ADDIO A GIOVANNI MEAZZO, GENTILUOMO DELLA BICICLETTA

LUTTO | 07/12/2021 | 10:36
di Franco Bocca

Una vita interamente dedicata alla bicicletta, un dinamismo, una lucidità e un entusiasmo mostrati ad ogni uscita pubblica, fino a un paio di mesi fa. Giovanni Meazzo, morto domenica a 93 anni, era la memoria storica del ciclismo alessandrino.


Era il decano dei professionisti piemontesi, anche se la sua permanenza tra i grandi durò solo qualche mese, a causa di una maledetta tendinite che lo costrinse ad abbandonare l'attività agonistica dopo una caduta al Giro d'Italia del 1950, quando aveva solo 22 anni.


«Provai tanta amarezza – confessava Meazzo –, perché avevo il ciclismo nel sangue e mi ero reso conto che, senza quel guaio, avrei potuto fare anche io una dignitosa carriera, almeno pari a quella dei tanti corridori di queste parti che all’epoca gravitavano nell’orbita di Coppi».

La delusione fu cocente ma Giovanni, che era nato e cresciuto in mezzo a ruote e pedivelle nella bottega di papà Vitalio, non rinnegò la sua passione e diventò apprezzatissimo costruttore di biciclette. Cessata l'attività, che era prosperata grazie anche all'oculata amministrazione della moglie Giovanna, Meazzo era diventato collezionista e custode di biciclette d'epoca: autentici cimeli che l'ex corridore, con l'aiuto del figlio Diego, cercava e rimetteva a nuovo, con pazienza certosina e passione infinita.

Molti dei suoi «pezzi» pregiati sono esposti al Museo della Bicicletta di Alessandria, di cui era il testimonial più autorevole. Il primo campione che gli aveva fatto battere cuore era stato Learco Guerra. «Avevo cinque anni – ricordava - e il Giro d'Italia del ‘33 transitava da Alessandria, durante la tappa Torino-Genova. Per vedere bene la corsa, io e mio padre ci eravamo appostati in una curva poco dopo il ponte sul Tanaro, in un punto dove i corridori erano costretti a rallentare. Ricordo che Guerra, in maglia rosa, mi rivolse un bel sorriso. O almeno così mi parve. Fu in quel preciso istante che decisi che anch'io sarei diventato un corridore».

Come per tanti ragazzi della sua zona, fu determinante l’incontro con Biagio Cavanna, il massaggiatore cieco di Coppi, che a Novi teneva «in collegio» i futuri gregari di Fausto.«Mi portò da lui – ricordava Meazzo – Francesco Gilardenghi, messaggero postale e grande amico di mio padre. Dopo avermi testato il collo, il torace e le caviglie, Biagio mi spedì a fare il giro della Castagnola, circa 80 chilometri a cronometro. Il responso dell’orologio dovette essere favorevole poiché, al mio ritorno, sentenziò che se mi fossi applicato con determinazione avrei potuto diventare un corridore».

Ma con Cavanna l’idillio non durò a lungo «poiché – ricordava Meazzo – lui aveva i suoi beniamini e io ne facevo le spese. Quando mi diceva “tu sei il più giovane, lascia vincere Milano” io ubbidivo e frenavo. Ma quando nel ’46 mi lasciò fuori dal quartetto per la Coppa Italia a favore di Parodi, che andava più piano di me, mi ribellai e a fine anno cambiai team».

Su Coppi, i ricordi incancellabili. «Avevo solo otto anni – amava rievocare -, un pomeriggio d'estate del 1936 entrò nella nostra bottega di via Marengo un ragazzo allampanato, lacero e sanguinante. Disse di essere caduto dalla bici a causa della rottura di una pedivella e aggiunse che non aveva con sè i soldi per la riparazione, ma che, se mio padre gli avesse sostituito la pedivella rotta, sarebbe passato a pagare nei giorni successivi. Circa un mese dopo quel ragazzo venne a saldare il debito. Era Coppi».

Tredici anni più tardi, il secondo flash: «Giro di Lombardia del 1949, la mia prima gara da indipendente. Ai piedi del Ghisallo, Coppi fu costretto a fermarsi per una foratura. Ma in salita rimontò e andò a vincere. Mi superò a velocità doppia, sembrava una moto. Mai più visto niente di simile».

