L'ORA DEL PASTO. IL MERCKX D'AFRICA

STORIA | 27/12/2020 | 08:05
di Marco Pastonesi

Gareggiava con Gimondi e Motta, sognava di rivaleggiare con Zandegù e Basso, sperava di passare professionista. E’ diventato Merckx, ma in Zambia. Dino Giuseppin: Dino di nome e Giuseppin di cognome, un’odissea – la sua – da Teglio Veneto a Lusaka.


Aldino (“Ma per tutti Dino”). Del 1943 (“11 marzo: gemello di Attilio Benfatto e Raymond Delisle, per dire due più corridori di me”). Scuola quanto basta (“Cinque anni di elementari più due di arti e mestieri”), poi al lavoro (“Ordine di mio padre: la famiglia aveva bisogno di schei”), piastrellista (“Anche a Milano”), e sempre ciclista (“Se di grandi amori nella vita ce n’è uno solo, allora la bicicletta”). Le prime pedalate nella sua Teglio (“Con l’Iride”), poi i primi sconfinamenti (“Con il Club ciclistico Stefanutti di San Vito al Tagliamento e nel Gruppo sportivo Portoflex di Altissimo”). Bravo, non bravissimo (“Infatti non tante vittorie”). Però tante soddisfazioni (“Ero il fratello, il fratello lento, di Gino Pancino, mio coetaneo e quasi concittadino. Lui, però, campione del mondo nell’inseguimento a squadre nel 1966”). Un bel Piccolo Giro di Lombardia (“Primo Ercole Gualazzini, era il 1965”) e una mezza promessa non mantenuta (“Un ingaggio con la Magniflex, ma la verità è che ero mediocre”). Di mezzo, il servizio militare (“Quando il comandante mi vide pedalare, mi esonerò dai servizi generali, dalla cucina alle pulizie, mi allungava una bistecca e mi autorizzava a mangiare quello che volevo”). Fu così che trasformò il periodo della leva in una corsa a tappe (“Cecchignola, Vigna di Valle, Bressanone...”). Finché si arrese: addio bicicletta, adesso c’era la vita vera.


Non più Dino Giuseppin il corridore, ma Dino Giuseppin l’avventuroso, Dino Giuseppin l’esploratore, Dino Giuseppin un italiano in Africa. “Cominciai con sei mesi in Sudafrica, tra ponti ferroviari e miniere di zolfo. Poi lo Zambia, settore edile, scuole case industrie... Da zero: si dormiva in carovane, si lavorava in squadre, si guadagnavano dei soldi. Piccolo Brunelli, l’azienda italiana”. Ma il ciclismo era un’idea fissa, una vocazione e quasi una missione. “Ricominciai a pedalare. In Italia avevo un’Iride, poi una Pinarello. Lì mi arrangiai acquistando da un italiano una bici Leone, vecchiotta, modello anni Sessanta. Le prime corse, nel 1970, arrangiate anche quelle, nei cantieri, con una decina di minatori inglesi e scozzesi, senza giudici e senza transenne. Terzo all’esordio, poi spesso primo”.

E così nacque la leggenda: Dino Giuseppin l’italiano, Dino Giuseppin il corridore, Dino Giuseppin il campione, Dino Giuseppin il bianco dello Zambia, Dino Giuseppin il Merckx africano. “Mi facevo in due, anzi, in tre. Lavoravo e mi allenavo, lavoravo e organizzavo, lavoravo e correvo. Corse in Zambia, ma anche altrove, le trasferte in Madagascar e Mauritius, dove si gareggiava con le squadre nazionali, e le partecipazioni ai Mondiali e ai Panafricani. In Madagascar vinsi una cronometro, in Danimarca una tappa. E per un’altra gara, qui in Zambia, per dare lustro all’evento, padre Antonio mise in palio una maglia di Beppe Saronni arrivata chissà come dall’Italia: arrivai primo, ma quel premio finiva al secondo, che peccato”.

