EDOARDO ZAMBANINI: «CARUSO, LANDA E BILBAO SARANNO I MIEI MAESTRI»

INTERVISTA | 08/01/2022 | 08:20
di Carlo Malvestio

Nel settembre 2020 si faceva conoscere chiudendo, da primo anno, in Top 10 e con la maglia bianca il Giro d’Italia U23. Poco più di un anno più tardi, Edoardo Zambanini si appresta a sbarcare nel WorldTour con la maglia della Bahrain-Victorious, una delle formazioni più performanti dell’ultima stagione.


Uno step in avanti importante per il classe 2001 di Dro che, quest’anno, con la maglia della Zalf Euromobil Desirée Fior, non è praticamente mai uscito dall’Italia e che invece con i suoi nuovi colori è destinato a viaggiare tanto, a partire dai ritiri prestagionali di Altea. «Un anno fa non mi sarei certo aspettato che a inizio 2022 sarei stato in ritiro con uno squadrone come la Bahrain-Victorious – racconta Zambanini, che da oggi al 22 gennaio sarà in Spagna -. Mi sembrava già tanto andare a Castelfranco Veneto con la Zalf, ora tutta la preparazione la si fa in Spagna e per me è abbastanza emozionante. Non avevo la smania di dover passare a tutti i costi, ma un’opportunità così non si può sprecare. I primi contatti con la Bahrain-Victorious li ho avuti a inizio anno scorso, mi hanno monitorato in gara e con test per tutto l'anno e poi il resto lo hanno fatto Alex e Johnny Carera, i miei agenti. Sapendo che c'era questa opportunità, per tutta la stagione sono stato grande tifoso della squadra e vederli vincere al Tour de France o alla Parigi-Roubaix mi ha fatto sobbalzare sul divano. Poter pedalare con loro è un grande orgoglio».


Zambanini ha cominciato ad andare in bicicletta seguendo il fratello e fino a quando non è passato juniores era più attratto dalle volate, dai corridori potenti e dalla pista, tanto che il suo idolo era Mark Cavendish. Da allievo si è laureato campione italiano nella corsa a punti, poi c’è stato il cambio di rotta: «Da junior ho capito che, se avessi voluto farmi valere a livello internazionale, sarei dovuto diventare un corridore da salita. L'ho fatto e ora sogno di far bene nelle corse a tappe».

Nella squadra bahreinita il giovane trentino avrà molto da imparare a tal proposito, visto che verosimilmente si troverà più di qualche volta a correre e supportare Damiano Caruso, Mikel Landa o Pello Bilbao. «Durante il primo ritiro ho potuto conoscere la squadra al completo, visto che, di fatto, io non conoscevo nessuno personalmente, e mi ha impressionato la quantità di personale che lavora per un team WorldTour – continua Zambanini -. Ci hanno diviso in gruppi e a me hanno inserito con Mikel Landa, Matej Mohoric, Santiago Buitrago e Stephen Williams tra gli altri. È stato bello osservarli, sia in allenamento che dopo, e capire come si comportano dei campioni come loro. E, inoltre, mi hanno accolto veramente bene. Caruso e Colbrelli sono simpaticissimi, intrattenevano tutta la tavola, dimostrandosi punti di riferimento anche fuori dalle gare. Una sera noi nuovi arrivati ci siamo sottoposti al rito di iniziazione, ci siamo vestiti in modo strambo e ci siamo presentati a tutta la squadra. È stato molto divertente. Caruso, per caratteristiche, penso potrà essere un buon punto di riferimento per me. Al Giro d'Italia dell'anno passato è stato grande, io sono andato ad incitarlo sulla salita di Sega di Ala. Ci sarà da imparare. C’era anche Jonathan Milan, che avevo avuto modo di conoscere da junior, facendo anch’io pista. È molto umile, come si può vedere anche da fuori».

