IL CASO DUMOULIN E UN CICLISMO CHE FINISCE SOTTO ACCUSA

LETTERA APERTA | 24/01/2021 | 10:51
di Fiorenzo Alessi

Caro Direttore,
secondo la comune opinione, il ciclismo è ritenuto un semplice sport. Per la severa dedizione e il sacrifico che ne impone l’esercizio professionale, personalmente mi ostino a definirlo, con il rispetto e - diciamolo ! - la nobiltà che merita, una Disciplina Sportiva .
È tutto un altro paio di maniche, che poco ha da spartire con quello sport “bello”, “ appassionante”, “spettacolare” o altre simili amenità con cui lo si possa qualificare da spettatori-tifosi comodamente in poltrona o, nel più performante modo di goderne le prestazioni agonistiche, standosene a bordo strada.


Sfido chiunque, compresi i corridori attori protagonisti e senza l’alibi di controfigure di sorta, a poter sostenere che “si divertono” a fare il lavoro del Ciclista Professionista.


Ad avvalorare ciò che ho l’ardire di affermare, ritengo che possano efficacemente valere le emblematiche parole di un ragazzo che al ciclismo ha dato tantissimo, ricevendone in cambio ben poco, soprattutto a livello umano: Marco Pantani, il mai abbastanza rimpianto Pirata.

Vorrà pur dire qualcosa se, a motivare la furia e l’ardore con cui aggrediva le montagne, proprio il Magnifico Scalatore adduceva la volontà di “abbreviare l’agonia” dell’immenso sforzo per... domare le asperità delle salite !

Qualcuno, poi, lo ricorda quell’altrettanto Magnifico Corridore, velocista per eccellenza, che rispondeva al nome di Marcel Kittel?
Certo che lo dico: uno spettacolo ammirarlo nel suo esercizio preferito, mix di potenza, coraggio e classe. Per di più, fotogenico e uomo da copertine, non solo sportive. Insomma, un moderno “personaggio”.

Non mi pare che gareggiasse nella preistoria ciclistica: anche lui, come Tom Domoulin, se ne uscì con la patetica scusa dell’esigenza di una “pausa di riflessione”. Varie, più o meno chiare e chiarite, le ragioni di questa decisione. Qualcuno lo ha più rivisto in azione? Io no, purtroppo.

Ovviamente sbaglierò (me lo auguro davvero) ì, ma si alimentano dubbi preoccupanti e si aprono scenari ben poco rassicuranti allorquando un altro campione com’ è lo splendido corridore olandese, all’atto di ...interrompere quella che di fatto è diventata la sua quotidianità, testualmente dichiara: “...Adesso è il tempo di fare chiarezza con me stesso. Forse voglio essere ancora un ciclista  professionista, ma devo iniziare a curarmi di meno di ciò che pensano gli altri, e fare un mio piano...”.

Mai come in tal caso, le parole sono come pietre. Altroché pausa di riflessione. A casa mia, questo è un atto d’accusa, e neanche tanto velato. Non so, e non sta comunque a me dirlo, se mosso al suo Team, o ad un “sistema” Ciclismo che solo chi non voglia vedere, limitandosi a guardare, o che ritenga che l’ipocrisia sia una gran virtù, può definire ideale.

Sta di fatto che è innegabile l’amara sensazione che, a fare finta che tutto vada bene così e che, come affermano spudoratamente tante anime belle, “...adesso il ciclismo è cambiato, non è più come prima...”, si perdano irrimediabilmente dei corridori che acquisiscono la consapevolezza di essere soprattutto, e prima, degli uomini.

Cordialmente.
Fiorenzo Alessi

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COMMENTI
Come diceva un video
24 gennaio 2021 13:11 Finisseur
È uno sport di merda. Bello solo dal divano e come cicloturismo

Ciclismo professionistico
24 gennaio 2021 14:13 ciano90
Sicuramente il ciclismo a livello professionistico ha più a che fare con l'esasperazione che con il divertimento. Un ciclista professionista deve dedicarsi anima e corpo alla professione ed è veramente difficile da sostenere per tanti anni a meno che non si ami veramente ciò che si fa (vedi Valverde o Rebellin). Non siamo tutti uguali e gente come Kittel e Domoulin si sono accorti che fuori dal mondo della bici c'è anche altro...

ciclismo
24 gennaio 2021 15:34 mandcu
il ciclismo è uno sport di merda. Mi viene persino la nausea dei giorni a fare due giorni consecutivi a "tutta" (neanche a 1/3 di quello che vanno i pro).
Ogni giorno fatiche massacranti, pioggia, neve, freddo, rischio di ammazzarsi, e magari un conto in banca già importante. Chi te lo fa fare?
Vita monacanale, dieta, se sgarri un giorno rischi di aver buttato ore di allenamenti, sempre con la paura che il tuo avversario "stia facendo di più" in quel momento...
i calciatori non si rendono conto.. loro giocano.

Non solo il ciclismo
24 gennaio 2021 17:03 rudy73
Purtroppo gli sport di resistenza sono così, e me ne vengono in mente altri più massacranti come il triathlon e meno retribuiti , o l atleta riesce a vivere in una bolla fatta da un mix di leggerezza, follia,passione altrimenti la pressione può ucciderti, è normale e legittimo che quando gli stipendi sono alti lo siano anche le aspettative, e non tutti riescono a reggere questa pressione. Chapeaux al Sig. Domoulin che si è preso una pausa, sinonimo anche di grande senso di responsabilità, nella vita reale lo stipendio di questi atleti sono il fatturato di piccole/medie aziende. Speriamo possa ritrovare se stesso. Auguroni

Capisco Tom
24 gennaio 2021 20:48 AleC
Tom Dumoulin è uno dei corridori più forti e intelligenti che abbiamo visto nei GT in questi anni. Ma quel maledetto incidente al Giro 2019 lo ha segnato. Forse il suo team di allora fu frettoloso, un po' lo è stata anche la Jumbo...a che pro quella Vuelta?
Credo che tutto nasca da quei risultati, tutt'altro che disprezzabili ma ancora lontano dal vero Tom. Magari con un po' di riposo, con un po' meno di assillo, torneranno.

Il ciclismo non è uno sport di m, è difficile come tante attività. E ogni tanto andiamo in crisi, tutti.

Dumoulin
24 gennaio 2021 22:29 noodles
ho letto 2 volte la lettera del dott. Alessi e i commenti a seguire. Sbaglierò certamente io, ma io in quelle righe colgo altro che un riferimento alla durezza degli allenamenti, alla difficoltà di reggere la pressione e le aspettative, che pur ovviamente esiste ed è logorante per un atleta professionista, tanto più se di vertice.

Il problema del declassamento
25 gennaio 2021 01:39 Fondriestbike
Questo è il problema di Dumulen. Ha fatto il gregario al Tour addirittura facendo la cavia con la bici da crono sulla salita della crono a roglic...

A me sembra un problema esistenziale
25 gennaio 2021 17:29 Giuseppeb
Non condivido le considerazioni fatte sull'intero ciclismo a partire dalla scelta di Dumolin. Se ci si ferma alle sue parole, il punto è meramente esistenziale e non ha relazioni con il ciclismo in quanto tale ma con quella che sembra una scelta intima di Tom Dumolin.

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