MA ALLORA NEUTRALIZZIAMO IL CICLISMO!

LETTERA APERTA | 09/07/2021 | 12:20
di Fiorenzo Alessi

Caro Direttore,
se il Ciclismo , disciplina sportiva di cui sono un “inguaribile innamorato” (Stagi dixit !), non fosse una cosa seria, ci sarebbe da sbellicarsi dalle risate a leggere di certe inziative che, alla fin fine, vorrebbero coniugare la specifica attività agonistica alla sicurezza. Mi riferisco, intuibilmente, a questa trovata storica della “neutralizzazione” (ovviamente il termine è inesatto e volutamente messo tra virgolette, in realtà si tratta della regola che si applica qualora ci sia un incidente - meccanico o caduta - per cui, nel caso, il o i coinvolti, verranno considerati come facenti parte del gruppo o gruppetto nel quale si trovavano al momento dell'evento, ndr) di una parte della competizione, che siano gli ultimi 3 km, o 4 e mezzo, o perchè no 5 Km e 284 metri, e via... farneticando di numeri. Quasi si giocasse ad una lotteria e non si parlasse, invece e semplicemente (si fa per dire...), di Ciclismo.


Pur aspettandomi obiezioni a raffica, quanto mai argomentate e pure salaci, non ho remore o timori a dire ciò che penso, e non da ora. Sarà che quei pochi capelli che mi restano sono ormai ingrigiti, ma ricordo il nostrano Humphrey Bogart (un attore anni ’60, non un Corridore della Rabobank) ovvero Ubaldo Lay uscirsene con la frase ad effetto “Il pericolo è il mio mestiere!”. Il punto è tutto qui. Decidere che cosa sia sempre stato il Ciclismo, e che cosa se ne voglia fare. Se riservargli un posto d’onore tra gli Sport che, non sarà certo un caso, sono ancora definiti di resistenza e di fatica, o farne una sorta di sport da scrivania. Come giocare a dama, neppure a scacchi (troppo pericolosi), o a burraco.


Dio mi fulmini se non ho il massimo rispetto, ai limiti della deferenza, per tutte quelle donne e quegli uomini che scelgono di dedicare gli anni migliori della loro vita ad una - lo ripeto, e ha un significato preciso per chi voglia intendere - Disciplina Sportiva com’è il Ciclismo. Almeno quel Ciclismo che ho conosciuto, vissuto, visto e apprezzato. Non solo nel secolo scorso, ma anche in questi strani e peraltro eccezionali  anni del cosiddetto nuovo millennio. Sacrosante tutte quelle iniziative volte a garantire la Sicurezza... sul lavoro, anche per chi eserciti quello del  Corridore Ciclista. Ma tutto, come la decenza, ha un limite. Questa storia della “neutralizzazione” comincio a credere che, come un cappio intorno alla gola, stia pian piano soffocando lo Sport che amo.

Caro Amico Corridore, dilettante e soprattutto Professionista che tu sia, te lo hanno mai detto che gareggiare in bici ha dei rischi e che la gara finisce DOPO quella linea bianca? Se non erro, è quest’ultimo un emblematico richiamo che si ritrova nelle parole di un Corridore di quel  vero e grande Ciclismo che qualche anima bella vorrebbe dimenticare e addirittura cancellare: per tale Gianni Bugno aveva, e ha, il banale e pragmatico significato della vittoria. Se si vuole vivere tranquilli e - forse - sicuri , allora ci si dedica ad un altro mestiere. Senza tante “neutralizzazioni”. Di questo passo, paradossalmente, ci fermeremmo alle operazioni del  Foglio Partenza: si fa un po’ di passerella, si firma, e si torna a casina propria.
E il Ciclismo? Neutralizzato anche lui. Con buona pace di tutti.

Cordialmente.
Fiorenzo Alessi

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COMMENTI
Arena
9 luglio 2021 12:34 fuser
Dunque, in nome della tradizione del ciclismo, dobbiamo accettare che i corridori si facciano sempre piú male?
Il ciclismo si evolve, si toccano velocità sempre più alto, la competizione è sempre più serrata. Adattare le regole alla realtà dei fatti è un’esigenza. È un’evoluzione nel segno del rispetto dei corridori. Smettiamola di pensare alle cadute come parte dello spettacolo

Ancora di più
9 luglio 2021 13:26 geo
Nelle gare dove è prevista volata, se il gruppo è compatto ai -5, i tempi vengono fermati e vale solo la volata finale. Non esistono buchi cronometrati o eventi particolari. La gara sui tempi finisce ai -5, la volata la fanno solo chi vuole vincere la gara

neutralizzazioni
9 luglio 2021 13:49 daniel70
allora neutralizziamo le tappe di montagna perchè i velocisti arrivano beati a 45 minuti di ritardo oppure le crono perchè il 60% la fa per non arrivare fuori tempo massimo.

spero sia una provocazione
9 luglio 2021 14:30 Leonk80
le cadute non sono il sale del ciclismo, ma l'esatto contrario.
Perdere un big della classifica per una caduta o una foratura
è la morte dello sport e del confronto che dovrebbe essere quanto più possibile ad armi pari e non dovuto al caso.
Ma forse dovrebbe frequentare meno corse e più casinò.

per non parlare della sicurezza degli atleti che non merita nemmeno una risposta.

