche la persona-atleta, ovviamente) attraverso la capacità di coltivare uno sguardo “oggettivamente costruttivo” su noi stessi e sulle esperienze che viviamo, consapevoli del presente e fiduciosi nel futuro. Un approccio che, senza mai abbandonare realismo e concretezza, ci orienti all’ottimismo.
UN CONSIGLIO PRATICO
Sono innumerevoli le tecniche, personalizzate sull’atleta, che metto in pratica durante i percorsi di Mental Coaching per allenare nel corridore un atteggiamento davvero efficace. Qui ti propongo un primo consiglio, semplice e pratico: prova ad applicarlo da subito.
COMINCIA COL FISSARE CORRETTAMENTE I TUOI OBIETTIVI
Un conto è delineare a te stesso un proposito di questo genere: “Non voglio più entrare in crisi quando vivo, in corsa, una situazione di difficoltà”. Altro è esprimere il medesimo concetto così: “D’ora in poi voglio reagire con energia e combattività alle sollecitazioni in gara, soprattutto quelle più impegnative”. Cambia, vero? Nel primo caso sei mentalmente impantanato nel problema, nel secondo ti proietti con fiducia in un’azione generativa.
Forse, leggendo le due opposte versioni dello stesso obiettivo (che per essere ben formato necessita di una serie di altre caratteristiche: ne parleremo in futuro) hai persino percepito una lieve reazione fisiologica. La prima e la seconda frase sono risuonate in te in modo assai differente, producendo un effetto immediato e tangibile.
Bene, ora pensa a come gestisci mentalmente le situazioni più delicate quando ti trovi in bici o, se ti va, nella tua vita di tutti i giorni. Com’è, di norma, la tua interpretazione delle cose? Quali parole usi? Tendi a mantenerti nel problema, scoraggiando inconsapevolmente te stesso e magari richiamando alla memoria esperienze negative del tuo passato? O piuttosto basi il tuo atteggiamento sull’azione virtuosa, focalizzandoti sulle tue potenzialità e sulla versione migliore di te stesso?
La risposta a queste domande dice molto del tuo atteggiamento mentale. E della necessità di agire per far sì che la tua mente divenga davvero un potente serbatoio di energia.
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