Un aspetto che un po’ lo preoccupa del professionismo è la gestione della pressione che, comunque, almeno da primo anno dovrebbe essere molto limitata. Edoardo non si nasconde nel dire che qualche volta l’attesa e l’agitazione alla vigilia di un appuntamento importante non gli hanno permesso di arrivare con la testa libera alla gara, quindi l’obiettivo sarà anche di andare alla ricerca di quella tranquillità che tanto bene gli ha permesso di fare da primo anno U23, quando nessuno lo caricava di aspettative. «È un aspetto su cui senz'altro devo lavorare, ma che non è facile da migliorare, perché la testa è più difficile da allenare rispetto al fisico – ammette ancora l’ex Zalf -. Ad esempio, gli Europei di Trento di quest'anno, che si correvano sulle strade di casa, li ho sentiti tantissimo, ho fatto due notti in bianco nelle giornate precedenti. Poi la gara è andata abbastanza bene, perché come Nazionale abbiamo corso alla perfezione, io ho attaccato dalla media distanza per dar modo a Baroncini e Zana di rimanere coperti, e poi Filippo si è preso l'argento. Ma il discorso dell'agitazione pre-gara è una cosa che mi porto dietro da quando sono bambino, quando ero giovanissimo capitava che non volessi nemmeno partire per il timore, ma poi, quando veniva dato il via, mi sbloccavo e davo il meglio di me. Spero che con l'esperienza e l'aiuto della Bahrain anche gestire le pressioni possa diventare più facile».

Durante il ritiro di Altea capirà meglio come si articolerà il suo 2022, che dovrebbe partire dal Tour of Oman se la corsa si svolgerà regolarmente. Non ci saranno Grandi Giri, ma tante brevi corse a tappe: «Spero di essere al via del Tour of the Alps, che considero la corsa di casa e tutti mi hanno detto essere super organizzata come hotel, trasferimenti ecc..».

Copyright © TBW
COMMENTI
Hai dimenticato i tuoi dati, clicca qui.
Se non sei registrato clicca qui.
TBRADIO

00:00
00:00
E' stato un finale al cardiopalmo per la sesta tappa del Tour de Suisse, una vera e propria sfida tra gruppo e fuga iniziata addirittura sin dai primi chilometri. Niente da fare però per i fuggitivi di giornata, nella corsa...


Nicholas Prodhomme mette a segno il colpo del ko nella terza tappa della Route d'Occitanie, la "tappa regina" che ha portato il gruppo da Pujaudran a Luz Ardiden dopo 173, 8 km con il Tourmalet e la salita finale nel...


Dopo due anni di digiuno, l'Italia torna a far festa al Giro Next Gen. È Filippo Agostinacchio (Biesse-Carrera-Premac) a spezzare la maledizione, dopo un frazione tutta all'attacco che lo ha visto arrivare in solitaria grazie a un assolo di circa...


A seguito di un'indagine preliminare sulle dichiarazioni rese al termine della ventesima tappa del Giro d'Italia (quella del Colle delle Finestre, dispitata il 31 maggio scoso) dal belga Dries De Bondt, corridore dell'UCI WorldTeam Decathlon-AG2R La Mondiale, l'Union Cycliste Internationale...


Il tema della sicurezza è sempre in primo piano e ieri in Belgio, sul traguardo della seconda tappa, c’è stato un debutto importante. Per la prima volta, infatti, è stata adottata la "Safe Cycling Finish Barrier": si tratta in pratica...


Questa è la settimana dedicata a Eddy Merckx e al suo ottantesimo compleanno e il Cannibale, tra un festeggiamento e un’intervista, ha voluto lanciare una sfida a Remco Evenepoel e Tadej Pogacar: al fiammingo piacerebbe che i due campioni si...


Darfo Boario Terme è pronta nuovamente ad accogliere una manifestazione tricolore anche nel 2025, come svelato ieri nella presentazione al “Belvedere Silvio Berlusconi” al piano 39 di Palazzo Lombardia. Questa volta la città termale della Valle Camonica ospiterà,  sabato 28...


Dal 1988 la maglia iridata di campione del Mondo, dal 1993 al 2017 la maglia rosa del Giro, dal 2017 la maglia roja della Vuelta, dal 2022 la maglia gialla del Tour, dal 2018 la Trek (prima Segafredo poi Lidl)...


Il tour de Suisse sembra più francese che mai, dopo quattro giorni di gara con Romain Gregoire leader della generale, ecco che ieri la maglia gialla è passata sulle spalle di un altro transalpino che sta infiammando i cuori dei...


Dopo la rivoluzione di ieri, con Luke Tuckwell che ha conquistato la maglia rosa, il Giro Next Gen propone oggi la sesta tappa: la Ovada - Acqui Terme di 155 km propone un finale tutto da interpretare. per seguire...


TBRADIO

-

00:00
00:00





DIGITAL EDITION
Prima Pagina Edizioni s.r.l. - Via Inama 7 - 20133 Milano - P.I. 11980460155




Editoriale Rapporti & Relazioni Gatti & Misfatti I Dubbi Scripta Manent Fisco così per Sport L'Ora del Pasto Le Storie del Figio ZEROSBATTI Capitani Coraggiosi La Vuelta 2024