COPELAND: «SIMON YATES AMA IL GIRO. TORNERÀ ANCHE NEL 2022 PER PROVARE A VINCERLO»

INTERVISTA | 19/11/2021 | 08:15
di Carlo Malvestio

Messa alle spalle una delle stagioni più complicate da quando è in gruppo, il Team BikeExchange si sta attrezzando per far sì che il 2022 possa invece essere un anno da ricordare. Dal 9 al 21 dicembre la formazione australiana si troverà al gran completo a Cambrils, in Catalogna, per mettere nero su bianco quel che verrà e capire chi correrà dove.


Il General Manager della squadra di patron Gerry Ryan, Brent Copeland, ha prima fatto un passo indietro su quella che è stato un 2021 dai due volti: «Fino al Giro d'Italia era stata una stagione soddisfacente – racconta l’esperto manager sudafricano a tuttobiciweb -. Anche se non lo avevamo vinto, eravamo saliti sul podio e con Simon Yates avevamo regalato spettacolo. Dal Tour de France in poi, invece, è andato tutto piuttosto male, con cadute, infortuni e stanchezza derivante da una stagione che praticamente era partita ad agosto del 2020, visto che dopo la Vuelta di novembre a gennaio eravamo già ripartiti. Nemmeno tre settimane di pausa e a pagare sono stati soprattutto i corridori che durante l'inverno non sono potuti tornare a casa dalla famiglia».


Nonostante ciò, la squadra australiana non ha voluto stravolgere il roster questo inverno, puntellandolo con l’arrivo di tanti giovani prospetti, come l’olandese Jan Maas e il colombiano Jesus David Peña, scalatori, ma anche l’eclettico svizzero Alexandre Balmer, biker di talento che continuerà a fare la doppia attività, e il pistard neozelandese Campbell Stewart. A questi si uniranno l’esperienza dell’americano Lawson Craddock e l’imprevedibilità di Matteo Sobrero, strappato all’Astana e pronto a continuare il suo processo di crescita. «Vogliamo testare Matteo nelle corse a tappe di una settimana, senza troppe pressioni e vedere come cresce. Con il gruppo performance e Marco Pinotti lo monitoreremo bene, ma siamo sicuri abbia grandi qualità» ha detto ancora Copeland.

Qualche cambiamento in più ci sarà nel Team Bike Exchange femminile, con cinque nuovi arrivi su 13 atlete complessive. L’americana Kristen Faulkner dovrà prendere in mano le redini della squadra insieme alla veterana Amanda Spratt, dal momento che la vecchia guardia formata da Grace Brown, Sarah Roy e Lucy Kennedy, per motivi diversi, ha detto addio. Oltre a Faulkner, quindi, si uniranno al team australiano anche l’olandese Nina Kessler, la singaporiana Chelsie Tan Wei Shi e le aussie Georgia Baker, Alexandra Manly e Ruby Roseman-Gannon. Da segnalare, inoltre, la conferma della bergamasca Arianna Fidanza.

Confrontarsi con le corazzate del WorldTour, sia in campo maschile che femminile, non è cosa facile, visto che spesso sono le solite 3-4 squadre a monopolizzare gli ordini d’arrivo delle corse più importanti. «In campo maschile noi abbiamo il budget per due grandi capitani, vale a dire Simon Yates e Michael Matthews - continua Copeland -. Se questi due, per svariati motivi, non ottengono risultati, è difficile trovare qualcuno che possa brillare sui grandi palcoscenici. Per esempio, per la prima volta quest'anno eravamo senza Adam Yates e la differenza si è sentita perché, prima, se Simon non vinceva c'era lui e viceversa. Ovviamente, dover confrontarsi con squadre che invece hanno 6-7 carte da giocarsi è tutt'altro che facile».