Dino Giuseppin si è anche prodigato per divulgare il verbo pedalare e moltiplicare apostoli e discepoli: “Fra loro c’era anche mio figlio Gianni, nazionale dello Zambia a 17 anni, poi semiprofessionista a Portogruaro, ex Zalf, aveva un po’ di talento ma non la voglia di faticare, quindi niente. E invece io continuavo a divertirmi: allenavo, dirigevo, stavo tra i giovani, tenevo me in esercizio e loro lontano dalle tentazioni, droga e alcol, disonestà e corruzione, cattive compagnie. Ma adesso le cose sono cambiate. Il ciclismo è stato abbandonato, senza aiuti, senza sponsor, senza bici, senza più corse e corridori”. Dino Giuseppin combatte la nostalgia come può, ricordando, raccontando, sognando. In un angolo, in casa, a Lusaka, la sua Guerciotti del 1972.

Copyright © TBW
COMMENTI
Hai dimenticato i tuoi dati, clicca qui.
Se non sei registrato clicca qui.
TBRADIO

00:00
00:00
Da dove vengono i 184 eroi che si preparano ad affrontare il Tour de France 2025? Ecco la classifica per Nazioni guidata dalla Francia davanti al Belgio e ai Paesi Bassi con Italia e Regno Unito al quarto posto con...


Raffica di numero per descrivere il Tour che tra poche ore prenderà il via con la tappa inaugurale che partirà e si concluderà a Lille dopo 184, 9 chilometri. LA CORSA 184 CORRIDORI23 SQUADRE3.338, 8 CHILOMETRI21 TAPPE52.500 METRI DI DISLIVELLO7...


Come negli ultimi quattro anni, e più in generale per la sesta volta nella storia ultraventennale della corsa, saranno otto le tappe che comporranno il Tour of Magnificent Qinghai 2025. Anche per la sua 24ª edizione, infatti, gli organizzatori...


Domina la Israel Premier Tech al Sibiu Tour in Romania. Dopo il successo del canadese Riley Pickrell nella frazione di apertura davanti a Lukas Kubis e Nicolò Parisini, oggi è il turno di Matthew Riccitello. Lo statunitense si è aggiudicato...


Movistar Team continua a crescere e dal prossimo anno nascerà la Movistar Team Academy, formazione Under 23 che seguirà la crescita dei ragazzi e li preparerà al passaggio nel WorldTour. L’annuncio dà ulteriore sostanza alla collaborazione con la formazione juniores...


È passato poco più di un mese da quando Simon Yates, in Maglia Rosa, alzava il Trofeo Senza Fine davanti ai Fori Imperiali di Roma, vinceva il Giro d’Italia 2025 e viveva il momento più bello della sua carriera. Il...


Sempre silenzioso e imperscrutabile, Jonas Vingegaard oggi ha incontrato la stampa, nella consueta conferenza prima del via della Grande Boucle. Saranno 21 giorni di corsa difficili, dove il danese, dovrà dimostrare di essere più forte di Pogacar, che ha vinto...


L’ultima squadra a parlare prima della partenza del Tour è la Visma -Lease a Bike di Vingegaard e Van Aert, che ancora una volta dovrà lottare per fare meglio di Pogacar per vincere il Tour de France. Lo scorso fine...


Warner Bros. Discovery (WBD) è pronta a raccontare ogni istante del Tour de France e del Tour de France Femmes avec Zwift con una copertura senza precedenti in tutta Europa. A partire dal Grand Départ di sabato 5 luglio a...


Mercoledì 2 luglio, Eleonora Perlini è diventata mamma di Raul, un maschietto “capellone” che ha reso felici la mamma, papà Andrea e i famigliari tutti. Un arrivo a lungo atteso e voluto. Eleonora Perlini, valtellinese della zona di Morbegno, per...


TBRADIO

-

00:00
00:00





DIGITAL EDITION
Prima Pagina Edizioni s.r.l. - Via Inama 7 - 20133 Milano - P.I. 11980460155




Editoriale Rapporti & Relazioni Gatti & Misfatti I Dubbi Scripta Manent Fisco così per Sport L'Ora del Pasto Le Storie del Figio ZEROSBATTI Capitani Coraggiosi La Vuelta 2024