Sottoscrivo le parole di Alessi
9 luglio 2021 15:17 Miguelon
Sottoscrivo ogni parola di Fiorenzo Alessi.
Cosa altro aggiungere? Nulla. La gara parte da un punto e finisce in un altro, DOPO la linea del traguardo. I freni ci sono sulle bici. E funzionano meglio di quelli di anni fa. Ognuno poi si regola. Libertà. Non neutralizzazioni. Non se ne può più.

2.6.027
9 luglio 2021 15:18 Fuga da lontano
Ma la regola 2.6.027 dell'UCI riguardo gli ultimi 3 km cosa prevede?
Neutralizzare significa che si possono correre gli ultimi 3.000 metri della tappa in assoluta scioltezza senza preoccuparsi del comportamento del gruppo dei velocisti?
Secondo me la regola si applica in caso di forature, cadute o problemi meccanici, se il gruppo viaggia a 70 km/h e ti stacchi per più di 1 o 3 secondi (decisi a discrezione della giuria di corsa) da quello principale accumuli ritardo nella classifica generale.
Non credo che al transito dei 3 km il corridore (sopratutto quello di classifica) si possa staccare dal gruppo principale per evitare rischi, al massimo si sfila nelle ultime posizioni evitando di ammassarsi nelle prime posizioni.
Sbaglio?

L'ho detto e lo ripeto
9 luglio 2021 15:33 pickett
L'errore capitale venne fatto tanti anni fa,quando si neutralizzò l'ultimo km.Uno offre un dito e l'altro si prende tutto il braccio.Matematico che finisse così.Bravissimo Fiorenzo,ha tutta la mia stima.

Bugno
9 luglio 2021 17:00 Fuga da lontano
Alessi, scusi, ma le parole sono state pronunciate dallo stesso Bugno che l'anno scorso, a Morbegno, affermava:
"“E’ stata una decisione presa in fretta, perché ieri i ciclisti sono rientrati molto tardi in albergo, e che non farà di sicuro piacere. Ma è una decisione che rispetto e che è saggia. Io sono dalla parte dei corridori. Avrebbero dovuto fare 260 chilometri con pioggia e freddo”.

Quindi Caro Amico Corridore, dilettante e soprattutto Professionista che tu sia, te lo hanno mai detto che gareggiare in bici ha dei rischi e che la gara finisce DOPO quella linea bianca? e vale anche per il freddo e la pioggia, lo dice Bugno....

Il ciclismo
9 luglio 2021 18:08 Dani76
Il ciclismo per me non deve essere una roulette russa.. perchè semplicemente vedere una gara decisa dalle cadute più o meno casuali a me sinceramente non piace. Non mi piace che il tour quest'anno sia praticamente finito perchè sono stati eliminati tanti favoriti dalle cadute. È meno divertente. E se le neutralizzazioni possono fare in modo che non rischiamo che le gare a tappe siano rovinate dalla roulette russa delle cadute ben venga la neutralizzazione. Che vale peraltro solo per le cadute e gli incidenti e non per i distacchi. Quindi evitano solo che tutti si ammassino davanti negli ultimi chilometri per evitare distacchi.

Corsa o ecatombe ?
9 luglio 2021 18:18 marco1970
Bisogna analizzare bene il fenomento ma qualcosa bisogna fare,non si può assistere passivi all'ecatombe quotidiana delle cadute che non hanno nulla di spettacolare e falsano la corsa privandola di protagonisti.Sono per la neutralizzazione a qualche km dall'arrivo ma non soltanto per cadute o guasti meccanici ma prendendo i tempi all'inizio della neutralizzazione ,così chi vuole fare la volata la andrà a fare prendendosi i rischi e gli uomini di classifica procederennao fino al trtaguardo senza rischi.Naturalmente il discorso non vale per gli arrivi in salita.

Gli ultimi due commenti
9 luglio 2021 18:35 Miguelon
Ricordo che la corsa è una cosa, lo spettacolo un'altra. Sacrificare la corsa per lo spettacolo, o per la scurezza come afferma Alessi significa, a lungo, la morte dello spettacolo stesso. La sfortuna e le cadute fanno parte del gioco. Senza non è più ciclismo ma altro.

per chi non vuole neutralizzazioni
9 luglio 2021 18:58 alerossi
deduco che vi state divertendo a vedere questo tour. io no, avrei preferito vedere una battaglia pogacar-roglic alla pari.

D'accordo con Alerossi
9 luglio 2021 19:15 marco1970
Le cadute hanno tolto di mezzo due antagonisti importanti di Pogacar,Roglic e Thomas.Lo sloveno adesso ha in mano la corsa e rischia di ucciderla.