In questi giorni è già circolata la voce che Simon Yates anche nel 2022 metterà nel mirino il Giro d’Italia, che corre ininterrottamente dal 2018. Copeland conferma le indiscrezioni: «Yates è innamorato dell'Italia e del Giro, in più il percorso della Corsa Rosa è perfetto per le sue caratteristiche, con così poca cronometro e le tappe di media montagna veramente dure. Se poi andrà al Tour de France è presto per dirlo, vedremo come uscirà dal Giro. Ma se ci andrà, sicuramente sarà per puntare a qualche tappa e non alla classifica generale. Probabilmente farà un calendario molto simile a quello dell'anno scorso». Al momento, però, non è chiaro chi saranno gli avversari del britannico alla Corsa Rosa: «Difficile dire adesso chi andrà al Giro, però gli scalatori troveranno sicuramente un terreno più adatto a loro, mentre al Tour de France, oltre ai chilometri in più a cronometro, c'è una prima settimana veramente ostica e rischiosa. Non mi sorprenderebbe vedere Bernal ancora al Giro. Una sfida Simon contro Adam? Perché no, ci farebbero divertire».

Anche per Michael Matthews il calendario dovrebbe essere sulla falsariga di quello del 2021, con l’ovvia speranza che i risultati siano diversi, visto che da quando è professionista non era mai restato a secco di vittorie come nell’ultima stagione. «Matthews ha fatto tutto quello che poteva fare, ma sulla strada ha incrociato semplicemente corridori più forti di lui – dice ancora l’ex manager della Bahrain-Merida -. Certo, avesse ottenuto 2-3 vittorie il bilancio finale sarebbe stato diverso, ma anche alla Vuelta le cose non sono andate come avremmo sperato. Nelle classiche deve vedersela con Van Aert e Van der Poel che fanno veramente paura, quindi bisognerà trovare un modo per anticiparli. Non sarà facile ma dobbiamo provarci. Credo che corse come Milano-Sanremo o Amstel Gold Race siano nelle corde di Michael».

Un sogno per il 2022? «Vincere il Giro con Simon e dare spettacolo. Ci ha girato tanto intorno, sarebbe bello se finalmente conquistasse la Maglia Rosa» conclude sicuro Copeland.

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COMMENTI
Ovviio
19 novembre 2021 09:37 fransoli
Che se lo prepara bene senza scannarsi già all'UAE tour come lo scorso anno diventa il favorito numero uno per la corsa rosa

Correggo
19 novembre 2021 09:41 fransoli
Quello dell'uae tor era l'altro Yates... Il senso del discorso comunque non cambia

Fenomenologia degli Stranieri-Italiani
19 novembre 2021 13:22 Fondriestbike
S. Yates fa parte, insieme a T. Dumoulin, E. Bernal, T. Pinot, J. Fulgsang (quelli che ricordo in questo momento, ma mi sembra che anche R. Evenepol e R. Bardet siano avviati su questa strada) della categoria dei corridori stranieri “mezzi Italiani”. Difficile dire le ragioni del loro amore per l’Italia e dunque per il Giro, che è lo specchio del nostro paese. Eppure, un denominatore comune deve esserci. Forse è un comune modo di sentire. Tutti hanno raccolto in misura inferiore ai loro meriti (con l’eccezione di E. Bernal), tutti hanno (perlomeno una volta) perso quando meritavano di vincere (ancora fa eccezione E. Bernal). Forse per questo, ma potrebbe essere anche viceversa, hanno una visione più “umana” della vita, meno competititiva rispetto ai loro colleghi super-vincenti (o che vorrebbero essere super-vincenti). Hanno una diversa scala di valori, sono, in altre parole, dei “bravi ragazzi”. Per questo, credo, forse anche a livello inconscio, hanno sentito una affinità con il nostro “sentire italico”, quello degli “Italiani brava gente”. Credo che questa affinità sia ricambiata dai tifosi italiani. Bernal è “costretto” ad andare al Tour, viene quasi “chiamato” al “redde rationem” dai due sloveni, ma vedrete che Dumoulin e Pinot verranno (lo spero per loro) al Giro. E noi dovremmo cercare di farli venire.

Lo aspetto...
19 novembre 2021 20:50 AleC
...a braccia aperte!
Un gran bel corridore, un incendiario nato, uno che se la gamba gira regala sempre emozioni.
Non sarà uno dei top due o tre nel mondo? Pazienza.
Se non deve vincere un italiano (e sarà dura...) speriamo proprio sia Simon.

Simon
20 novembre 2021 15:54 Bicio2702
Yates lo colloco fra i primi 5 del mondo. Non lo vedremo confrontarsi coi migliori del mondo presenti al Tour de France, perché una volta dichiarò che gli disgusta un grande giro commerciale come il Tour e preferisce il Giro o la Vuelta.
W S. YATES

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