EOLO KOMETA. LA VITTORIA DI FORTUNATO E LA PROMESSA MANTENUTA DA IVAN BASSO

GIRO D'ITALIA | 23/05/2021 | 08:20
di Nicolò Vallone

«L’anno prossimo speriamo di salire di categoria insieme a più ragazzi possibile». Queste le parole che Ivan Basso scolpì nella pietra 16 mesi fa sul palco dell'Oliva Nova Beach & Golf Resort, quando presentava per la stagione 2020 la sua squadra. Che in quel momento era una Continental, non aveva ancora accolto Eolo tra i suoi sponsor e si chiamava Kometa-Xstra.


Nel frattempo, una stagione "particolare", caratterizzata dalla pandemia di coronavirus, ma che per il team di Basso e Alberto Contador ha significato il salto di categoria, con la trasformazione in Eolo Kometa, la "migrazione" da nazionalità spagnola a italiana (con tanto di adozione dei colori azzurri) e lo schieramento ai nastri di partenza del 2021 tra le Professional.


Promessa mantenuta per Basso e tutta la struttura che fa capo alla Fondazione Contador. Con un parco corridori e direttori rinnovato. In ammiraglia Stefano Zanatta ha impreziosito un organico di diesse che prevedeva già Jesus Hernandez e Dario Andriotto. Come roster in strada, più di metà dei ragazzi hanno compiuto il salto da Kometa-Xstra a Eolo Kometa alias da Continental a Pro: Marton Dina, Alessandro Fancellu, Erik Fetter, Arturo Gravalos, Alejandro Ropero, Diego Pablo Sevilla, Daniel Viegas e Sergio Garcia.

A loro, la Eolo Kometa ha aggiunto numerosi corridori di spessore per la nuova categoria, da Belletti a Wackermann: tra questi, quel Lorenzo Fortunato che ieri ha conquistato lo Zoncolan e ci ha ricordato che le Professional italiane possono andare al Giro d'Italia non solo per mostrare la maglia e macinare chilometri in fuga.

Dove potrà arrivare il progetto targato Contador-Basso ce lo dirà il tempo e sarebbe colpa gravissima elevare elogi troppo grandi e troppo prematuri. Per ora ci limitiamo a constatare che l'ambizione dichiarata di salire di livello e scalare la piramide del ciclismo internazionale sta procedendo secondo i piani. E con una vittoria di tappa al Giro. Mica male.

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