Roglic
9 luglio 2021 19:23 lupin3
Non é caduto negli ultimi 5 km

i protagonisti attesi
9 luglio 2021 19:54 agostino
escludendo il famoso cartello , gli uomini tanto attesi sono andati a casa senza cadute per le neutralizzazioni , ma lo spettacolo non manca,ewan e sagan la volata la dovevano fare, altrimenti non avrebbero fatto il loro lavoro. il rischio è una parte del mestiere di ciclista non lo si può eliminare,

Sicurezza prima di tutto
9 luglio 2021 20:38 Robtrav
La sicurezza dei corridori deve essere posta prima di tutto. Il resto deve essere secondario. Che negli ultimi anni si assista a molte più cadute rispetto anni addietro è innegabile. Che dipenda dal comportamento dei corridori, dai troppi mezzi, dagli arrivi spesso in strade troppo tortuose o da tutti questi fattori non lo so dire ma non si può neanche sempre dire che il passato era meglio se no ritorneremmo alle gare di 300 km dei tempi di Binda e Girardengo dicendo che offrivano maggiore spettacolo. Saluti

Fine tappa
9 luglio 2021 21:21 Fuga da lontano
Le lettere aperte andrebbero fatte scrivere anche ai professionisti, ho chiesto prima delucidazioni sulla regola della neutralizzazione (sostantivo abusato in quanto non si tratta del "congelamento" agonistico della gara ma della salvaguardia della classifica delle gare a tappe in caso di caduta, foratura o incidente meccanico) senza nessuna risposta.
La neutralizzazione è una regola, oltretutto, applicabile alle sole gare a tappe (chissà perchè, forse che si rischi di più a Carcassone che in una Parigi-Roubaix?) a cui si da, secondo il mio parere, un significato ingannevole e che fa pensare che gli ultimi 3 o 4,5 km. (ma quante pippe su 1,5 km in più o meno di neutralizzazione) possano essere affrontati con i primi 5 che discutono se le escargot à la bourguignonne siano meglio de la quiche? pensate che sia questo?


Vi sbagliate, Poga è arrivato 26°, Uran 22°, Vinge 31°, Carapaz 33°, O'Connor 36° e tutti con lo stesso tempo di Cavendish e del 1°gruppo composto da 57 corridori....
Alla faccia della comodità della "neutralizzazione"!

Si può dire che si tratta di una tempesta in un bicchier d'acqua e che l'unico cappio che il ciclismo ha annodato al suo collo è stato il doping mentre oggi quello che sta infilando riguarda la mancata spinta propulsiva per studiare protezioni di sicurezza dei corridori stessi? altro che neutralizzazione, sono gli investimenti sulla protezione del lavoratore, dalla partenza all'arrivo, che lo possono salvaguardare, tutti gli sport hanno fatto passi avanti, il ciclismo si è fermato al casco obbligatorio mentre nel frattempo i materiali aumentavano le performance e le strade si infarcivano di rotonde, dossi e spartitraffici che vengono affrontate a velocità superiori a quelle di una Vespa.

Riguardo a quest'ultima nota, per quanto conti il mio parere, ritengo molto stucchevoli il riferimento al "tirare i freni" e il paragone tra ciclista amatoriale e ciclista dilettante/professionista, per favore, non scherziamo, stiamo parlando di due mondi diversi che hanno in comune solo la bicicletta, i primi possono anche fermarsi a bere un caffè e ad ammirare il panorama i secondi sono la componente fondamentale di una gara agonistica che prevede il perseguimento di un obbiettivo personale o collettivo che comporta il massimo impegno anche nel raggiungere il limite con tutti i rischi associati e di cui son ben coscienti (colleghi deceduti).

Se bastasse il gesto di "tirare i freni" oggi saremmo qui a parlare con Casartelli, Weylandt, Kivliev.... troppo facile e se Ubaldo Lay scoprisse che neutralizzare l'1,5% del percorso di una tappa lunga 200 km significa trasformare il ciclismo da sport di pericolo (perchè lo è) a sport di scrivania si farebbe una grassa risata e se portare la zona "neutralizzata" da 3 a 4,5 km è un'indecenza (il limite oltre la decenza è l'indecenza) cosa dobbiamo dire della nostalgia del Dr.Alessi per quel vero e grande ciclismo dei tempi di Bugno...?
La nostalgia di Conconi e affini che lo resero proprio "vero"... con buona pace di tutti.

Dott.Alessi
9 luglio 2021 23:31 carrera39
Concordo in parte con la lettera scritta al direttore Stagi, è vero che le cadute fanno parte della storia del ciclismo, ma è pur vero che dietro le cadute degli uomini di classifica c'è un business non indifferente sia per gli sponsor che per le squadre che devono prima curare in caso di caduta il corridore e poi anche pagarlo.

La neutralizzazione è una toppa.
10 luglio 2021 09:43 Miguelon
Una toppa che non risolve. Fuga da lontano, i morti caduti dai ponteggi, risucchiati da un macchinario. Ricordiamoci anche di quelli. Che sono moltissimi. Molti di più. I discorsi sulla sicurezza oggi molte volte sono un belletto che non intacca la sostanza. Se si va paino non si cade, se si frena troppo il professionista non lo fai più. E puoi vivere lo stesso. Chi deve andare all'orditoio per portare a casa la pagnotta non ha alternative. Suvvia...

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