Gentiluomo d’altri tempi, competente come pochi, con Giovanni Meazzo se ne va un pezzo di storia dello sport alessandrino. Adolfo Guagnini, il sindaco di Alzano Scrivia, sintetizza così il sentimento comune: «Una splendida persona, grazie Giovanni per i momenti che hai condiviso con noi amanti del ciclismo».

Funerali giovedì alle 9,30 nella chiesa parrocchiale di San Giovanni Evangelista, al Cristo, dove domani alle 19 sarà recitato il rosario.

da La Stampa - edizone Alessandria

Copyright © TBW
COMMENTI
Mi dispiace
8 dicembre 2021 10:53 canepari
per tutti quelli che non hanno avuto la fortuna di conoscere Giovanni, un autentico signore della bicicletta, non fine a se stessa ma proiettata nella tecnica e nella storia, cosa che aveva vissuto in prima persona. Ci mancherà la sua amicizia, il suo sorriso e la sua massima competenza.

Hai dimenticato i tuoi dati, clicca qui.
Se non sei registrato clicca qui.
TBRADIO

00:00
00:00
Quinta sinfonia di Van Der Poel nel teatro belga di Gavere. L'iridato vince anche la settima manche della Coppa del Mondo di Ciclocross elite conquistando la sua quinta affermazione consecutiva nella speciale Challenge mondiale della UCI. L'olandese della Alpecin Deceuninck...


Lucinda Brand sempre più padrona della Coppa del Mondo di Ciclocross donne elite che oggi si è svolta a Gavere in Belgio. La olandese conquista anche la settima manche e raffoirza il suo primato nella speciale classifica della Challenge mondiali...


C’è il frammento di una campana devastata durante il disastro del Vajont, nel 1963, donata dal parroco di Longarone, don Augusto Antoniol. C’è una campanella donata da Luigi Agnolin, l’arbitro, nel 1986, alla Comunità Arcobaleno di Feltre. C’è una campana...


Maeva Squiban è stata la grande scoperta del Tour de Fance Femmes, la giovane transalpina è andata a segno per due giorni consecutivi rivelando al mondo il suo talento e diventando automaticamente una delle atlete più attese anche della prossima...


Nel ciclismo dei fenomeni Paolo Bettini starebbe benissimo. Olimpionico 2004, due volte iridato, e poi vincitore di Sanremo, due Liegi e due Lombardia, e poi il Campionato di Zurigo, la Classica di Amburgo e quella di San Sebastian, e la...


Nel giorno di Santo Stefano, dal numero di tuttoBICI di dicembre vi proponiano una nuova raffica di dubbi che ci ha sottoposto il nostro Angelo Costa. Il Giro salirà al Corno alle Scale perchéa - è un arrivo in quotab...


Non è forse tra i nomi che si ricordano per primi quando si rievoca il grande ciclismo italiano degli anni Novanta e Duemila, ma una decina di vittorie da professionista e un Mondiale Juniores, oltre a tante preziose pedalate per...


La Milano-Reggio è stata una gara per dilettanti sbocciata subito dopo la Seconda Guerra Mondiale e scomparsa nel 2002. La società a cui si deve la sua nascita è il Velo Club Reggio alla fine degli anni Quaranta. Tra i...


La tradizionale puntata speciale natalizia di Velò andata in onda ieri sera su TvSei è stata particolarmente interessante: si è parlato di Bilancio del 2025, di appuntamenti per il nuovo anno,  di grande ciclismo in Abruzzo e di tanto altro ancora con Luciano Rabottini,...


Oggi, nel giorno di Natale, ci ha lasciati Adalgisio Bevilacqua, detto Totò, nato a Pescara il 27 febbraio 1932.Abruzzese autentico, uomo tosto e determinato, ha dedicato gran parte della sua vita al ciclismo, legando il proprio nome e la propria passione...


TBRADIO

-

00:00
00:00





DIGITAL EDITION
Prima Pagina Edizioni s.r.l. - Via Inama 7 - 20133 Milano - P.I. 11980460155




Editoriale Rapporti & Relazioni Gatti & Misfatti I Dubbi Scripta Manent Fisco così per Sport L'Ora del Pasto Le Storie del Figio ZEROSBATTI Capitani Coraggiosi La Vuelta 2024